A seguito della comunicazione del punteggio di affidabilità fiscale, recapitato il 20 settembre scorso all’interno del cassetto fiscale dei contribuenti, da lunedì 14 ottobre, imprenditori e professionisti troveranno una nuova informativa nello stesso spazio. La comunicazione fornirà una tabella dettagliata con il calcolo delle imposte sostitutive da versare per completare il nuovo "ravvedimento speciale", relativo alle annualità dal 2018 al 2022.
Questo istituto, introdotto recentemente in sede di conversione del DL omnibus (DL n. 113/2024), offre ai contribuenti la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale.
Per aderire al ravvedimento speciale, che permette di definire i redditi per le annualità 2018-2022 attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva sulle imposte sui redditi, sulle relative addizionali e sull'Irap, evitando potenziali accertamenti da parte dell'Amministrazione finanziaria, è necessario rispettare due condizioni specifiche:
- Avere aderito, entro il 31 ottobre, al concordato preventivo biennale.
- Essere soggetti agli indici ISA.
In pratica, il ravvedimento speciale è destinato esclusivamente ai contribuenti che applicano gli ISA, escludendo coloro che utilizzano il regime forfettario. Di conseguenza, i soggetti che rientrano in quest'ultima categoria non riceveranno alcuna comunicazione nel proprio cassetto fiscale. È quindi consigliabile effettuare un controllo immediato per verificare la presenza della comunicazione, considerato che le prime simulazioni sull’applicazione di questo ravvedimento speciale – che funziona come una sorta di "scudo fiscale" per le annualità 2018-2022 – mostrano risultati particolarmente favorevoli. Il meccanismo di calcolo previsto tende infatti a determinare, nella maggior parte dei casi, importi molto contenuti dell’imposta sostitutiva da versare per perfezionare l'adesione.
Il ravvedimento speciale si rivela particolarmente vantaggioso per quei contribuenti che, a causa di redditi dichiarati modesti negli anni 2018-2022, hanno ottenuto punteggi ISA più bassi, rendendoli maggiormente vulnerabili a eventuali controlli da parte dell'Amministrazione finanziaria.
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