Reazioni avverse a farmaci in odontoiatria: buona la prima
Professoressa Giuseppina Campisi
Il primo workshop in Italia dedicato alle reazioni avverse a farmaci in odontoiatria (ADR-O), dal titolo "ADR in odontoiatria, reazioni avverse a farmaci: stato dell’arte e prospettive", si è tenuto con grande successo il 23 febbraio presso la Dental School del Lingotto a Torino

Questo evento, unico nel suo genere sia a livello nazionale che europeo, ha attratto oltre un centinaio di studenti e professionisti in presenza, oltre a circa duecento specializzandi ed esperti collegati online, confermando l'alto interesse verso le tematiche di farmacovigilanza, prevenzione e gestione delle ADR in ambito odontoiatrico. Il workshop fa parte del più ampio progetto “ADR in Odontoiatria nell’era informatica: dalla segnalazione alla visita specialistica con un click”, finanziato dall’AIFA, e ha visto la partecipazione di illustri figure del settore odontoiatrico italiano, sottolineando l'importanza della formazione e dell'aggiornamento continuo sui rischi farmacologici specifici dell'odontoiatria. 


ADR in Odontoiatria nell’era informatica

Il progetto interregionale "ADR in Odontoiatria nell’era informatica: dalla segnalazione alla visita specialistica con un click", guidato scientificamente dalla Professoressa Giuseppina Campisi dell’Università degli Studi di Palermo e con il Policlinico di Palermo come ente capofila, ha ricevuto finanziamenti dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Il progetto mira a rafforzare le pratiche di farmacovigilanza nel campo dell'odontoiatria coinvolgendo una vasta gamma di stakeholder, tra cui medici, odontoiatri, farmacisti, igienisti dentali, cittadini e pazienti. L'iniziativa si estende attraverso tre regioni italiane: Piemonte, Sicilia e Campania, sottolineando un'approccio collaborativo e multidisciplinare per migliorare la sicurezza dei pazienti e la gestione delle reazioni avverse a farmaci in odontoiatria.

La Professoressa ha sottolineato un incremento di due miliardi di euro nella spesa farmaceutica italiana nell'ultimo anno, evidenziando contemporaneamente un aumento della popolazione anziana, spesso sottoposta a trattamenti con più di sette farmaci diversi in simultanea. In risposta a queste tendenze, è stata introdotta un'iniziativa che comprende la presentazione in congressi nazionali e la pubblicazione di articoli scientifici, l'elaborazione di un questionario per professionisti e la disponibilità di un corso di Formazione a Distanza (FAD) gratuito per approfondire la tematica. Presto sarà lanciata anche la piattaforma "MedOral", accessibile da PC e smartphone, per il teleconsulto e la segnalazione di reazioni avverse a farmaci specifiche dell'odontoiatria.

La Professoressa Campisi ha inoltre evidenziato come le reazioni avverse a farmaci in odontoiatria (ADR-O) possano derivare sia da prodotti di uso topico, come dentifrici, collutori o unguenti, sia da farmaci assunti per via sistemica. Ha messo in guardia sul rischio che, senza un'adeguata comunicazione da parte dei prescrittori riguardo alla possibile insorgenza di tali reazioni, i pazienti potrebbero non riconoscere il legame tra il farmaco e l'eventuale patologia sviluppata, aumentando il rischio di complicazioni gravi, inclusa la morte. Infine, ha accennato al fatto che la scarsa inclinazione a segnalare tali reazioni potrebbe essere attribuita a diversi fattori, inclusa la mancanza di consapevolezza o di informazioni adeguate da parte dei pazienti, limitate capacità diagnostiche, la mancanza di incentivi o la paura di ripercussioni legali da parte dei professionisti sanitari.


Reazioni avverse a farmaci in odontoiatria

Attualmente, nel campo dell'odontoiatria sono state identificate sedici principali tipologie di reazioni avverse a farmaci. Queste includono sintomi e condizioni come l'ingrossamento delle labbra, il bruxismo (digrignamento dei denti), la candidosi orale, la cheilite (infiammazione delle labbra), l'eritema multiforme, le eruzioni cutanee fisse, l'iposcialia (riduzione della saliva), la scialorrea (eccessiva produzione di saliva), l'ingrossamento delle ghiandole salivari, le lesioni cutanee simili al lupus, le lesioni orali da contatto, le mucositi causate dalla chemioterapia, l'osteonecrosi delle ossa mascellari, il pemfigo, il pemfigoide, la pigmentazione delle mucose e dei denti, le reazioni lichenoidi, la sindrome di Sjogren secondaria e le ulcere orali. Questi effetti avversi evidenziano l'importanza della sorveglianza e della gestione attenta delle terapie farmacologiche in ambito dentale.

