Gestione del rischio e contenziosi in odontoiatria: un'analisi
dottoressa sorpresa
Errori clinici, comportamentali e di gestione: percorsi per la prevenzione e la risoluzione

Il contenzioso nel campo dell'odontoiatria nasce quando i pazienti ritengono di essere stati danneggiati a causa di un errore durante il loro trattamento medico. Attualmente, sembra che ogni incidente negativo nel corso di un trattamento sia automaticamente attribuito a una negligenza medica, ossia a un evento che si sarebbe potuto prevedere e prevenire. Questo approccio lascia poco spazio al riconoscimento delle complicanze cliniche, che sono situazioni prevedibili ma inevitabili, nonostante la corretta pratica medica.

Gli errori nel settore odontoiatrico possono generalmente essere classificati in alcune categorie specifiche. Grazie all'avanzamento della formazione professionale e all'adozione della medicina basata sull'evidenza scientifica (EBM), ci si aspetterebbe una riduzione di tali errori e, di conseguenza, dei litigi legali ad essi associati. Tuttavia, nonostante queste aspettative, si osserva da anni un aumento dei contenziosi. Per comprendere uno dei motivi di questa discrepanza, si prenderà in considerazione il campo dell'implantologia dentale. Questo settore illustra chiaramente il divario tra la realtà scientifica e la percezione che ne ha il paziente.

Il rigore scientifico offre indicazioni sempre più precise per minimizzare i fallimenti degli impianti dentali, attraverso un'accurata valutazione di ogni caso, una selezione attenta dei pazienti, informazioni dettagliate e complete, l'uso di strumenti e tecniche adeguate, la gestione dell'igiene orale e del fumo, oltre alla considerazione delle complicanze inevitabili e l'implementazione di controlli periodici programmati. Nonostante questi sforzi, la ricerca scientifica mostra che la percentuale di successo degli impianti dentali a lungo termine (oltre 5-10 anni) si attesta al massimo all'85-90%, con tassi di sopravvivenza degli impianti ancora più bassi, aggravati da un incremento costante dei casi di peri-implantite. Questo termine si riferisce alla condizione in cui un impianto, pur rimanendo nella bocca, non soddisfa più i criteri di successo per gli impianti dentali stabiliti da Albrektsson nel 1986.

D'altra parte, i pazienti, influenzati dalla pubblicità, percepiscono gli impianti dentali come una soluzione immediata e accessibile a tutti per ottenere denti fissi, spesso promessi entro il giorno stesso, con minimi effetti collaterali e una durata praticamente illimitata, il tutto a un costo sorprendentemente basso, spacciato per "prezzo giusto". Questa percezione è ulteriormente rafforzata dalla scomparsa dei tariffari professionali minimi, dalla nascita di centri odontoiatrici low-cost e dai modesti rimborsi offerti dalle assicurazioni sanitarie integrative. Di fronte a questa tipologia di comunicazione, ogni insuccesso o complicanza clinica viene automaticamente interpretato come il risultato di un errore professionale, rendendo inoltre difficile giustificare costi superiori alla media agli occhi dei pazienti.

Ci riferiamo agli errori diagnostici e terapeutici, la cui origine deve essere compresa per prevenirne la ricorrenza. Tali errori portano a indennizzi per i danni subiti, ma è importante non insistere eccessivamente nell'attribuire colpe, ricordando che "il progresso consiste nel passare da un errore all'altro", come affermava il drammaturgo Henrik Ibsen.

Nei contenziosi odontoiatrici, spesso si evidenzia un tipo di errore che va oltre l'aspetto tecnico, sia esso ipotetico o effettivo: si tratta di mancanze nel comportamento del professionista nella gestione del rapporto medico-paziente, specialmente nei momenti critici, e nella gestione del conflitto con la propria assicurazione. Questi errori possono aggravare le tensioni esistenti, trasformando potenziali disaccordi risolvibili in litigi permanenti, o peggiorando la posizione del sanitario nei contenziosi. Contrariamente agli errori diagnostici o terapeutici, che possono avere un impatto sul progresso scientifico o migliorare il rapporto medico-paziente, gli errori comportamentali non portano benefici e hanno un effetto psicologicamente dannoso su tutti gli individui coinvolti: pazienti, colleghi, consulenti tecnici e assicurativi, avvocati e giudici. Gli errori comportamentali e di gestione più comuni includono una serie di fattori interconnessi.

