L'uso degli antibiotici in Italia: il rapporto AIFA
medico con antibiotici in mano
Il rapporto “L’uso degli antibiotici in Italia – 2022” a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei medicinali dell’AIFA mostra un preoccupante aumento del consumo di antibiotici rispetto all’anno precedente.

Nel 2022, l’Italia ha assistito a un incremento significativo nell’uso degli antibiotici: oltre il 30% dei cittadini italiani ha ricevuto almeno una prescrizione. Questo trend, evidenziato dal recente rapporto dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’AIFA solleva preoccupazioni in termini di salute pubblica, soprattutto considerando l’incremento del 25% rispetto al 2021. Il consumo di antibiotici inoltre varia sensibilmente tra le diverse fasce d’età e aree geografiche, con particolari incrementi sulle categorie più vulnerabili come bambini e anziani.

Il rapporto lascia emergere che il consumo di antibiotici è maggiore nei bambini sotto i quattro anni, con il 45,4% dei maschi e il 42,9% delle femmine che hanno ricevuto prescrizioni e tra gli ultraottantenni dove le percentuali segnano un 59,2% per gli uomini e 53,8% per le donne

Il rapporto si focalizza in particolare sull'uso di antibiotici in regimi di assistenza convenzionata e in ambito ospedaliero, con attenzione alle prescrizioni e all’uso di fluorochinoloni in specifici gruppi di pazienti. Inoltre, è stata introdotta una sezione riguardante la formazione dei professionisti sanitari in relazione alla resistenza agli antibiotici e alle infezioni.

Infine, il rapporto include i risultati di un'indagine sulle esperienze regionali di monitoraggio dell'uso degli antibiotici, in linea con il Piano nazionale della Prevenzione 2020-2025.

 

Disparità regionali e spese

Significative sono anche le disparità regionali: al Sud, il consumo di antibiotici è stato notevolmente superiore rispetto al Nord così come la spesa pro capite (19,1€ contro 13,3€). Questo si rifeltte anche nel costo medio per Dose Definita Giornaliera (DDD), che al Sud è di 1,90€, superiore alla media nazionale di 1,75€.

 

Resistenza agli antibiotici

Un dato allarmante è l’aumento del rapporto tra il consumo di antibiotici ad ampio spettro e quelli a spettro ristretto, passato dall’11,0 nel 2019 al 13,6 nel 2022. Questa tendenza sottolinea un utilizzo crescente di antibiotici ad ampio spettro, che contribuisce ad accelerare il problema della resistenza antimicrobica, già maggiormente presente in Italia rispetto ad altri Paesi europei.

 

Influenza delle pratiche ospedaliere

Nel contesto ospedaliero, l’aumento dell’uso di antibiotici ad ampio spettro e/o di ultima linea è significativo, con l’Italia che registra una percentuale del 53,9%, molto al di sopra della media europea del 37,6%. Questo suggerisce la necessità di politiche più rigide e di una gestione attenta dell’uso degli antibiotici in ambiente ospedaliero.

 

Conclusioni

Il rapporto OsMed del 2022 lancia un chiaro segnale sull’urgenza di adottare strategie più efficaci per controllare l’uso degli antibiotici in Italia. È essenziale promuovere l’educazione continua tra i professionisti sanitari e migliorare la sorveglianza, soprattutto in ambito ospedaliero, per mitigare il rischio di resistenza agli antibiotici e garantire un uso più sostenibile di queste risorse vitali.

Il settore odontoiatrico, in particolare, deve promuovere l’utilizzo consapevole degli antibiotici, evitando prescrizioni inutili e seguendo le linee guida per contrastare l’aumento delle resistenze al fine di proteggere la salute dei pazienti nel lungo periodo.
 

Qui il report completo.

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