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Dr. Fabio Disconzi
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Quali sono le principali motivazioni che spingono gli odontoiatri a desiderare di vedere il campo più ingrandito?

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Quali sono le principali motivazioni che spingono gli odontoiatri a desiderare di vedere il campo più ingrandito?

Le ragioni sono tante: si è provato il sistema ingrandente di un collega e ci si rende conto di poter svolgere un lavoro più accurato, si ha un maggiore controllo del campo, si pratica l’endodonzia dove la magnificazione è d'obbligo, e così via. Sono tutte ragioni molto valide e il successo di questi sistemi di magnificazione, siano essi dei semplici sistemi ingrandenti o dei microscopi operatori, è motivato dal fatto che garantiscono sempre un miglioramento del risultato clinico.

 

Quali sono i suggerimenti che solitamente vengono dati nella fase di scelta di un sistema di ingrandimento visivo?

In questa fase la competenza ottica dello specialista si unisce a quella clinica. Si parte dal tipo di applicazione che il dentista svolge. Per esempio, parlando di magnificazione l’Endodonzia richiede ingrandimenti da 4x in su, mentre la Restaurativa è meno esigente in termini di ingrandimento. Per il tipo di montatura si fa riferimento spesso alla quantità di capelli; più ce ne sono e più è indicato l’occhiale perché il caschetto tenderebbe a scivolare. Inoltre, bisogna considerare che ognuno di noi ha una fisicità diversa: chi non tollera la montatura a caschetto, chi non tollera gli elevati ingrandimenti, chi ha gli occhi molto vicini. A (quasi) tutto c’è una soluzione: sistemi ingrandenti particolarmente adattabili, sistemi personalizzati su misura, microscopi operatori. Quello che consiglio è di affidarsi ad aziende e persone con l’esperienza maggiore. Ci sono molti specialisti preparati nel settore grazie a numerosi ed efficaci addestramenti; tuttavia, l’esperienza te la dà solo il tempo, la quantità e la varietà di situazioni affrontate. Una persona con esperienza trasmette molta sicurezza ed elimina uno dei rischi più temuti: il rimorso per una scelta sbagliata.

 

Quali sono le caratteristiche dei sistemi di magnificazione a cui si dovrebbe porre più attenzione?

Prima di tutto non si deve esagerare con l'ingrandimento; se le ottiche sono buone e lasciano passare molta luce si potrà vedere benissimo anche ad ingrandimenti ridotti approfittando della maggiore ampiezza e profondità di campo. Questo vale anche per la microscopia, dove oltre alla magnificazione altri aspetti risultano importanti quali l’ergonomia, la luce coassiale e la possibilità di acquisire documentazione videofotografica. Molto importante è scegliere una distanza di lavoro che permetta di mantenere una postura corretta durante gli interventi. 
Una caratteristica apprezzata è l’ampiezza del campo visivo, più è ampio più si ha la situazione sotto controllo.  La resa cromatica è una caratteristica su cui non si dovrebbe mai scendere a compromessi; la presenza di ottiche di alta qualità con bassa aberrazione permettono di distinguere sfumature di colore che possono fare la differenza tra tessuto sano e patologico.

 

Quale importanza ha un illuminatore dedicato?

La luce è ciò che veicola l'immagine, se non c'è luce non c'è immagine o sufficiente definizione e dettagli. Un illuminatore dedicato, solitamente agganciato e coassiale al sistema ingrandente stesso, garantisce di avere sempre un fascio di luce direzionato sul campo operatorio. Per avere un'ottima definizione d'immagine è fondamentale scegliere anche ottiche che facciano passare molta luce e con una fedeltà cromatica altissima. Sappiamo quanto sia importante riconoscere sfumature anche leggere di colore nel cavo orale. 

 

Quali sono i rischi a cui si può andare incontro con i sistemi di magnificazione?