  • Negazione dell’errore: la negazione dell'errore è un comportamento particolarmente critico nei contenziosi odontoiatrici. Riflettendo sul pensiero del filosofo austriaco Karl Popper, che affermava come il più grave errore sia quello di occultare un errore, si osserva spesso questa dinamica nei litigi legali. Dall'omissione di frammenti radicolari, alla separazione di strumenti endodontici nei canali, alla rottura di frese nell'osso, fino a casi estremi come impianti che finiscono nel seno mascellare o perforazioni oro-sinusali non curate entro il tempo critico di 24-72 ore, queste situazioni, se non immediatamente comunicate e gestite, portano a un deterioramento clinico e alla perdita di fiducia da parte del paziente, culminando spesso in azioni legali. Ci sono anche i danni neurologici o alle strutture sinusali dovuti a impianti mal posizionati che, nonostante non possano essere occultati, vengono talvolta negati dai professionisti, che minimizzano le conseguenze assicurando ai pazienti la transitorietà di sintomi come parestesie o sinusiti. Questi ultimi, tuttavia, possono diventare permanenti senza un'adeguata diagnosi e trattamento tempestivi, sia chirurgico che farmacologico.

  • Abbandono del paziente: l'abbandono del paziente rappresenta un'altra grave mancanza professionale. Ci sono casi in cui, dopo aver causato un danno iatrogeno, invece di affrontare il problema ascoltando il paziente e cercando soluzioni adeguate, possibilmente con il supporto di un collega più esperto, il sanitario sceglie di interrompere ogni contatto. Questo comportamento include il rifiuto di accogliere il paziente nello studio, costringendolo a cercare assistenza altrove. Tale atteggiamento non solo danneggia ulteriormente il rapporto medico-paziente ma crea anche un ambiente propizio per lo sviluppo di contenziosi, in quanto il paziente, sentendosi trascurato, è più incline a cercare giustizia attraverso vie legali, dove le sue lamentele trovano terreno fertile per essere accolte e amplificate.

  • Chiarezza sulle spese: la questione dei disaccordi finanziari rappresenta un punto nevralgico nei contenziosi odontoiatrici, che si svolgono prevalentemente nei tribunali civili e ruotano attorno a dibattiti sugli onorari, con l'obiettivo principale di ottenere un risarcimento economico. È evidente come un preventivo iniziale inadeguato o richieste economiche ingiustificate possano essere al centro delle lamentele dei pazienti coinvolti in contenziosi. Problemi quali l'assenza o l'inadeguatezza di preventivi scritti, richieste economiche aggiuntive non previste, azioni legali per il mancato pagamento e la difficoltà nel recuperare somme pagate per trattamenti inefficaci sono tutti fattori che contribuiscono al malcontento. Inoltre, oggi più che mai, il consenso informato del paziente, che include la chiara comprensione dei costi del trattamento, dei materiali utilizzati e delle alternative disponibili, è considerato essenziale. Un preventivo dettagliato e aggiornato, condiviso e firmato dal paziente ad ogni variazione significativa, rappresenta la strategia migliore per garantire trasparenza e correttezza, prevenendo malintesi e discussioni prolungate in sede legale.

  • Fatturazione: un altro aspetto problematico nei contenziosi odontoiatrici riguarda le fatture, sia per la loro assenza - una pratica illecita ma talvolta concordata tra medico e paziente - sia per la mancanza di dettaglio nelle stesse. L'emissione di fatture che riportano solamente il totale senza dettagliare le singole voci di spesa non solo rappresenta una mancanza di trasparenza nei confronti del paziente, ma viola anche le normative fiscali che richiedono una descrizione dettagliata per ogni voce. Questo impedisce di individuare il valore specifico di ciascuna prestazione e, in alcuni casi, di identificare le prestazioni effettivamente erogate. Inoltre, vi sono situazioni in cui le fatture non riflettono accuratamente i servizi forniti, ad esempio dichiarando trattamenti non eseguiti o materiali diversi da quelli utilizzati, al fine di agevolare il paziente nel ricevere rimborsi assicurativi. Queste pratiche costituiscono non solo una violazione etica ma anche un reato di falso ideologico, con gravi conseguenze legali. Tali comportamenti, lungi dal fornire un vantaggio, si rivelano controproducenti in caso di litigio, aggravando la posizione del professionista coinvolto.

