Fresatrici dentali: precisione, efficienza e prospettive future
Julian Steger, CEO Zirkonzahn Worldwide
Intervista a Julian Steger, CEO Zirkonzahn Worldwide

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Come classificare le diverse fresatrici dentali?

In passato, le fresatrici venivano distinte in manuali e digitali. Le prime, utilizzate per la lavorazione manuale dei materiali dentali; le seconde basate su tecnologie e software CAD/CAM, per la progettazione e produzione di protesi dentali in maniera quasi o completamente automatizzata. Oggi, in piena era digitale, le fresatrici si suddividono generalmente per tipologia di materiali fresabili (duri o morbidi), per tipologia di lavorazione offerta (umido o a secco) e in base ai volumi di fresaggio raggiungibili. 


Quali sono le caratteristiche che rendono la fresatrice un’ottima macchina? 

Scegliere la fresatrice più appropriata è una decisione che va ponderata non solo in relazione alle necessità del laboratorio, ma anche e soprattutto in termini di completezza e qualità dei risultati. Una delle prime caratteristiche è la precisione: quanto più la fresatrice ha la capacità di lavorare con dettagli fini e superfici complesse, maggiore sarà la qualità del prodotto finale. In termini di qualità, un’altra prerogativa molto importante è la stabilità. In questo caso, la macchina deve poter garantire la completa assenza di vibrazioni. È inoltre essenziale che supporti la lavorazione dei materiali dentali più comuni e assicuri la massima flessibilità tramite processi automatizzati e la possibilità di fresare sia ad umido che a secco. Un ulteriore punto da tenere in considerazione è il design delle componenti. Una progettazione semplice ed essenziale della fresatrice consente infatti all’utente di eseguire in maniera autonoma i lavori di manutenzione o sostituzione, risparmiando tempi notevoli. Infine, un software e un’interfaccia intuitivi, facili da utilizzare e comprensivi di tutte le funzionalità necessarie sono elementi fondamentali per un flusso di lavoro efficiente. 


Cosa sono gli assi di una fresatrice? Cosa fanno? 

Per rispondere a questa domanda, bisogna partire dal concetto di cinematica, ossia l’insieme di tutte le traiettorie di movimento e dei loro limiti di corsa e di rotazione, inclusi gli ingombri all’interno della camera di fresaggio che possono interferire con il movimento degli assi. Di base esistono tre assi lineari corrispondenti all’asse cartesiano: X, Y, e Z. Quasi sempre nelle moderne fresatrici gli assi Y e Z vengono “percorsi” dal mandrino che ha anche il compito di slittare verso il porta-frese e rilasciare e/o prelevare le frese durante il fresaggio. Gli altri assi possono essere distribuiti tra l’orbita e il mandrino, a seconda di come viene concepita la fresatrice. 


Fresatrici a 4 e 5 assi, su quale investire?
 
Per poter garantire risultati ottimali, gli assi di una fresatrice sono fondamentali: più assi si hanno a disposizione, più si riesce a riprodurre il restauro desiderato. Inoltre, l’aumento della richiesta di fresatrici che facciano tutte le lavorazioni, ha indotto una produzione quasi esclusiva di fresatrici a 5 assi. A questo va aggiunta l’esigenza di realizzare il più velocemente possibile il prodotto finale. Le fresatrici a 5 assi, quelle su cui ormai ha senso investire, consentono spostamenti lineari a cui si aggiungono le rotazioni degli assi. In questo modo le frese raggiungono anche parti di difficile lavorazione, come sottosquadri e divergenze. 


Nell’acquisto di una fresatrice, quanto sono importanti la potenza del mandrino e gli strumenti in dotazione al macchinario?

Il mandrino è spesso indice dell’efficienza di una macchina. Attualmente, c’è una vera e propria competizione tra i produttori per stabilire quale mandrino abbia più potenza. Se da un lato è importante avere un mandrino potente, dall’altro bisogna considerare molto di più la coppia nella fascia di velocità più bassa. La cosa più importante, tuttavia, è una buona interazione tra strategie di fresaggio, frese e macchina. Quando tutti e tre gli elementi vengono prodotti e testati in-house, si garantisce un coordinamento ottimale di tutti e tre i fattori, assicurando al cliente un prodotto di alta qualità in tempi brevi.


