Schillaci: Nuovo Piano Sanitario Nazionale con obiettivi, tempi e risorse
Primo piano del Ministro Schillaci
Il Ministro della Salute propone la creazione di un nuovo documento che delinei chiaramente le questioni da affrontare nel prossimo futuro. Sottolinea, però, l'importanza che le Regioni utilizzino efficacemente i fondi e migliorino i loro modelli organizzativi, precisando che il Ministero sorveglierà attentamente queste azioni, nel rispetto dell'autonomia regionale


Vogliamo migliorare la governance del sistema e stringere un nuovo "patto" con le Regioni e con i cittadini, superando la logica negoziale dei patti della salute, attraverso un Nuovo Piano Sanitario Nazionale che contenga obiettivi strategici, priorità, linee di azione, risorse da mettere in campo e tempi per la loro realizzazione. Abbiamo un rapporto costante di dialogo con le Regioni e siamo sempre pronti a dare il sostegno necessario per rispondere ai bisogni di salute delle persone in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Come ho detto più volte, però, occorre che le Regioni spendano bene i fondi e migliorino i modelli organizzativi. Su questo vigileremo con attenzione, nel rispetto della loro autonomia”. Queste le parole del Ministro Schillaci durante un’intervista al Messaggero, in cui ha anche analizzato la situazione del SSN e proposto alcune ipotesi di lavoro. 

In primis il Ministro ha parlato dell’ultima ondata di COVID: “La situazione è assolutamente sotto controllo. Monitoriamo costantemente l'andamento del virus. I dati dell'ultimo bollettino settimanale indicano un calo dei contagi, dei decessi e dei ricoveri ospedalieri. Come per l'influenza, è disponibile il vaccino: abbiamo anticipato la distribuzione alla fine di settembre ed è stato consegnato alle Regioni, anche quello proteico”.
Quest'anno, poi, si è assistito ad un'epidemia influenzale di proporzioni record, che ha messo sotto pressione i pronto soccorso, come accade annualmente. 
Sono sicuro - ha affermato il Ministro - che molti pazienti, ai primi sintomi, non hanno chiamato il loro medico di famiglia. È qui l'errore. Non sempre è necessario andare in pronto soccorso e soprattutto senza essersi consultati prima con chi può darci i consigli giusti

Recentemente, Schillaci ha esteso il decreto che impone l'uso delle mascherine all'interno di specifici reparti sanitari che accolgono pazienti vulnerabili, anziani o immunocompromessi, in particolare quelli con cure ad alta intensità, come identificato dalle direzioni sanitarie. Tuttavia, anziché intensificare questo provvedimento, punta sulla responsabilizzazione dei cittadini: “Ritengo debba prevalere il buon senso e la responsabilità di ognuno di noi: se ho sintomi influenzali o simil influenzali, evito di far visita ai nonni anziani o a persone fragili. E se proprio c'è necessità di farlo, ad esempio per assisterli, è bene proteggerli”.

Un argomento attuale, data la serie di scioperi avvenuti negli ultimi mesi del 2023, è la crisi professionale che stanno affrontando i medici. “C'è un problema di attrattività – ha ribadito Schillaci - di alcune specializzazioni mediche. Abbiamo dato un primo segnale sugli stipendi con 2,4 miliardi per i rinnovi dei contratti del personale sanitario. Non sarà l'unico. In merito alla responsabilità sanitaria, credo che siano maturi i tempi per intraprendere la via della depenalizzazione dell'atto medico, a esclusione del dolo, mantenendo la responsabilità civile. Ricordo che la maggior parte delle cause si risolve nell'assoluzione. È un tema di cui, come Governo, ci stiamo occupando e verso cui anche il Parlamento ha mostrato sensibilità con la mozione di maggioranza approvata alla Camera”. 

Per concludere, il Ministro ha redatto un elenco dei suoi obiettivi e speranze per l'anno 2024: “C'è più di uno obiettivo: aumento dell'indennità di specificità medica e sanitaria; eliminare i tetti spesa per le assunzioni di personale; utilizzare di più gli specializzandi nei reparti dove c'è maggiore bisogno. Sono tutte misure che si aggiungono a quelle già adottate in questo primo anno e che puntano a rendere più attrattivo il lavoro nel servizio sanitario pubblico, sopperire alla carenza di personale e ridurre le liste d'attesa”.

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