Tutto nasce nel 2017, quando la mia équipe si trova ad affrontare un caso particolare di un paziente molto giovane, affetto da una grave carenza di osso per il quale non c’era altra soluzione che interventi molto rischiosi e invasivi o una protesi mobile, la mia mente inizia ad elaborare senza sosta…
La mia ricerca parte dallo studio degli impianti iuxtaossei o sottoperiostei, (in inglese subperiosteal implants) già introdotti nel 1941 da Gustav Dahl e rivisitati nel 1946 da Norman Goldberg e Aaron Gerschkoff e sono i dispositivi chirurgici impiegati nell’implantologia iuxtaossea o sottoperiostale (subperiosteal implantology).
Non mi sono mai posto barriere intellettuali ne culturali, e pur non essendo un chirurgo ne tantomeno un
ingegnere biomedico, inizio ad elaborare un “dispositivo” atto ad offrire una soluzione ottimale e senza rischi al Paziente con gravissime atrofie ossee mascellari rispetto alle tecniche fino ad ora conosciute.
Inizio collaborazioni con ingegneri biomedici e luminari del mondo odontoiatrico come il Prof. Adriano Piattelli, il Prof. Alessandro Cipollina ed il Dott. Alberto Gargiulo, i quali, insieme a gruppi di ricerca universitari, sviluppano studi scientifici, progettuali e di laboratorio sulla mia idea.
Studi clinici e sperimentazione portano a redigere, da parte dei Professori e Medici sopra elencati, articoli scientifici, articoli su riviste mediche, interviste e partecipazioni a concorso durante i convegni nazionali sulle nuove tecnologie nell’ambito dell’implantologia.
Finalmente nel 2021 porto a brevettare ufficialmente questo nuovo dispositivo: il Premaxillary Device™ che in pochissimo tempo apporta una vera e propria rivoluzione nel mondo odontoiatrico.
Ma in cosa consiste l’evoluzione e le differenze sostanziali dai dispositivi sottoperiostei?
Innanzitutto nelle dimensioni: il Premaxillary Device™ ha una struttura molto ridotta, non customizzata (larghezza 3cm, spessore 1mm) rispetto agli impianti sottoperiostei che presuppongono dimensioni maggiori e un conseguente intervento con scollamento sostanziale. Le dimensioni del nuovo dispositivo permettono un posizionamento più agevole e un intervento molto più conservativo.
La struttura del device è articolata per essere fissata al mascellare con soli 4 impianti (di cui due da posizionare nel seno antero-posteriore paralleli l’uno all’altro, mentre i due impianti laterali verranno posizionati alle estremità del device stesso collocandoli nelle zone ossee tra le parete laterale della cavità nasale e la parete anteriore dei seni mascellari) e 4 fori filettati per l’inserimento dei monconi, che potranno essere ivi avvitati.
Come area di intervento viene individuata la zona della premaxilla nello specifico l’area sottostante la cavità nasale.
Inoltre presenta 44 microfori passanti in modo da consentire al sangue di poter penetrare e venire in contatto con il periostio del lembo una volta suturato, in tal modo gli elementi cellulari veicolati potranno essere stimolati all’osteogenesi.
Altro aspetto caratterizzante consiste nella possibilità di effettuare sia un carico immediato, lì dove la stabilità primaria degli impianti lo consenta, oppure un carico differito.
Visita il sito www.premaxillarydevice.com o richiedi maggiori informazioni a info@premaxillarydevice.com