Oppioidi nel trattamento del dolore orale acuto: alcune linee guida
compresse di ossicodone

Il trattamento del dolore orale acuto di intensità media o elevata richiede una gestione attenta e mirata, gli oppioidi rappresentano una risorsa fondamentale per molti professionisti dell’odontoiatria. Tuttavia, l’uso di questi farmaci non è privo di rischi come sottolineato da dati italiani e statunitensi.

 

La situazione negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, l’uso eccessivo di oppioidi nel trattamento del dolore dentale è diventato un problema particolarmente rilevante dal momento che, molte prescrizioni, non rispettano le linee guida stabilite per l’uso sicuro e appropriato di tali farmaci. In particolare, l’Ossicodone, l'oppioide prescritto più di frequente, viene spesso utilizzato in maniera inadeguata fra uomini e giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni. Questa situazione ha evidenziato la necessità di interventi mirati per ridurre l’eccessiva prescrizione di oppioidi negli Stati Uniti.

 

La realtà in Italia

In Italia l’uso di oppioidi nel trattamento del dolore dentale è limitato e controllato in maniera più efficace, nonostante sia auspicabile la creazione di linee guida per garantire una prescrizione appropriata e sicura di questi farmaci.

 

Le diverse opzioni terapeutiche: Ossicodone, Idromorfone e Buprenorfina

Tra gli oppioidi maggiormente utilizzati nel trattamento del dolore dentale, tre farmaci spiccano per la loro efficacia:

  • Ossicodone: è un oppioide semisintetico derivato dalla tebaina che presenta un potente effetto analgesico simile alla morfina. È disponibile in diverse formulazioni, comprese compresse a rilascio prolungato da 5, 10, 20, 40 o 80 mg, da assumere ogni 12 ore. Tuttavia, è importante evitare di rompere, disciogliere o masticare queste compresse per evitare gravi rischi di sovradosaggio.
    L’ossicodone è utilizzato anche nel trattamento del dolore degenerativo da moderato a grave, nelle patologie muscolo-osteoarticolari non controllate da Fans e paracetamolo e nel dolore oncologico da moderato a grave. Le formulazioni includono compresse rivestite o effervescenti, spesso associate a paracetamolo.
  • Idromorfone: è circa otto volte più potente della morfina e viene utilizzato per il trattamento del dolore intenso negli adulti. Anche in questo caso, è fondamentale rispettare la posologia e la modalità di assunzione per prevenire gravi effetti collaterali.
  • Buprenorfina: è un oppioide semisintetico derivato dalla tebaina, utilizzato sin dal 2015 per il trattamento del dolore da moderato a severo, si acuto che cronico, incluso quello causato da patologie neoplastiche grazie alla sua potenza 25-100 volte superiore alla morfina.
    La dose raccomandata per il dolore è di 1 compressa da 0,2 mg o 2 compresse insieme da sciogliere sotto la lingua o tra la guancia, ogni 6-8 ore o secondo necessità. È utile nel dolore da deglutizione e nelle mucositi orali post-trapianto di cellule staminali.

A cosa prestare attenzione

Durante il trattamento con Ossicodone, Idromorfone e Buprenorfina, è essenziale che il paziente segua attentamente le prescrizioni del medico riguardanti la posologia, la frequenza delle somministrazioni e la durata del trattamento. Inoltre, è importante rispettare la modalità di assunzione prescritta, specialmente per le compresse a rilascio prolungato, per evitare rischi di sovradosaggio che possono rivelarsi letali. 
Questi farmaci possono influenzare la capacità di guidare e causare effetti collaterali come ipotensione, bradicardia, irrequietezza e confusione mentale.

In conclusione, mentre gli oppioidi sono un’importante risorsa nel trattamento del dolore orale acuto, è fondamentale utilizzarli con cautela e attenzione per prevenire gravi conseguenze. Sia negli Stati Uniti che in Italia, è necessario adottare misure mirate per garantire un uso sicuro ed efficace di questi farmaci nell’ambito odontoiatrico.

 

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