Durante il recente convegno, il Professor Giacomo Arduino dell’Università degli Studi di Torino ha messo in luce la complessità e la varietà delle reazioni avverse a farmaci che interessano i tessuti duri dentali, la gengiva e la mucosa orale. Sottolineando sia le problematiche note da tempo sia quelle emergenti, dovute all'introduzione di nuovi prodotti farmaceutici e ai cambiamenti fisiologici dei pazienti, ha evidenziato la necessità di una maggiore consapevolezza e segnalazione di tali effetti avversi. Tra le reazioni più comuni in Italia, si segnala l'iperplasia gengivale indotta da farmaci come gli anti-epilettici, gli immunosoppressori e i calcio-antagonisti, oltre a quelli più diffusamente usati come le statine. Arduino ha discusso delle opzioni di trattamento, che vanno dall'approccio conservativo, interrompendo l'uso del farmaco, a quello chirurgico in casi più complessi associati a scarsa igiene orale.

Ha inoltre evidenziato come meno del 30% degli italiani abbia un odontoiatra di fiducia, sottolineando l'importanza di un'adeguata educazione del paziente da parte del medico prescrittore. Ulteriori effetti collaterali menzionati includono danni ai tessuti mucosi come ulcerazioni e pigmentazioni orali, che possono presentarsi anche in forme miste. Arduino ha concluso rilevando l'importanza di approcci medici più olistici nei workshop, enfatizzando l'importanza di una corretta anamnesi e valutazione della condizione sistemica del paziente per la formazione continua dei professionisti del settore, un progresso significativo reso possibile grazie al supporto di AIFA.


Osteonecrosi delle ossa mascellari

L'osteonecrosi delle ossa mascellari rappresenta una delle reazioni avverse a farmaci più serie e note, colpendo principalmente pazienti affetti da cancro e/o osteoporosi, i quali in Italia sono stimati essere circa 5 milioni. Tale condizione è stata identificata per la prima volta intorno al 2004 e continua a essere oggetto di studio, considerando la varietà di farmaci e le diverse tipologie di pazienti che possono sviluppare problemi alle ossa mascellari come effetto collaterale. Durante il workshop, il Dottor Vittorio Fusco, oncologo presso l'Ospedale di Alessandria, ha messo in evidenza l'importanza di avanzare nella comprensione di questa patologia per garantire una diagnosi precoce e, ove possibile, prevenirne l'esito negativo o almeno mitigarne l'impatto sulla vita dei pazienti.
Inizialmente riconosciuta come necrosi ossea mascellare nei primi casi documentati nel 2003, la comunità medica italiana ha impiegato alcuni anni per formulare una descrizione accurata e definirla come una reazione avversa farmaco-correlata, caratterizzata dalla progressiva distruzione e necrosi dell'osso mandibolare e/o mascellare in pazienti trattati con farmaci associati a un rischio elevato di tale condizione, senza che vi sia stata esposizione a radioterapia.

Il Professor Giacomo Oteri dell'Università di Messina, nel suo intervento "Reazioni avverse nelle ossa mascellari da farmaci anti-riassorbitivi", ha evidenziato come certe categorie di pazienti siano particolarmente vulnerabili all'osteonecrosi. Queste includono pazienti affetti da tumori onco-ematologici e osteodismetabolici, quelli trattati con farmaci antiriassorbitivi come i bisfosfonati e il denosumab per prevenire problemi ossei legati a terapie ormonali, e i pazienti GCBT con tumore giganto-cellulare dell’osso. Il consumo di tali farmaci, in crescita in Italia, insieme ad altri fattori come le condizioni di salute preesistenti, lo stile di vita e la comorbilità con altri farmaci, aumenta il rischio di sviluppare osteonecrosi.

L'Italia si distingue a livello internazionale per le sue ricerche critiche e dettagliate su come gestire la terapia farmacologica per minimizzare gli effetti avversi come l'osteonecrosi. Il Dottor Vittorio Fusco ha sottolineato un cambiamento significativo nell'approccio alla malattia da parte degli specialisti del cavo orale, che sono passati da una percezione di timore a una comprensione più profonda, modificando di conseguenza anche le strategie diagnostiche e terapeutiche. Oggi, l'uso di tecniche diagnostiche avanzate come la TAC e l'intervento chirurgico precoce rappresentano parte fondamentale del trattamento.
Secondo il Prof. Oteri, è essenziale che l'osteonecrosi venga sottoposta a un rigoroso percorso di indagine clinica e radiologica, affiancando la possibile sospensione del farmaco, per garantire ai pazienti una qualità di vita soddisfacente nonostante la malattia. L'enfasi è stata posta sulla necessità di un approccio che integri la prevenzione con la terapia attiva.