È bene essere consapevoli che più si aumenta l’ingrandimento e più il campo di visione si ridurrà, diminuiranno luce e profondità di campo, e tutti i movimenti o le sollecitazioni saranno maggiormente percepiti. Inoltre, anche il numero di lenti influisce sulla quantità di luce che passerà nel percorso ottico; per esempio, se uno zoom o un sistema multifocale, che sono frutto della combinazione di più lenti, non sono composti da ottiche con alto indice di trasparenza l’immagine risulterà più buia. La scelta di un produttore esperto ed affidabile riduce notevolmente i rischi sopra citati.

 

C'è un momento in cui il sistema ingrandente non basta più?

Certamente, la magnificazione genera quasi una dipendenza che spinge a vedere sempre più dettagli per avere sotto controllo la situazione e realizzare terapie sempre più precise e che scongiurino il fallimento delle stesse; inoltre, la postura a cui costringono i sistemi ingrandenti o peggio ancora la visione a occhio nudo può diventare un problema per la schiena.


 

Dr. Fabio Disconzi 

Si laurea in Odontoiatria e Protesi dentale nel 1993. In seguito, consegue un Master in posturologia e segue numerosi corsi sull'occlusione. Utilizzatore di microscopio operatorio dal 2000. Dal 2003 è diventato, per conto di ZEISS Italia, formatore e relatore di corsi teorico pratici per la microscopia odontoiatrica.

 

Dott.ssa Silvia Masiero
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Il microscopio operatorio è spesso considerato uno strumento il cui unico vantaggio sia l’ingrandimento. Oltre alla visione

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Il microscopio operatorio è spesso considerato uno strumento il cui unico vantaggio sia l’ingrandimento. Oltre alla visione ingrandita, quali altre peculiarità l’hanno conquistata? 

Sono molto contenta di questa intervista e iniziare a rispondere a questa prima domanda mi fa tornare indietro di almeno un decennio quando approcciavo l’acquisto del microscopio operatorio. Il primo vantaggio che cattura il clinico è l’ingrandimento, voler vedere oltre, nel mio caso del voler vedere meglio all’interno dei difetti parodontali o di poter meglio controllare la precisione di una sutura nella chirurgia mucogengivale. Inoltre cercavo anche uno strumento che potesse aiutare la mia didattica e, non da ultimo, uno strumento che permettesse di adottare una corretta postura nel lavoro fisicamente provante che quotidianamente svolgo alla poltrona.
 

Lei è una paradontologa affermata, ha acquistato OPMI PROergo anni fa. Quali motivazioni l’hanno convinta a credere nella microscopia?  Quali vantaggi apprezzano i pazienti?

Svolgo la professione odontoiatrica dal 1992, iniziai ad utilizzare loupes con illuminatore un anno dopo la laurea e l’abilitazione. E’stato un carissimo amico e collega a farmi ragionare sull’acquisto del microscopio operatorio: collaborare con lui per i corsi di parodontologia, capire che il dettaglio dei particolari fa davvero la differenza nell’operatività che nel controllo dei risultati, ha innescato in me la consapevolezza che senza quello strumento non sarei andata lontano nella professione. Ci sono dei momenti in cui devi decidere se fare il salto o stare ferma, consapevole che stare ferma nella incapacità di decidere non solo non ti farà evolvere ma addirittura ti farà fare un passo indietro. Ecco che in quel periodo ho deciso di farlo quel salto e ho subito deciso per lo strumento più performante, perché chi si occupa di chirurgia parodontale ha bisogno di un dispositivo smart che velocizzi quanto più possibile la curva di apprendimento.

I pazienti non apprezzano quanto il microscopio faccia la differenza: dobbiamo essere noi a comunicarglielo e a condividere il dettaglio iconografico differenziativo: è necessario avere una adeguata attività di “marketing” per coinvolgere il paziente quando lo informiamo sul tipo di cure che lo studio è in grado di erogare. Questo vale per qualsiasi innovazione tecnologica.
 

Quanto sono importanti le immagini e i filmati che acquisisce con il microscopio per la comunicazione con il paziente e nella sua attività di relatore?

