Le Università di Bologna, Palermo e Pisa in India per la salute orale
Le Università di Bologna, Palermo e Pisa in India per la salute orale
Un'importante missione umanitaria si è appena conclusa in India, dove un team di medici e ricercatori delle Università di Bologna, Palermo e Pisa ha promosso la salute dentale e orale presso l'Università Monastica Tibetana di Sera Jey e nell'insediamento tibetano di Bylakuppe, situato a circa 300 km da Bangalore.

L’iniziativa ha unito azioni cliniche, educazione sanitaria e ricerca avanzata, lasciando un segno profondo in una comunità unica per storia e valori.

Il principale obiettivo della missione è stato condurre una vasta campagna di prevenzione e cura della salute orale, rivolta a due gruppi principali: i giovani studenti delle scuole monastiche e secolari e i monaci con più di 50 anni del Monastero di Sera Jey, che ospita oltre 3000 monaci. Parallelamente, sono stati visitati e curati numerosi rifugiati tibetani che vivono nell’insediamento di Bylakuppe, che conta più di 20.000 persone.

Grazie a uno scrupoloso screening che ha coinvolto più di 1.100 individui, il team ha eseguito circa 400 interventi odontoiatrici, sia di tipo conservativo che chirurgico, rispondendo tempestivamente ai casi più urgenti emersi durante le visite. Gli interventi sono stati accompagnati da un’ampia attività di educazione all’igiene orale, mirata a sensibilizzare la popolazione scolastica e monastica. Materiali didattici specifici sono stati realizzati per rispettare le peculiarità culturali, linguistiche e ambientali della comunità.

Il lavoro sul campo è stato arricchito da una forte sinergia tra medicina e tecnologia. I dati raccolti durante la missione saranno utilizzati per sviluppare tecniche di intelligenza artificiale applicate alla diagnosi precoce delle lesioni orali. “Le tecniche di intelligenza artificiale spiegabile, applicate a un campione popolato da individui con abitudini di vita simili, possono rappresentare un supporto fondamentale per i medici”, ha spiegato il prof. Mario Cimino dell’Università di Pisa, che ha collaborato da remoto. Parallelamente, il prof. Bruno Neri ha proseguito la sua ricerca sugli effetti della meditazione, condotta insieme ai monaci dell’area di ritiro del monastero.

 

Un incontro speciale con il Dalai Lama

La missione ha coinciso con la presenza del Dalai Lama presso il Monastero Tashi Lumpo, all’interno dell’insediamento tibetano. Sua Santità ha voluto incontrare personalmente il team italiano durante un’udienza pubblica, esprimendo gratitudine per il prezioso lavoro svolto a favore della comunità tibetana. Un riconoscimento che ha dato ulteriore significato a questa esperienza, come sottolineato dalla prof.ssa Giuseppina Campisi dell’Università di Palermo: “È stata un’esperienza che ha coniugato i valori della missione umanitaria con quelli della ricerca e dell’educazione, seguendo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

 

Un legame profondo con il popolo tibetano

Le testimonianze dei partecipanti rivelano quanto questa missione sia stata arricchente non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano. “Ho provato una profonda sintonia con il popolo tibetano, grazie anche alla mia pratica dello yoga che mi avvicina ai fondamenti della loro cultura”, ha raccontato la prof.ssa Maria Giovanna Gandolfi dell’Università di Bologna. Emozioni simili sono state espresse dal prof. Carlo Prati: “È stato commovente operare sostenuto dagli sguardi di pazienti che si affidavano completamente alle mie mani”.

 

Un impegno che guarda al futuro

L’iniziativa ha posto solide basi per future collaborazioni e interventi. Oltre alla pianificazione di strategie di prevenzione con l’ospedale locale, la missione si inserisce in un percorso di lungo termine che vede le Università italiane impegnate nella promozione della salute orale e nella raccolta di dati utili per sviluppare nuove tecniche diagnostiche e terapeutiche. Un esempio di come solidarietà, ricerca e innovazione possano unirsi per migliorare concretamente la qualità della vita di una comunità, mantenendo vivi i valori della solidarietà e del rispetto reciproco.

 

Fonte e Photo Credits: UniboMagazine

 

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