Tar Lazio: respinto ricorso contro la deliberazione che disciplina gli organi interni
martello da giudice
Respinto il ricorso presentato dal presidente CAO che contestava il potere del Consiglio Nazionale di poter regolamentare le modalità di funzionamento degli organi interni.

In data 23 maggio 2024 è stata pubblicata la sentenza del Tar Lazio N. 10415/24, che ha respinto il ricorso presentato dal dottor Raffaele Iandolo, Presidente della Commissione Albo Odontoiatri nazionale, contro la deliberazione n. 1 del 20/02/2023 approvata dal Consiglio Nazionale con la quale è stato integrato il Regolamento interno della FNOMCeO sulla disciplina degli organi interni della Federazione. 

In particolare, il presidente della CAO aveva contestato il potere del Consiglio Nazionale di poter regolamentare le modalità di funzionamento degli organi interni. Invece, il Giudice amministrativo ha confermato la piena legittimità delle azioni sottolineando che la FNOMCeO ha esercitato correttamente i suoi poteri, previsti dalla legge. Nessun soggetto è stato danneggiato o discriminato, anzi, l'operato della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri è stato riconosciuto pienamente legittimo e rispettoso dei diritti di tutti i soggetti coinvolti.

Per Anelli, presidente della FNOMCeO, si conclude, dunque, "una fase di instabilità determinata da una serie di ricorsi con i quali il Presidente Iandolo ha cercato soluzioni giudiziarie anziché attraverso il dialogo e il confronto, opzioni sempre disponibili e non rifiutate da nessuno. Il Comitato Centrale si è sempre dimostrato disponibile a collaborare pienamente con il Presidente Iandolo e la CAO nazionale, garantendo loro la piena capacità di svolgere il proprio ruolo senza compromessi o limitazioni". 

Anelli sottolinea che "il dialogo, non la contrapposizione, è il mezzo principale per raggiungere gli obiettivi comuni nell'interesse generale dell'Ente, evitando così situazioni che possano mettere in pericolo l'attività istituzionale, come dimostra la sentenza".

Qui la sentenza completa.

 

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