In che modo le fresatrici dentali si integrano con le altre tecnologie del laboratorio odontotecnico e dello studio odontoiatrico?
 
Negli ultimi anni, il settore dentale ha investito molte risorse nella transizione al digitale, a partire dalle nuove tecnologie di diagnostica. In questo contesto, fresatrici con sistemi aperti in grado di garantire una completa integrazione con diversi software e dispositivi, consentono un’interazione ottimale di tutti i prodotti, per un flusso di lavoro continuo, dall’acquisizione del paziente al restauro finale. Il software di CAM ha un ruolo essenziale nella gestione della fresatrice. 


Quanto è difficile e quanto è lunga la curva di apprendimento per l’utilizzo di un software di CAM?

Difficile stimare quanto sia lunga la curva di apprendimento, troppi sono i fattori da prendere in considerazione, uno su tutti l’affinità della persona con la tecnologia. Ciò che posso affermare, è che normalmente per un odontotecnico è estremamente difficile utilizzare un software CAM. Inoltre, non è nemmeno suo compito possederne di default le relative conoscenze e/o competenze. Per questo motivo, noi produttori ci impegniamo costantemente nella ricerca e sviluppo di un design semplificato con funzioni automatiche e interfaccia utente intuitivi, per facilitarne l’utilizzo.


Quale percorso consiglia all’odontotecnico e al dentista che vogliono investire su una macchina fresatrice? 

Investire su una fresatrice non si limita solo all’acquisto del singolo prodotto, ma deve tener conto an che del grado di compatibilità e interazione con gli altri dispositivi per poter garantire un flusso di lavo ro continuo. Per questo motivo, consiglio sempre di acquistare tutto “da un’unica fonte”: software, sistema e materiali. Questo favorisce non solo una completa integrazione delle componenti, ma anche una solida assistenza post-vendita. 


Crede sia rilevante l’assistenza post-vendita?

Quando un laboratorio investe su una fresatrice, è importante che possa beneficiare di un servizio di assistenza tecnica completo, con tempi di risposta brevi, capace di risolvere problemi in qualsiasi fase del flusso di lavoro. Un buon supporto al cliente fa la differenza sia in termini di risoluzione dei problemi, che di ottimizzazione delle prestazioni. 


Quali sono le tendenze future delle fresatrici dentali? Potrebbero venire soppiantate dalla stampa 3D?

Il futuro dei sistemi CAD/CAM sarà all’insegna dell’automazione, con l’introduzione sempre più preponderante della robotica. Un giorno, mi aspetto che tutto sarà eseguito da sistemi di intelligenza artificiale. Anche i sistemi CAD/CAM diventeranno sempre più compatti: una combinazione perfetta tra soluzione ecosostenibile e alta tecnologia. Oggigiorno esistono diverse soluzioni complementari alle moderne fresatrici, una di queste è sicuramente la stampa 3D. Se funziona per alcuni aspetti, non la ritengo la soluzione migliore per elaborare materiali dentali di alta qualità.
Con le fresatrici è possibile produrre protesi altamente resistenti, cosa che non è possibile con le stampanti. La stampa 3D si basa, infatti, su una procedura “additiva”, non adatta alla lavorazione di materiali come la zirconia, che richiede una pressatura ad alte temperature. Credo che ogni laboratorio scelga tecnologie e metodi più in linea con la loro filosofia di lavoro. Tuttavia, con le stampanti 3D la gamma di servizi che un odontotecnico può fornire è limitata a bite, provvisori o protesi mobili. In altre parole, ritengo che le fresatrici permettano di produrre lavori con una precisione e una resistenza superiori.
 


 

 

Julian Steger

CEO della multinazionale Zirkonzahn Worldwide (Gais, BZ), gestisce insieme al padre e fondatore dell’azienda, Enrico Steger, tutti i processi decisionali ed operativi alla base del lancio dei nuovi prodotti sul mercato.

 

 

 

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