Entro il 2026 dovrà cambiare la formazione degli odontoiatri nei paesi UE
Bandiere dell'Europa

La Direttiva europea 36/2005, volta a standardizzare le qualifiche professionali e facilitare la mobilità degli operatori sanitari all'interno dell'UE, è stata aggiornata dalla nuova direttiva UE 2024/782, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 31 maggio 2024. Nello specifico, si chiede ai 27 stati membri della Comunità di adeguare i requisiti minimi di formazione per farmacisti, infermieri e dentisti entro il 4 marzo 2026.

Gli studi condotti dalla Commissione Europea, su segnalazione di atenei, ordini e associazioni di settore, hanno evidenziato significativi progressi nelle competenze acquisite dai dentisti nei 27 paesi membri nell'arco degli ultimi 20 anni. Nuove conoscenze scientifiche sono state acquisite in ambiti quali impiantologia, gerodontologia, assistenza collaborativa interprofessionale, sanità pubblica odontoiatrica/salute orale di comunità, gestione di studi odontoiatrici, genetica e genomica, immunologia, medicina/odontoiatria rigenerativa e tecnologie digitali in odontoiatria. Tuttavia, le attuali normative europee non tengono adeguatamente conto di tali conoscenze nella formazione di base. Pertanto, gli stati membri della Comunità europea sono chiamati a rivedere i requisiti di formazione di base per i dentisti, includendo materie biologiche, ambientali, igienistiche e medico-sociali. Inoltre, è necessario che i programmi formativi includano una maggiore componente pratica e l’acquisizione di competenze digitali, come specificato nei dettagli della direttiva.

Il Council of European Dentists ha contribuito significativamente all'aggiornamento della Direttiva UE, affermando che “la formazione di dentista di base conferisce le competenze necessarie per esercitare tutte le attività inerenti alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle anomalie e delle malattie dei denti, della bocca, delle mascelle e dei relativi tessuti”. 

Stefano Colasanto, delegato AIO, ha sottolineato che a febbraio il CED ha accolto positivamente la bozza della Commissione UE, evidenziando tuttavia alcune criticità nel testo, in particolare nel punto e), dove si menziona l'importanza di acquisire "adeguata esperienza clinica sotto opportuno controllo". Le associazioni hanno rilevato la necessità di definire indicatori chiari, come il numero di interventi eseguiti sotto supervisione tutoriale, misurati in ore di pratica clinica. Questo è particolarmente rilevante in contesti universitari con risorse limitate, come nei Paesi Bassi, dove si sta discutendo la possibilità di ridurre la durata dei corsi.

Danilo Savini, Segretario nazionale AIO, ha affermato che la nuova direttiva europea rappresenta un importante risultato condiviso. Ora, la questione principale è come il nostro paese la recepirà. Savini ha poi sottolineato l'importanza di armonizzare i contenuti dell'insegnamento e del linguaggio della disciplina odontoiatrica a livello europeo, evidenziando il recente progetto di un "Erasmus" in odontoiatria che promuove la collaborazione oltre i confini comunitari.

L'obiettivo è uniformare la formazione, attualmente troppo diversificata, per favorire lo scambio di professionisti tra i vari paesi dell'UE. A tal proposito, l'AIO ha già contribuito attivamente erogando corsi che rispettano i requisiti europei e continuerà a essere presente e vigile sia a Roma che a Bruxelles, con i suoi delegati.

Savini ha infine espresso fiducia nella capacità di un dentista italiano, eletto nel nuovo Europarlamento, di rappresentare efficacemente gli interessi della professione odontoiatrica nelle discussioni con le istituzioni di Bruxelles riguardo ai dettagli interpretativi della direttiva.

Qui il testo completo della direttiva europea.
 

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