Questo intervento mira a incentivare le adesioni a una misura introdotta per migliorare la stabilità fiscale e generare risorse utili alla Manovra 2025, con obiettivi di riduzione della pressione fiscale. Inizialmente, il termine per aderire era stato stabilito al 31 ottobre, ma la partecipazione limitata ha spinto l'esecutivo a prorogare la scadenza per incoraggiare i contribuenti che possiedono i requisiti a rivalutare l'opportunità.
Requisiti per l’adesione e scopi della proroga
La proroga interessa esclusivamente i contribuenti con partita IVA che hanno già presentato il modello REDDITI 2024 entro il 31 ottobre, ma non avevano aderito al concordato biennale. I soggetti interessati potranno ora aderire, purché la dichiarazione integrativa non modifichi in negativo l'imponibile, il debito d'imposta o il credito fiscale rispetto a quanto dichiarato inizialmente. La proroga esclude, tuttavia, coloro che hanno presentato la dichiarazione dei redditi in ritardo (pur rientrando nei 90 giorni previsti per dichiarazioni valide).
L’intervento consente quindi una riapertura dei termini limitata per non influire negativamente sul gettito previsto nella Legge di Bilancio 2025. I fondi raccolti attraverso il concordato contribuiranno alla riduzione delle imposte, con soglie di adesione fissate per valutare l’efficacia della misura: essa sarà considerata soddisfacente con almeno 200.000 adesioni, discreta con 150.000 e insufficiente con meno di 100.000 adesioni.
Le condizioni e le modalità di adesione
La proroga introduce alcune condizioni specifiche per i nuovi aderenti. È possibile infatti che, per accedere al concordato oltre il 31 ottobre, i contribuenti siano chiamati ad accettare un reddito per il biennio 2024-2025 superiore rispetto a quello dichiarato per il 2023. Al momento, questa condizione resta soggetta alla pubblicazione ufficiale del decreto in Gazzetta Ufficiale, che potrebbe confermare le anticipazioni trapelate nei giorni scorsi.
L'adesione al concordato è vantaggiosa per coloro che intendono accedere al regime di ravvedimento speciale (DL 113/2024) per le annualità ancora accertabili, con l’applicazione di un’imposta sostitutiva su imposte sui redditi e IRAP. Tuttavia, l’accesso a questo regime è formalmente garantito solo a coloro che avevano aderito entro il 31 ottobre; resta da vedere se il decreto confermerà la possibilità per i nuovi aderenti di fruire dello stesso regime di ravvedimento.
Le posizioni delle parti interessate
La misura ha ricevuto pareri contrastanti. Da un lato, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) ha accolto positivamente l’iniziativa, ritenendola una possibilità aggiuntiva per aumentare gli incassi fiscali destinati alla riduzione delle imposte sulle famiglie italiane. Dall'altro, l'Associazione Nazionale Commercialisti (ANC) ha espresso critiche, giudicando “discriminatoria” l’esclusione dei contribuenti che non hanno rispettato il termine di ottobre per la presentazione del modello REDDITI 2024. Per l’ANC, l’efficacia della misura rimane limitata e potrebbe risultare in un gettito inferiore a quello previsto dal Governo, stimato inizialmente a circa 2,5 miliardi di euro.
Scadenza dei versamenti e le opzioni per il contribuente
La riapertura dei termini coincide con la scadenza per il versamento del secondo acconto, fissato al 2 dicembre. Pertanto, coloro che decidono di aderire entro tale data potranno calcolare gli acconti tenendo conto degli effetti del concordato, mentre coloro che aderiranno successivamente (tra il 3 e il 12 dicembre) dovranno comunque effettuare i versamenti previsti entro il 2 dicembre. In questo caso, sarà necessario utilizzare il ravvedimento operoso per correggere eventuali versamenti incompleti rispetto al dovuto.
In conclusione, la riapertura del concordato preventivo biennale rappresenta un tentativo da parte del Governo di aumentare la partecipazione a questa iniziativa fiscale. Il concordato offre ai contribuenti una forma di stabilizzazione del carico fiscale e al contempo mira a fornire risorse fondamentali per il bilancio statale. Tuttavia, restano in sospeso alcune incognite che il testo definitivo del decreto in Gazzetta Ufficiale dovrà chiarire, per assicurare ai contribuenti e agli operatori una base normativa stabile e ben definita entro la nuova scadenza di dicembre.
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