Inestetismi gengivali a seguito di interventi di implantologia
Sorriso gengivale
Secondo quanto riportato dalla SIdp, il rischio di sviluppare un sorriso gengivale è 14 volte più alto in caso di intervento implantare preparato o gestito inadeguatamente.

La Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), durante il corso di aggiornamento in Chirurgia plastica parodontale e peri-implantare a Firenze, ha evidenziato che una persona su due presenta gengive molto sottili aumentando il rischio di risultati esteticamente sfavorevoli dopo un intervento implantare se questo non viene accuratamente pianificato. Secondo le stime degli esperti, a sei mesi da un intervento impreciso, il 60% dei pazienti potrebbe ritrovarsi con un sorriso gengivale

Il presidente della SIdP e Professore di Parodontologia dell'Università di Firenze, Francesco Cairo, afferma che “il sorriso gengivale, o cavallino, è una condizione di nascita per circa il 10-12% delle persone e si definisce tale quando sorridendo si scoprono oltre 3 millimetri di gengiva”. Molte persone vivono con questa caratteristica senza alcun problema, tuttavia è possibile correggerla efficacemente agendo durante la crescita con interventi come la gengivectomia per rimuovere e riposizionare il tessuto gengivale in eccesso.  Altre soluzioni, seppur con un effetto di durata limitata, possono essere le iniezioni di filler o botulino per permettere al labbro superiore di coprire maggiormente la gengiva. Inoltre, in alcuni casi, con il passare degli anni, il problema può risolversi spontaneamente dal momento che il labbro superiore tende a cedere e nascondere la gengiva.

Cairo sottolinea che “un sorriso perfetto non scopre oltre 3 millimetri di gengive a partire dal bordo del labbro superiore, che devono essere sane, rosee e uniformi”, evidenziando l’importanza di considerare non solo l’aspetto estetico, ma anche la salute e l’uniformità del tessuto gengivale per un sorriso ottimale. 

Secondo la SIdP, il 50% delle persone ha gengive costituzionalmente sottili, un tratto anatomico che le rende più vulnerabili alla recessione in caso di intervento implantare non pianificato correttamente. Inoltre, occorre sottolineare che un impianto mal posizionato aumenta fino a 14 volte la probabilità di sviluppare un sorriso gengivale, con radici dentali molto esposte. 

Il presidente della SIdp ha, inoltre, spiegato che “un impianto troppo inclinato, in caso di gengive sottili, comporta la recessione delle gengive stesse: per ogni errore di posizionamento di 10 gradi, per esempio, aumenta il rischio che la gengiva si ritragga di 0.25 millimetri”. Tuttavia, assicura che una soluzione esiste: consultare parodontologi esperti.

Attraverso una progettazione tridimensionale del posizionamento, con Rx o Tac 3D, il rischio di non inserire l’impianto in maniera corretta si riduce notevolmente, facendo diminuire anche la probabilità di sviluppare inestetismi gengivali successivi. In particolare, nei casi in cui l'impianto deve essere posizionato in un'area visibile ed esteticamente rilevante, è fondamentale valutare attentamente lo spessore dei tessuti molli e duri tramite TAC e scansioni digitali, per evitare che uno spessore troppo sottile possa influenzare negativamente il risultato dell'intervento. Nei casi più complessi, in cui le gengive sono sottili e l'impianto potrebbe comunque causare modifiche al sorriso nonostante tutte le precauzioni, si può ricorrere all'utilizzo di specifici biomateriali e innesti gengivali. Questi prevedono il prelievo di piccoli lembi di tessuto molle dal palato e il loro innesto nelle aree che richiedono trattamento, favorendo la formazione graduale di un nuovo strato di gengiva. Questo approccio non solo non compromette l'estetica del sorriso, ma può persino migliorarla. 

 

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