ADR-O e genere

La Dottoressa Liberata Sportiello e la Professoressa Annalisa Capuano, dell'Università Vanvitelli della Campania, hanno discusso il ruolo significativo che il genere del paziente gioca sia nell'incidenza delle reazioni avverse ai farmaci (ADR-O) sia nei processi di segnalazione di tali reazioni. Hanno evidenziato come, negli studi clinici, le donne siano spesso sottorappresentate rispetto agli uomini, portando a una disaggregazione dei dati tale da rendere difficile una corretta valutazione del rapporto rischio-beneficio dei farmaci per il genere femminile.

Sportiello ha sottolineato che le donne presentano una prevalenza di ADR-O superiore del 1,5% rispetto agli uomini, risultando in un maggior rischio di ospedalizzazione e interruzione del trattamento. Inoltre, è stata riscontrata una maggiore propensione alla segnalazione di ADR da parte delle donne.
L'importanza della farmacovigilanza come strumento di monitoraggio della sicurezza dei farmaci è stata messa in evidenza, insieme alla necessità di includere informazioni fondamentali come il sesso e l'età per non compromettere l'efficacia di tali attività. Sportiello ha fatto notare che non basta semplicemente aggiustare le analisi includendo il genere come variabile, ma è cruciale progettare gli studi con l'intenzione di esplorare e comprendere le differenze di genere nelle reazioni ai farmaci.

Dal 2001 al 2021, in Campania, le segnalazioni di ADR sono state maggiormente attribuite alle donne (55,8%) rispetto agli uomini (44,2%), con un totale di 59.512 denunce principalmente concentrate nella fascia d'età tra i 18 e i 64 anni. Queste segnalazioni hanno riguardato gli effetti indesiderati di 86.582 prodotti, con una predominanza di farmaci (87,7%) rispetto ai vaccini (12,3%).


Le reazioni avverse tra deontologia e responsabilità medico-legali

Il Professore emerito Gian Aristide Norelli ha introdotto un'ulteriore prospettiva sul tema delle reazioni avverse ai farmaci, concentrando l'attenzione sulle implicazioni deontologiche e medico-legali. Ha sottolineato l'importanza cruciale di segnalare le complicanze farmaceutiche, non solo come dovere professionale ma anche per le conseguenze legali che possono derivare sia in ambito penale che civile. Norelli ha evidenziato come questo aspetto, spesso trascurato, sia in realtà fondamentale quanto la diagnosi e la terapia nel mestiere medico.

Nonostante il consenso informato sia un diritto garantito dalla Costituzione del 1948, la pratica di informare adeguatamente i pazienti in odontoiatria non è stata enfatizzata fino agli anni '80. La svolta è arrivata con una sentenza della Corte di Cassazione nel 1997, che ha chiarito quali informazioni debbano essere fornite ai pazienti. Successivamente, la Legge 19 del 2017 ha reso obbligatorio includere queste informazioni nella cartella clinica, riconoscendole come parte integrante del trattamento e della prestazione medica.

Norelli ha osservato che alcuni odontoiatri possono essere riluttanti a segnalare le ADR-O per mancanza di consapevolezza sui rischi legali a cui si espongono, nonostante la segnalazione sia intrinsecamente parte del processo di prescrizione. Ha enfatizzato che riconoscere e comunicare una reazione avversa diventa un elemento chiave nell'informare correttamente il paziente, consentendo così di ottenere un consenso informato valido per il trattamento.


Il workshop

Il workshop "ADR in odontoiatria, reazioni avverse a farmaci: stato dell’arte e prospettive", organizzato dall’Azienda Ospedaliera Universitaria Paolo Giaccone di Palermo e patrocinato da enti di prestigio come la Commissione Nazionale degli Albi Odontoiatri (CAO) e la Società Italiana di Patologia e Medicina Orale (SIPMO), ha visto la partecipazione di eminenti relatori quali Simone Baldovino dell’Università degli Studi di Torino, Vito Carlo Alberto Caponio dell’Università di Foggia e Stefania Leuci dell’Università di Napoli. Tra i moderatori si sono distinti Umberto Romeo, vicepresidente della SIPMO, e Michele Giuliani, segretario della Società.

Un momento saliente dell'evento è stato l'ADR-O Contest, una competizione scientifica che ha presentato i sei migliori case report selezionati tra trenta candidati, mettendo in luce studi di rilievo nel campo delle reazioni avverse.
Il case report vincitore, incentrato sull'analisi di una reazione avversa muco-cutanea all'Allopurinolo e tiopronin, ha dimostrato l'alta valenza scientifica dell'indagine, affermandosi tra i contributi di spicco del workshop. Inoltre, sono state riconosciute due menzioni di merito per studi riguardanti le lesioni orali post-vaccinazione Pfizer-BioNTech SARS-CoV-2 e le ulcere orali indotte da basse dosi di metotrexato in un paziente con artrite reumatoide. Questo segmento competitivo ha arricchito significativamente il workshop, evidenziando l'impegno nel promuovere la segnalazione e la consapevolezza su ADR nel settore odontoiatrico.
 

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