Sono indispensabili per la mia attività di relatrice, ormai la sola bella fotografia, che prescinde dalla dinamicità di un video, non permette più una adeguata didattica frontale. Il corsista vuole immergersi nel difetto, nella ferita, è disposto ad investire nei corsi che proponiamo se offrono un alto livello formativo. La qualità del relatore, la qualità delle immagini e delle chirurgie proposte devono essere elevate. 
L’aspetto comunicativo rivolto al paziente ha una diversa accezione. Difficilmente il paziente riesce a capire così a fondo la qualità di una videoripresa: per il paziente è necessario avere chiaro che lo strumento permette al parodontologo o agli altri clinici un risultato migliore, sulla base di un expertise maturata con anni di esperienza e alla base della precisione raggiunta.
 

Oltre alla qualità delle soluzioni proposte, nel tempo cosa ha apprezzato di più del rapporto con ZEISS?

Il mio rapporto con l’Azienda è sempre stato, reciprocamente, di grande stima. Quando ho avuto bisogno del loro supporto ho sempre verificato un alto livello di efficienza nella risoluzione del problema e quando l’Azienda mi ha chiesto eventuali collaborazioni ho sempre trovato un interlocutore innovativo, sobrio con il quale condividere fortemente il concetto di precisione. 
 

Nel suo studio si ricercano per i pazienti risultati estetici e minima invasività delle procedure; che parte ha il microscopio per realizzare questi obiettivi?

Mi risulta difficile pensare ad alcune operatività cliniche, dico alcune, eseguite senza l’ausilio del microscopio quando si voglia ricercare efficacia del risultato. Mi riferisco alle procedure di chirurgia parodontale rigenerativa. Da tempo sappiamo che l’utilizzo di questo strumento migliora il risultato clinico raggiungibile. Non abbiamo ad oggi per tutte le procedure dati clinici statistici differenziativi così forti tra l’utilizzo di loupes ingrandenti, almeno 4,5 X, dotata di illuminatore, e il microscopio. La sua maggiore diffusione porterebbe sia ad una maggiore consapevolezza del suo valore aggiunto sia all’ottenimento di più dati a supporto del beneficio nei casi trattati con il suo ausilio. È importante che se ne dotino le Università in quanto strutture maggiormente accreditate sia alla formazione dei futuri professionisti che a pianificare adeguati protocolli di ricerca a supporto delle evidenze cliniche.

 

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Dott.ssa Silvia Masiero

Laureata in Odontoiatria e Protesi Dentaria presso nel 1991.
Socio attivo della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia e della Accademia Italiana di Estetica Dentale; Coordinatore degli Study Club Sidp, Coordinatore della Commissione Editoriale Sidp.
Relatore a MASTER italiani in Parodontologia.
Autore di pubblicazioni scientifiche, Relatrice e Congressi.

Intervista al Dr. Maiolino
Intervista

 

  • Il microscopio operatorio è spesso considerato uno strumento il cui unico vantaggio sia l’ingrandimento. Oltre alla visione ingrandita, quali altre peculiarità del

 

  • Il microscopio operatorio è spesso considerato uno strumento il cui unico vantaggio sia l’ingrandimento. Oltre alla visione ingrandita, quali altre peculiarità del microscopio l’hanno conquistata?  

Dire “ingrandimento” al singolare è limitativo. Il microscopio permette di gestire ingrandimenti diversi nell’arco di pochi secondi, passando da una visione ad ingrandimento ridotto con un ampio campo visivo e grande profondità di campo ad una con ingrandimento maggiore, campo visivo minore e minore profondità di campo per valutare un “dettaglio”, ritrovando sempre il fuoco con rapidità e precisione. Potere alternare in modo veloce diversi ingrandimenti permette una grande versatilità, soprattutto nelle situazioni cliniche dove si opera sia in visione indiretta che diretta. Grandissima importanza ha poi l’ergonomia. L’ impiego del microscopio aiuta l’operatore a mantenere una postura corretta, pur mantenendo le posizioni di lavoro abituali ma senza piegare in modo anomalo collo e schiena per avvicinarsi al campo operatorio. Altro grande vantaggio la possibilità di documentare in tempo reale, senza dovere interrompere il flusso di lavoro come avviene invece con la classica macchina fotografica.

