Il sentimento guida il mercato
Il sentimento guida il mercato

 

Pietro Andrea Cioffi
Pietro Andrea Cioffi 

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Per diversi mesi, sicuramente da ottobre 2022 a luglio 2023, ci siamo chiesti come mai i mercati continuavano ad essere in un trend positivo, nonostante le condizioni al contorno, che normalmente influenzano i mercati, continuassero a rimanere negative. Molto frequentemente abbiamo sentito parlare di: 

  • tensioni geopolitiche preoccupanti, 
  • inflazione elevata e difficile da domare 
  • tassi esageratamente alti 
  • utili societari a rischio 
  • fallimenti in aumento 
  • rischio di bolle immobiliari 
  • debito delle principali nazioni a livelli mai visti 

Di conseguenza ci siamo più volte interrogati su come fosse possibile vedere i mercati azionari indifferenti a tutte queste preoccupazioni. Più volte l’invito alla prudenza era quanto di più sensato potesse esserci. Negli ultimi mesi mi avete sempre più spesso sentito parlare di “sentimento del mercato”. Secondo me, la spiegazione all’apparente scollegamento tra i prezzi di mercato e le minacce di cui sopra, va cercata proprio nel “sentiment”. Ricordiamoci anche che esistono differenti mercati, che si comportano molto differentemente tra di loro: il mercato azionario ha dei comportamenti, quello dell’obbligazionario un altro. Metalli preziosi e materie prime un altro ancora. Spesso si sente dire che i mercati azionari sono disconnessi dalla realtà e che i prezzi non riflettono correttamente il valore. In pratica si sostiene che i prezzi non riflettono i fondamentali dell’economia. 


Dopo mesi di interessanti letture e attente riflessioni, vorrei sostenere che questa visione è sbagliata; vi spiego il mio punto di vista. Innanzitutto, vorrei precisare che l’analisi dei fondamentali e l’analisi del sentimento di mercato sono entrambi strumenti e, proprio come qualunque strumento, vanno usati quando sono più opportuni e più utili. Si potrebbe pensare che i fondamentali vincano nel lungo termine, mentre nel breve termine l’analisi del sentimento di mercato è più aderente alla realtà. Questo si basa sul fatto che comunemente si pensa che il prezzo di un’azione sia legato agli utili della società da un multiplo ideale; vi ricordo che più volte abbiamo indicato questo multiplo ideale intorno a 18 (in poche parole il prezzo è uguale a 18 volte gli utili - storicamente per le azioni dello S&P 500 è stato mediamente così). 

In realtà, se andiamo ad analizzare l’andamento del prezzo di un titolo, ci accorgeremo che solo rare volte questa equazione è vera. La maggior parte del tempo il prezzo è al di sopra o al di sotto del suo valore “fondamentale”. Nei momenti in cui il mercato sale, il prezzo sarà al di sopra del suo valore “ideale”, e nei momenti in cui il mercato scende, sarà al di sotto. Quindi potremmo affermare che, secondo i criteri fondamentali, il prezzo non è mai “giusto”. Questo vuol dire che il “prezzo irrazionale”, cioè quello che si discosta dal valore ideale, non è un’eccezione ma la norma. Se riteniamo questa affermazione corretta, possiamo condividere il fatto che diventa importante, per una ottimizzante e ottimizzata gestione del risparmio, capire la psicologia dei mercati, perché diventa una guida molto più tempestiva ed accurata per quanto riguarda la comprensione dell’andamento del prezzo di un titolo. Il signor Bernard Baruch, un finanziere di eccezionale successo vissuto tra il 1870 e il 1965, affermò quanto segue: 

Tutti i movimenti economici, per loro stessa natura, sono motivati dalla psicologia della folla. Senza il dovuto riconoscimento del pensiero collettivo... le nostre teorie economiche lasciano molto a desiderare... Mi è sempre sembrato che la follia periodica che affligge l’umanità dovesse riflettere qualche tratto profondamente radicato nella natura umana - un tratto simile alla forza che motiva la migrazione degli uccelli o la corsa dei lemming verso il mare... è una forza del tutto impalpabile... eppure conoscerla è necessaria per correggere i giudizi sugli eventi passeggeri.
 

