Recentemente, è stata sollevata la questione se estendere questa competenza ad altre figure professionali nel campo dell'odontoiatria. Uno studio di ricercatori cinesi ha riunito un gruppo di individui legato all’ambito odontoiatrico: odontoiatri esperti, neolaureati, studenti e ASO per valutare le differenze nella scansione. Lo studio ha rilevato che la qualità delle impronte era buona indipendentemente da chi manovrava lo scanner; gli studenti, però, sono risultati come i più precisi.

Questo ha portato a valutare se, data la facilità d'uso dello strumento, si potrebbe consentire ad altre figure del team odontoiatrico, come le ASO, di utilizzarlo. Tuttavia, è stato sottolineato che l'impronta dentale è un atto medico, parte di un insieme di procedure per riabilitare un paziente. Pertanto, secondo le normative attuali, solo gli odontoiatri sono autorizzati ad utilizzare lo scanner. Senza contare che, dal punto di vista legislativo, una ASO, seppur competente, non viene considerata come “personale sanitario”, ma operatore di “interesse sanitario”. Discorso diverso è per l’igienista dentale che, pur avendo conseguito una laurea e quindi definibile come professionista sanitario, è comunque interdetto dall’utilizzo dello scanner intraorale.

Uno spunto di discussione importante è anche la sovrapposizione di competenze tra professioni diverse, vietata in Italia, e l'importanza di garantire che queste pratiche siano svolte solo da personale qualificato. L'evoluzione delle nuove tecnologie in odontoiatria crea nuove professionalità e la necessità di aggiornare i profili professionali esistenti diviene consequenziale. In particolare, il ruolo degli odontotecnici e la necessità di tracciare il processo di fabbricazione dei dispositivi medici, soprattutto con la produzione che può avvenire a migliaia di chilometri di distanza.