Bernini alla Camera: un periodo di studi comune per i corsi di medicina e odontoiatria
Ministro dell'Università Anna Maria Bernini
Il Ministro dell'Università, Anna Maria Bernini, ha risposto alla Camera ad un'interrogazione riguardante l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia.

"Il nostro traguardo è quello di assicurare che gli studenti siano valorizzati, non sulla base di test diciamo da lancio della monetina, ma sulla base di materie caratterizzanti" - Lo ha detto il Ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, rispondendo ad una domanda della deputata Annamaria Patriarca (FI) nel corso dell’interrogazione alla Camera, evidenziando che: “Fin dall'inizio del mio mandato, ho avviato, il Ministero ha avviato, il Governo ha avviato, un lavoro di riforma dell'accesso programmato a medicina”.  Il Ministro ha sottolineato l'importanza di un periodo di studi comune per i corsi di laurea in medicina, odontoiatria, medicina veterinaria e altre discipline biomediche. Durante questo percorso, gli studenti avranno l'opportunità di seguire corsi qualificanti, che permetteranno loro di trasferire le competenze acquisite ad altri percorsi formativi correlati, qualora non riuscissero a superare l'esame di accesso, evitando così sprechi di tempo e risorse.

Bernini ha spiegato che si punta a una selezione più accurata, capace di individuare le abilità necessarie per il futuro professionale degli studenti - "Viene in gioco il diritto allo studio di quanti intendano investire le proprie energie, i propri talenti e i propri sogni, anche grazie al sostegno delle famiglie, in un progetto di vita così formativo e prospettico."

Il Ministro ha concluso affermando: "Non è possibile garantire a tutti un posto di lavoro, ma è nostro dovere assicurare a tutti coloro che ne siano capaci la possibilità di ottenerlo. Nel caso dei futuri medici, abbiamo il dovere di formali al massimo delle nostre possibilità."

Di seguito la risposta integrale del Ministro Anna Maria Bernini.

"Grazie, signor Presidente. Grazie all'onorevole Patriarca. Mi rifaccio a quello che lei ha appena detto, passaggio dai TOLC ai nuovi test. Consentitemi un rapidissimo aggiornamento su questo. A fine luglio si è tenuta la seconda prova, dopo maggio, e da circa una settimana sono partite le assegnazioni e lo scorrimento delle graduatorie per le studentesse e gli studenti. Non era scontato che in pochissimo tempo riuscissimo a trovare una soluzione valida in sostituzione dei TOLC. Ce l'abbiamo fatta, lo abbiamo fatto anche - e soprattutto - grazie al sistema universitario, che ha risposto molto bene, lo abbiamo fatto - come lei giustamente ricordava - creando una banca dati aperta e pubblica, proprio per evitare e annullare per sempre quel mercato parallelo, della formazione opaca e nascosta, che invece la banca dati chiusa aveva generato. Non è più così: fin dall'inizio del mio mandato, ho avviato, il Ministero ha avviato, il Governo ha avviato, un lavoro di riforma dell'accesso programmato a medicina. Infatti, la sua domanda, onorevole Patriarca, va oltre. Anche su questo non abbiamo dato nulla per scontato e abbiamo individuato il fabbisogno reale delle strutture e delle realtà sanitarie, che non sono solo ospedali, e al tempo stesso abbiamo tenuto conto della capacità del sistema universitario di formare bravi professionisti, dando loro fondi per aumentare la disponibilità ai luoghi della formazione.
Non ci siamo fermati qui, come sapete. Il nostro traguardo è quello di assicurare che gli studenti siano valorizzati, non sulla base di test da lancio della monetina, ma sulla base di materie caratterizzanti, attraverso un periodo di studi comune ai corsi di laurea di medicina e chirurgia, odontoiatria e medicina veterinaria, nonché agli altri corsi di studio di area biomedica, in cui gli studenti frequenteranno una serie di discipline qualificanti. Ciò consentirà loro di poter comunque reinvestire le conoscenze che avranno acquisito - e le competenze che avranno acquisito - in un altro percorso formativo contiguo, ove non fosse stato possibile superare l'esame e senza così sprecare tempo e risorse.

Una selezione predittiva in grado di verificare oggi il possesso delle abilità che serviranno domani. Viene in gioco il diritto allo studio di quanti intendano investire le proprie energie, i propri talenti e i propri sogni, anche grazie al sostegno delle famiglie, in un progetto di vita così formativo e prospettico.

Non è possibile - concludo, Presidente - garantire a tutti un posto di lavoro, ma è nostro dovere assicurare a tutti coloro che ne siano capaci la possibilità di ottenerlo. Nel caso dei futuri medici, abbiamo il dovere di formali al massimo delle nostre possibilità".

 

PH: comunicazione.camera.it
 

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