In termini semplici, maggiore è il sentimento di massa espresso nel prezzo di un prodotto, minore sarà l’impatto dei fondamentali; viceversa, minore sarà il sentimento di massa espresso nel prezzo di un prodotto, maggiore sarà l’importanza dei fondamentali. Questa è anche la ragione per cui spesso il mercato reagisce a delle notizie apparentemente uguali in modi completamente diversi, e questa è anche la ragione per cui molti investitori che prendono le loro decisioni in funzione delle notizie spesso commettono errori. In effetti sono vere due osservazioni: 

  • ci sono molti momenti in cui il mercato registra anche forti movimenti senza una notizia o un catalizzatore economico.  
  • ci sono eventi a cui dovrebbero seguire dei movimenti straordinari che invece non si verificano. 


Permettetemi di mostrarvi alcuni esempi di studi condotti che supportano questa teoria. In uno studio del 1988 condotto da Cutler, Poterba e Summers intitolato “What Moves Stock Prices”, è stato esaminato l’andamento dei prezzi del mercato azionario dopo importanti notizie economiche, o di altro tipo (compresi i principali eventi politici), al fine di sviluppare un modello attraverso il quale si potrebbe essere in grado di prevedere i movimenti del mercato in modo retrospettivo. Sì, avete letto bene, retrospettivo. Non erano ancora nemmeno nella fase di sviluppo di un modello di previsione prospettico. Tuttavia, lo studio ha concluso che “le notizie macroeconomiche che riguardano i valori fondamentali spiegano solo circa un quinto del movimento dei prezzi del mercato azionario”. In effetti, hanno anche notato che “molti dei più grandi movimenti di mercato degli ultimi anni si sono verificati in giorni in cui non c’erano notizie di rilievo”. Nell’agosto 1998, l’Atlanta Journal-Constitution ha pubblicato un articolo di Tom Walker, che ha condotto il proprio studio su 42 anni di notizie “a sorpresa” e sulle corrispondenti reazioni del mercato azionario. La sua conclusione è stata che era eccezionalmente difficile identificare una connessione tra l’andamento del mercato e le drammatiche notizie a sorpresa. 

Sulla base dello studio e delle conclusioni di Walker, anche se aveste una notizia in anticipo, non sareste comunque in grado di determinare la direzione del mercato basandovi solo su tali notizie. Nel 2008 è stato condotto un altro studio in cui sono state esaminate più di 90.000 notizie relative a centinaia di azioni in un periodo di due anni. Hanno concluso che i grandi movimenti delle azioni NON erano collegati ad alcuna notizia. La maggior parte delle variazioni importanti dei prezzi di mercato non era direttamente associata ad alcuna notizia, e la maggior parte delle notizie non causava alcuna variazione significativa nei prezzi del mercato. In conclusione, quindi possiamo affermare che, se quanto riportato sopra è vero, cercare il timing ideale per entrare ed uscire dal mercato, a seguito di interpretazioni di notizie più o meno significative, non garantisce un risultato migliore della performance del mercato stesso. Basarsi sui fondamentali è altrettanto potenzialmente fallace. 

Quando i mercati salgono trascinano con sé anche quei titoli che in teoria non dovrebbero salire, mentre, quando il mercato scende, scendono anche i titoli che esprimono un valore intrinseco positivo. L’ideale sarebbe disporre di strumenti che interpretano correttamente il sentimento di mercato permettendo di estrarre dai movimenti di mercato il massimo valore possibile. Se siete interessati a discutere di questi strumenti non esitate a contattarmi.


 
Pietro Andrea Cioffi 

Esperto di gestioni patrimoniali Fondatore nel 1982, poi presidente e AD della TC sistema poi quotata in borsa nel 2000; dal 2004 al 2016 direttore e consulente alla clientela c/o la Julius Baer di Lugano; Senior private Banker dal 2016 al 2019 in Swan Asset Management e dal 2019 in Extrafid SAt; dal 2016 presidente e business developer di Teethan Spa; Dal 2017 al 2022 nel board di BTS Spa; Dal 2002 al 2006 Presidente del golf di Carimate.
 

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