Sottovaluta lesione tumorale: odontoiatra accusato di omicidio colposo
Odontoiatra e paziente in studio
Curava il paziente per problemi gengivali ignorando il sospetto di lesioni tumorali segnalato dall'igienista dentale.

Un odontoiatra romano è stato rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio colposo dopo aver curato un paziente, a cui era stata erroneamente diagnosticata una gengivite, per nove mesi senza riconoscere che in realtà i problemi presenti nel cavo orale erano legati ad un melanoma.

Il paziente, un uomo di 44 anni, si era rivolto allo studio odontoiatrico per la prima volta nel 2018 lamentando un fastidio dovuto ad un piccolo rigonfiamento gengivale che l'odontoiatra aveva attribuito a una cattiva igiene orale, raccomandando per il suo trattamento regolari sedute di igiene. Tuttavia, nonostante le ripetute visite, i sintomi del paziente non miglioravano, suscitando i primi dubbi sull'accuratezza della diagnosi.

Il sospetto di un tumore fu per la prima volta annotato nella cartella clinica da un igienista durante una sessione di igiene il 30 luglio, ma tale annotazione non risulta essere presente nei registri clinici successivamente sequestrati dai Carabinieri del Nas. 

Nonostante i dubbi sollevati dall’igienista e il persistere del disagio del paziente, l’odontoiatra mantiene la diagnosi originaria e prosegue nel monitoraggio. Ad ottobre, dopo mesi di trattamenti e di fronte alla mancanza di miglioramenti, lo specialista effettua una radiografia al paziente escludendo altre complicanze e continuando a prescrivere sedute di igiene. A dicembre la lesione viene rimossa con il laser senza però effettuare alcun esame istologico. Solo il 18 gennaio 2019 notando l’aggravarsi della lesione, l’odontoiatra suggerisce al paziente di consultare la clinica odontoiatrica del Policlinico Umberto I dove, tre giorni dopo, viene comunicato al paziente che la lesione è in realtà un melanoma

Tuttavia, nonostante i tentativi disperati di trattare il melanoma attraverso interventi chirurgici, radioterapia e immunoterapia, il quadro clinico del paziente era ormai troppo compromesso tanto da portare al suo decesso il 15 dicembre 2020.

Secondo il capo di imputazione del Pubblico Ministero, l’odontoiatra avrebbe causato la morte del quarantaquattrenne “per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia”, sostenendo che una diagnosi corretta e tempestiva avrebbe potuto salvare la vita del paziente o almeno prolungarla significativamente.
 

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