 

  • Lei ha creduto tanto nell’ausilio clinico del microscopio da dotarne lo studio all’inizio della carriera e da sostituirlo pochi anni dopo con un OPMI PROergo. Quali vantaggi apprezzano i pazienti?

Nel 2006 il primo microscopio ad entrare in studio aveva un fuoco fisso rendendo il lavoro e ogni movimento più indaginoso. Nel 2016 ho acquistato un OPMI PROergo. La scelta è stata dettata dal desiderio di avere uno strumento che mi permettesse di ampliare le indicazioni cliniche. Grazie ai blocchi elettromagnetici e al sistema motorizzato di messa a fuoco, OPMI PROergo mi permette di cambiare velocemente angolo di lavoro, situazione meno gestibile con altre tipologie di microscopio. È ormai chiaro per gli operatori del settore che l’utilizzo del microscopio è sinonimo di elevata qualità di risultati. Diverso è per i pazienti che devono essere informati sui vantaggi che gli ingrandimenti danno nella qualità clinica. È necessaria una comunicazione attenta per fare apprezzare i vantaggi dei trattamenti al microscopio.

 

  • Quanto sono importanti le immagini e i filmati che acquisisce con il microscopio per la comunicazione con il paziente e nella sua attività di relatore?

Un’immagine si dice valga più di mille parole. Interagire con paziente mostrando foto o filmati permette di instaurare un rapporto più chiaro e trasparente. Le immagini lo rendono consapevole della diagnosi e delle terapie proposte. Grandissimo valore ha la documentazione da un punto di vista didattico. Mostrare le procedure cliniche con filmati girati al microscopio, con la medesima visuale dell’operatore, permette di essere maggiormente efficaci nella condivisione della procedura.

 

  • Nel suo studio si ricercano per i pazienti risultati estetici e minima invasività delle procedure; che parte ha il microscopio per realizzare questi obiettivi?

Da tempo siamo entrati nell’era dei restauri minimali, facilmente si gestiscono faccette con spessori inferiori agli 0,5 mm, in conservativa diretta lavoriamo su box interprossimali con spazio di lavoro minimo e la precisione necessaria non può essere raggiunta ad occhio nudo. Se consideriamo anche la presbiopia dopo i 40 anni il quadro è chiaro. Impossibile portare a termine queste terapie in modo preciso senza ingrandimenti adeguati, cioè senza microscopio. L’utilizzo in studio del microscopio spinge anche il laboratorio odontotecnico a dotarsene, per garantire la massima precisione dei manufatti protesici. 

 

  • Durante la sua attività di formatore ha avuto modo di utilizzare anche EXTARO 300 nella versione Education; quali vantaggi ne ricavano i corsisti e lei in qualità di relatore? 

Ho utilizzato EXTARO 300 Education nei miei corsi di protesi e conservativa. Molto interessante che il segnale video della telecamera del microscopio possa essere trasmesso facilmente allo schermo del relatore.  I corsisti possono così seguire in tempo reale e con la medesima visuale del tutor la parte didattica pratica. Inoltre, ogni EXTARO 300 Education è dotato di un tablet collegato in WIFI alla telecamera. Questa peculiarità permette al relatore di potere seguire sugli schermi nel dettaglio come i singoli corsisti stiano lavorando. Il tablet permette ai partecipanti di raccogliere e trasferire facilmente sui loro dispositivi clip video ed immagini per “portare a casa” le parti salienti e più importanti del percorso didattico. 

 

Accompagnati da Luca Spada, Responsabile Marketing e Vendite per Carl Zeiss Italia, scopriamo la nuova linea customizzabile e su misura