Uno studio condotto dal Department of Oral Science and Translation Research, College of Dental Medicine, Nova Southeastern University, a Fort Lauderdale, in Florida, ha rivelato che la saliva permette di ottenere informazioni utili per la diagnosi e la comprensione delle patologie orali, in particolare della parodontite. Grazie all’analisi di campioni di saliva, in caso di malattia gengivale si possono identificare molecole infiammatorie all'interno di vescicole prodotte dalle cellule. Queste vescicole extracellulari sono presenti anche in soggetti sani ma, in quelli affetti da patologie vengono iper-prodotte. Questa scoperta apre nuove possibilità diagnostiche e potrebbe perfino spiegare la correlazione tra parodontite e altre malattie come il diabete.
La pubblicazione dei risultati sulla rivista Molecular Oral Microbiology rappresenta un importante passo avanti nella comprensione delle malattie orali e delle loro interazioni con altre condizioni di salute.
Le informazioni che le vescicole extracellulari possono darci
Le evidenze scientifiche disponibili confermano la presenza di un rapporto bidirezionale tra la parodontite e il diabete, come afferma Nicola Discepoli del Dipartimento di Biotecnologie Mediche presso l'Università di Siena e membro attivo della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP). La parodontite può influenzare il controllo glicemico del diabete, la resistenza insulinica e le complicanze diabetiche. Allo stesso tempo, il diabete può aggravare la parodontite, rallentando la guarigione delle ferite e aumentando il rischio di infezioni.
Le vescicole extracellulari (EVs) rappresentano un elemento chiave in questa dinamica. Queste sono particelle eterogenee caratterizzate da una struttura sferica racchiusa da membrane lipidiche, secrete sia da cellule umane che da microrganismi batterici presenti nel nostro organismo, inclusa la bocca.
Le vescicole extracellulari nella saliva e le alterazioni parodontali
Il nuovo studio si è concentrato sulla biogenesi, il rilascio e la funzione biologica delle vescicole extracellulari, nonché sul loro potenziale ruolo nello sviluppo della parodontite e del diabete. Secondo quanto precisato da Discepoli, le vescicole extracellulari sono oggetto di studio da diversi anni per molte patologie croniche. Queste piccole "gemme cellulari", con un diametro estremamente ridotto, possono contenere anche materiale genetico.
È solo di recente che si è compreso il loro potenziale come marcatori precisi delle alterazioni a livello parodontale: i pazienti affetti da parodontite ne producono in eccesso, e il loro contenuto molecolare spesso è di natura pro-infiammatoria. Si ritiene che tali vescicole possano stimolare la produzione e l'amplificazione di mediatori infiammatori nei tessuti parodontali.
Il legame tra diabete e parodontite
Nello studio si ipotizza che siano proprio le vescicole ad avere un ruolo significativo nell'associazione tra diabete e parodontite, poiché queste partecipano attivamente all'induzione e all'amplificazione del processo infiammatorio nei tessuti gengivali. Le vescicole, quindi, oltre a rappresentare un valore diagnostico considerevole, potrebbero giocare un ruolo chiave nella patogenesi di entrambe le malattie. In particolare, nella parodontite, che presenta cicli di attività e quiescenza, la produzione di vescicole è proporzionale alla gravità della malattia e alla sua fase.
Diversi studi hanno dimostrato che le vescicole sono indicatori affidabili per confermare la diagnosi clinica di parodontite. Si auspica che in futuro possa essere sviluppato un test specifico da utilizzare negli studi dentistici; idealmente, infatti, sarebbe possibile isolare le vescicole da un campione di saliva e analizzarne il contenuto per identificare non solo lo stato di salute o malattia parodontale esistente, ma anche la sua attività.
Questo approccio potrebbe rivoluzionare la pratica clinica, consentendo una diagnosi più rapida e precisa della parodontite e offrire una migliore comprensione dei meccanismi patologici coinvolti nella sua progressione, aprendo così la strada a terapie mirate e personalizzate.
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