Impianto singolo: l’innesto connettivo può fare la differenza
tessuto connettivo al microscopio
Posizionare un impianto singolo in una zona estetica del cavo orale rappresenta una sfida che richiede un'attenzione particolare, anche per quanto riguarda il tessuto connettivo circostante

In questo contesto, un team di ricercatori dell'Università di Groningen, in Olanda, ha realizzato uno studio clinico randomizzato per valutare l'efficacia dell'aggiunta di un innesto di tessuto connettivo nell'installazione di un impianto singolo, monitorando gli esiti a cinque anni di distanza. I risultati di tale ricerca sono stati successivamente pubblicati sul Journal of Clinical Periodontology, offrendo un contributo significativo alla comprensione delle migliori pratiche in ambito di impiantologia dentale estetica.


Lo studio

In uno studio clinico condotto dall'Università di Groningen, nei Paesi Bassi, 60 pazienti con un dente anteriore danneggiato nella mascella sono stati attentamente selezionati per partecipare. Questi individui sono stati sottoposti a un trattamento implantare che prevedeva l'inserimento di un impianto dentale e la successiva applicazione di una protesi provvisoria.

Per arricchire la ricerca, i partecipanti sono stati assegnati casualmente a due gruppi distinti al momento dell'intervento: il primo gruppo ha beneficiato di un innesto di tessuto connettivo prelevato dalla tuberosità mascellare, mentre il secondo gruppo non ha ricevuto tale innesto. La maggior parte degli alveoli dentali trattati è stata classificata come Tipo 2A.

Per una valutazione approfondita dell'esito dell'intervento, i ricercatori hanno programmato la raccolta di dati in momenti specifici: prima dell'estrazione del dente compromesso (T0) e poi a 1 (T1), 12 (T12) e 60 mesi (T60) dopo l'applicazione della corona definitiva. L'obiettivo primario dello studio era monitorare le variazioni nel livello osseo marginale (MBL) rispetto alla condizione preoperatoria.

Tuttavia, l'analisi non si è limitata a questo: sono stati esaminati anche altri parametri importanti quali lo spessore della parete ossea buccale (BBT), l'aspetto estetico valutato tramite il Pink Aesthetic Score–White Aesthetic Score (PES-WES), e il grado di soddisfazione espresso dai pazienti. 

Un approccio multidimensionale che ha permesso di ottenere una visione complessiva dell'efficacia del trattamento implantare, sia dal punto di vista funzionale che estetico, offrendo preziose indicazioni sulla miglior pratica clinica nell'ambito dell'implantologia estetica.


Risultati

Durante il delicato periodo di osteointegrazione, che avviene nei primi tre mesi successivi al posizionamento dell'impianto, ciascuno dei gruppi coinvolti nello studio ha sperimentato la perdita di un impianto.

Questo evento, però, ha portato ad un tasso di sopravvivenza dell'impianto del 96,7% per entrambi i gruppi, un risultato che riflette un'alta probabilità di successo dell'impianto a lungo termine.
La differenza più notevole tra i due gruppi è emersa nell'analisi dei cambiamenti nel livello osseo marginale (MBL) a cinque anni (T60) dall'intervento. In questo caso, i dati hanno rivelato una riduzione media di 0,6 mm nel gruppo di controllo, che non aveva ricevuto l'innesto di tessuto connettivo, rispetto a un lieve incremento di 0,1 mm nel gruppo di prova, che aveva beneficiato dell'innesto. 

Tuttavia, quando si prendono in considerazione altri fattori come lo spessore della parete ossea buccale, l'estetica, i parametri peri-implantari dei tessuti molli e la soddisfazione dei pazienti, i risultati si sono dimostrati stabili e senza differenze clinicamente significative tra i gruppi.
Suggerimento al fatto che, mentre l'innesto di tessuto connettivo può offrire vantaggi specifici per la preservazione del tessuto osseo, l'effetto complessivo sul successo estetico e funzionale dell'impianto e sulla soddisfazione del paziente può non essere influenzato in modo rilevante dall'uso di tale innesto.


Conclusioni

Da questo studio clinico emerge che il posizionamento immediato di un impianto singolo, completato dalla relativa protesi, ottiene esiti positivi in termini di salute dei tessuti peri-implantari, sia che sia accompagnato da un innesto di tessuto connettivo sia che non lo sia.

Tuttavia, l'adozione dell'innesto di tessuto connettivo si rivela particolarmente vantaggiosa per minimizzare il rischio di recessione gengivale, offrendo quindi un valore aggiunto soprattutto in quei casi dove l'estetica rappresenta un fattore critico.

In base a queste constatazioni, i ricercatori suggeriscono che, in situazioni in cui l'aspetto estetico assume un'importanza primaria, sarebbe opportuno procedere con l'innesto di tessuto connettivo in concomitanza con il posizionamento immediato dell'impianto. Questa pratica, secondo lo studio, potrebbe garantire risultati estetici superiori, preservando al meglio l'integrità e l'aspetto dei tessuti peri-implantari nel lungo termine.


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Fonte: WILEY

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