Dal 2013, un centro odontoiatrico nella tranquilla Valle d’Aosta si è trovato al centro di un'indagine complessa da parte della Guardia di Finanza. In particolare, sono stati denunciati per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione il titolare del centro, un odontotecnico, sua moglie, che ricopriva il ruolo di ASO, e il loro figlio, un igienista dentale. Non è sfuggito alle accuse neanche il direttore sanitario del centro, un odontoiatra iscritto regolarmente all'Albo, imputato per concorso nell'esercizio abusivo della professione.

Dopo un primo processo che si è concluso con l’assoluzione degli imputati, la Procura non si è data per vinta, facendo ricorso in appello e arrivando ad una condanna impugnata dagli imputati e portata di fronte alla Corte di cassazione. Quest’ultima, lo scorso settembre ha rinviato il caso a nuovo processo che si è svolto recentemente a Torino culminando con sentenze più severe: l’odontotecnico e la moglie sono stati condannati a 5 mesi di reclusione e una multa di 10 mila euro ciascuno, mentre il figlio igienista dentale ha ricevuto una pena di 4 mesi di reclusione e 8 mila euro di multa. L'unico assolto è stato il direttore sanitario.

Oltre alle pene detentive e alle multe, i condannati dovranno affrontare il pagamento delle spese legali. Il risarcimento del danno, tuttavia, sarà definito in sede civile, un aspetto che pone ulteriori questioni riguardo alla portata complessiva delle ripercussioni finanziarie per gli imputati.

Durante il processo, si sono costituiti parte civile entità significative come l’Ordine della Valle d’Aosta, l’Associazione Italiana Odontoiatri (AIO) e l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI), in rappresentanza degli interessi professionali e etici del settore ed evidenziando l'importanza del caso.