Compositi dentali e Streptococcus mutans
Streptococcus mutans
Ricerca di soluzioni alternative all'amalgama con l'obiettivo di ottimizzare sia l'effetto antibatterico che la remineralizzazione dei denti.

Una recente ricerca pubblicata sulla rivista Journal of Functional Biomaterials ha esplorato l'efficacia di nuovi compositi dentali contenenti polilisina (PLS) e monofosfato monoidrato di calcio (MCPM) nella riduzione del biofilm di Streptococcus mutans, un patogeno chiave nella carie dentale. L’importanza di questo studio risiede nella ricerca di soluzioni alternative all’amalgama, a seguito della sua graduale eliminazione e l’incremento dei trattamenti odontoiatrici minimamente invasivi, con l’obiettivo di ottimizzare sia l’effetto antibatterico che la remineralizzazione dei denti.

 

Ricerca

Con l'abbandono crescente dell'amalgama dentale e l'adozione di tecniche minimamente invasive, emerge la necessità di sviluppare materiali compositi che oltre ad adattarsi esteticamente, offrano prestazioni superiori in termini di resistenza e proprietà antibatteriche. La ricerca si inserisce in questo contesto, esaminando l'efficacia antibatterica e la forza dei compositi arricchiti con MCPM e PLS.

 

Metodo

I dischi con compositi contenenti PLS e MCPM sono stati immersi in soluzioni contenenti saccarosio allo 0,1% e Streptococcus mutans (UA159) per simulare l’ambiente orale e promuovere la formazione di biofilm. Per quantificare la biomassa superficiale sono stati utilizzati metodi di colorazione a cristalli violetti (CV), mentre per valutare la vitalità delle colonie batteriche sono state utilizzate tecniche microbiologiche. In particolare, sono stati quantificati la vitalità batterica del biofilm, l’esopolisaccaride (glucano solubile in acqua (WSG e il glucano insolubile in acqua (WIG)) e il DNA extracellulare (eDNA). Inoltre, la resistenza alla flessione biassiale è stata testata dopo una settimana, un mese e un anno.

 

Risultati

I risultati hanno mostrato che, a parte l’acidità della soluzione, tutte le proprietà microbiologiche studiate sono state significativamente influenzate dal livello di MCPM e PLS nei compositi. In particolare, è stata evidenziata una riduzione lineare nella formazione di biofilm e nella vitalità batterica nelle formule con percentuali più alte di PLS e MCPM. Tuttavia, è emerso che alti livelli di questi additivi possono compromettere la resistenza meccanica dei materiali, suggerendo una necessità di bilanciamento tra le proprietà antibatteriche e quelle strutturali dei compositi. 

 

Conclusioni

Lo studio conferma il potenziale dei compositi arricchiti con PLS e MCPM come alternativa promettente all’amalgama tradizionale, grazie alle loro capacità di contrastare attivamente il biofilm di Streptococcus mutans e di favorire la remineralizzazione. Ciò nondimeno, le sfide relative alla resistenza meccanica richiedono ulteriori studi e ottimizzazione delle formulazioni per garantire che tali materiali possano essere utilizzati in sicurezza nella pratica clinica. 

Vuoi scoprire di più? Leggi lo studio completo.
 

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