Abuso di sostanze: come ne risentono i denti
donna prende pillola

Si stima che circa 275 milioni di persone, di età compresa tra i 15 e i 64 anni, utilizzino droghe almeno una volta all'anno, e che 31 milioni di esse abbiano un disturbo legato all'uso di queste sostanze. Tra le varie droghe, gli oppiacei sono quelli che causano gli effetti più dannosi sulla salute, mentre i cannabinoidi, essendo le droghe più diffuse con circa 200 milioni di consumatori, hanno il maggiore impatto dal punto di vista epidemiologico. Nella pratica clinica, la situazione è spesso molto più complessa, aggravata dal fenomeno dell'abuso di più droghe contemporaneamente, noto come "polydrug abuse".

Una delle innovazioni significative introdotte dal DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione) è stata la fusione delle precedenti categorie di "abuso" e "dipendenza" da sostanze, definite nel DSM-IV, in una singola categoria denominata "disturbo da addiction". Questa nuova classificazione comprende il concetto di craving, ovvero un desiderio forte e impulsivo per una sostanza, cibo, o per altri oggetti o comportamenti.

È noto anche al pubblico generale che l'abuso di sostanze stupefacenti può avere effetti negativi sulla salute orale. Per il professionista sanitario, è essenziale conoscere quadri clinici specifici legati all'abuso di sostanze per gestire efficacemente i casi conclamati e identificare possibili casi sospetti non ancora diagnosticati. Questa conoscenza permette di adottare approcci di trattamento e prevenzione più mirati.

Recentemente, un team di ricerca presso l'Universidad Europea de Valencia ha condotto uno studio approfondito nel campo dell'odontostomatologia riguardante l'abuso di sostanze. Hanno raccolto e analizzato le informazioni pertinenti e i loro risultati sono stati pubblicati in una revisione sul Journal of Clinical and Experimental Dentistry. Questo studio ha incluso l'analisi di 23 pubblicazioni scientifiche e 4 monografie, fornendo un'ampia panoramica e approfondimenti sull'argomento.

La ricerca condotta dall'Universidad Europea de Valencia ha evidenziato le complessità nell'identificare le cause esatte delle patologie orali nei tossicodipendenti, a causa della loro varietà di comportamenti a rischio. Questi includono una scarsa igiene orale, un'alimentazione inadeguata con un alto consumo di zuccheri, uno stile di vita problematico e, spesso, un basso livello di istruzione.

In particolare, gli autori hanno identificato numerosi effetti collaterali a livello stomatognatico legati al consumo di cannabis. Tra questi, la xerostomia (secchezza della bocca), che aumenta il rischio di carie, e la malattia parodontale, con un rischio maggiore fino a 7 volte rispetto ai non consumatori, tenendo conto anche del fatto che la cannabis è spesso consumata in combinazione con il tabacco. Altri effetti includono erosioni dello smalto dovute a iperemesi (vomito eccessivo), un aumentato rischio di candidosi, leucoplachia, lesioni precancerose e carcinoma orale.
 

Manifestazioni orali dell'assunzione di droghe

I risultati dello studio evidenziano che nei consumatori di cocaina inalata, la lesione orale più distintiva è la perforazione del palato. Questo danno è spesso accompagnato da problemi al setto nasale e sintomi come sinusiti croniche, disosmia (alterazione dell'olfatto), anosmia (perdita dell'olfatto), rinolalia (alterazione della voce) e epistassi ricorrente. Inoltre, è comune in questi pazienti la presenza di bruxismo (digrignamento dei denti), disturbi dell'articolazione temporo-mandibolare e dolori muscolari masticatori.

Nel caso dell'abuso di eroina, si osservano frequentemente gravi manifestazioni orali. Questi pazienti tendono ad avere abitudini alimentari e di igiene a rischio elevato e sono soggetti a xerostomia, carie gravi e ascessi ricorrenti, malattia parodontale, sindrome della bocca urente e disgeusie (alterazioni del gusto). Inoltre, spesso non rispondono bene agli analgesici e agli anestetici locali.

Infine, l'uso di metanfetamina, seconda per diffusione dopo la cannabis, può portare a una condizione orale specifica chiamata “meth mouth”. In questa condizione, i denti diventano più fragili e suscettibili a fratture, subiscono erosioni acide e carie, con un'evoluzione che parte dalla superficie cervico-radicolare e si estende a tutta la corona del dente.
Questi risultati sottolineano l'importanza di un approccio odontoiatrico mirato per affrontare le specifiche patologie orali associate all'abuso di diverse sostanze.


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Fonte: PubMed

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