Concordato preventivo: il Consiglio dei Ministri approva il decreto
tavola dei ministri

Il 25 gennaio, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo al decreto legislativo che riguarda sia l'accertamento tributario sia il concordato preventivo biennale. Quest'ultimo, in particolare, è stato oggetto di discussione e revisione da parte delle Commissioni Finanze di Camera e Senato. La versione finale del decreto conferma sostanzialmente la struttura proposta inizialmente.

A partire da quest'anno, i contribuenti avranno la possibilità di stabilire in anticipo il proprio reddito e le tasse corrispondenti in accordo con l’Agenzia delle Entrate. Il processo prevede che l’Agenzia presenti al contribuente una proposta di calcolo del reddito, valida per due anni, basandosi anche sui dati forniti dal contribuente stesso, che verosimilmente includeranno le informazioni del modello ISA.
Significativamente, il decreto non prevede una fase di contraddittorio per la determinazione del reddito oggetto di concordato, lasciando al contribuente la scelta di accettare o meno la proposta dell’Agenzia delle Entrate.
In caso positivo egli determinerà e pagherà le imposte del biennio concordatario sulla base del valore del reddito concordato in luogo di quello effettivamente conseguito. Trascorso il biennio l’Agenzia elaborerà una nuova proposta.

Venendo alle novità approvate dal CdM, quella apparentemente più rilevante afferisce all’inclusione dei contribuenti con punteggio ISA inferiore a 8 nel novero dei soggetti che possono aderire al concordato.

La recente modifica normativa nel decreto sembra mantenere sostanzialmente inalterate le dinamiche preesistenti. Originariamente, il decreto prevedeva che i contribuenti con un punteggio ISA inferiore a 8 potessero aumentare il proprio reddito per accedere al concordato. Sotto il nuovo regime, è probabile che l'Agenzia delle Entrate formuli proposte di concordato basandosi sul punteggio ISA del contribuente. Ciò implica che un punteggio ISA più basso potrebbe portare a un moltiplicatore reddituale più elevato, e viceversa.

Inoltre, si prevede l'estensione del regime premiale ISA ai contribuenti che decideranno di aderire a questa forma di concordato. Questa misura mira a incentivare la partecipazione al concordato, creando un collegamento diretto tra il punteggio ISA e le condizioni del concordato stesso.

Vengono invece confermati gli altri requisiti di accesso al concordato, ovvero:

  • l’assenza di debiti tributari maggiori di 5mila euro e di debiti per contributi previdenziali;
  • la regolare presentazione delle dichiarazioni dei redditi relative dei tre periodi d’imposta precedenti;
  • l’assenza di condanne relative a reati tributari o al riciclaggio nei cinque anni precedenti a quelli dell’applicazione del concordato.

Il decreto stabilisce chiaramente l'ambito di applicazione del concordato preventivo biennale, limitandolo agli esercenti attività d'impresa, arti e professioni che aderiscono agli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA) o che sono soggetti al regime forfettario. Una novità significativa introdotta nel testo è che, per il 2024, l'applicazione del concordato sarà sperimentata per un solo anno anziché per due.

Inoltre, per il 2024, sono state apportate modifiche specifiche al calendario degli adempimenti legati all'attuazione del concordato preventivo. In quest'anno, i contribuenti avranno la possibilità di aderire alla proposta concordataria entro il nuovo termine di presentazione della dichiarazione dei redditi, che è stato posticipato al 15 ottobre 2024. Per gli anni successivi, invece, la scadenza per l'adesione rimarrà fissata al 30 giugno.

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