  • Cartella clinica: la mancata consegna della cartella clinica, pratica purtroppo comune, viola le norme del Codice di Deontologia Medica, sia nella sua ultima edizione del 2014 che nelle versioni precedenti. Questo comportamento non solo genera frustrazione nel paziente, aggravando inutilmente il conflitto, ma ostacola anche una valutazione accurata del danno da parte degli esperti. È considerato un principio fondamentale fornire una documentazione clinica dettagliata e completa, che includa le tipologie di trattamenti effettuati, le date, gli operatori coinvolti (informazioni cruciali anche per le coperture assicurative), insieme a preventivi, consensi informati, certificazioni di conformità delle protesi, radiografie, eventuali fotografie, modelli e fatture. Questi documenti sono essenziali in caso di contenzioso.
    La giurisprudenza civile ha progressivamente esteso la responsabilità contrattuale e spostato l'onere della prova sul fornitore del servizio, che sia un ente sanitario o un professionista. Ciò implica la necessità, per il professionista o la struttura, di dimostrare in un'eventuale azione legale di aver adempiuto correttamente ai propri doveri. Pertanto, una documentazione clinica incompleta o insufficiente che non supporti adeguatamente le decisioni cliniche prese e l'attività svolta, inclusa la comunicazione con il paziente, compromette la capacità di difesa e può portare a responsabilità risarcitorie anche in assenza di una colpa dimostrabile. Di conseguenza, una documentazione clinica accurata e tempestiva diventa un elemento cruciale dell'esercizio professionale, fondamentale per limitare il rischio assicurativo sia per la struttura che per il singolo professionista.

  • Ulteriori richieste economiche: in alcuni casi, ai pazienti viene richiesto di sostenere ulteriori costi per correggere danni causati da errori iatrogeni, che vengono presentati come complicanze o addirittura attribuiti a presunte negligenze del paziente stesso. Questo include situazioni come otturazioni mal eseguite che richiedono successiva devitalizzazione del dente, devitalizzazioni che provocano perforazioni o la formazione di granulomi portando all'estrazione e alla necessità di implantologia, recidive in trattamenti ortodontici, fratture radicolari dovute a perni inappropriati, o danni a protesi, per i quali vengono talvolta richiesti pagamenti aggiuntivi non giustificati. Anche le lesioni ai nervi periferici causate da estrazioni o procedimenti implantologici che vengono erroneamente attribuite a problemi neurologici centrali rappresentano un esempio di questa pratica. Sorprendentemente, si arriva persino a includere nel consenso informato la possibilità che il trattamento implantologico possa causare lesioni nervose, come se fosse un rischio accettabile anziché un errore da evitare.

  • Decreto ingiuntivo: un elemento ricorrente nei contenziosi odontoiatrici è la procedura coercitiva per il recupero dei pagamenti, spesso rappresentata dal decreto ingiuntivo. Non di rado, il mancato pagamento di una parte dell'onorario da parte del paziente riflette un disagio o un'insoddisfazione verso il trattamento ricevuto; tale situazione potrebbe potenzialmente risolversi senza ulteriori azioni se non fosse per l'emissione di un decreto ingiuntivo che costringe il paziente a cercare assistenza legale. Questo, a sua volta, porta alla valutazione del trattamento da parte di un consulente tecnico alla ricerca di difetti che possano giustificare un'opposizione al decreto, talvolta accompagnata da una contro-richiesta di risarcimento. Prima di avviare azioni di recupero crediti, sarebbe prudente da parte dei professionisti sanitari assicurarsi che la documentazione relativa al trattamento sia completa e impeccabile; in caso contrario, al danno economico derivante dal mancato pagamento potrebbe aggiungersi l'obbligo di risarcire il paziente, anche solo per la violazione del suo diritto alla libera scelta.
     

Oltre agli errori comportamentali nella gestione del rapporto con il paziente, esiste un'altra categoria di errori commessi dagli odontoiatri, definiti come "errori di gestione" della controversia, che possono contribuire significativamente all'escalation del contenzioso giudiziario o al suo aggravamento in termini di costi per i professionisti sanitari.
Tra questi, rientrano la mancata notifica tempestiva alla propria compagnia assicurativa della ricezione di una diffida da parte dell'avvocato del paziente, sia seguendo le tempistiche consigliate dalla polizza assicurativa sia quelle previste dal Codice Civile; l'assenza ingiustificata al procedimento di mediazione; e il non presentarsi in aula durante il processo, assumendo una posizione di contumacia. Questi comportamenti, oltre a non favorire la risoluzione del contenzioso, possono portare a conseguenze legali e finanziarie più gravi per i professionisti coinvolti.
 

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