Sgomento, incredulità ed una buona dose di perplessità ha generato presso la nutrita comunità di professionisti odontoiatri una notizia apparsa intorno a Ferragosto : secondo l’OMS, a fronte del sensibile aumento di contagi registrato durante l’estate , sarebbe opportuno “rimandare i trattamenti odontoiatrici non urgenti, tra cui controlli, pulizia dentale e cure preventive o estetiche, per ridurre il rischio di contagio da nuovo coronavirus. I trattamenti urgenti vanno invece fatti” . Critici i diretti interessati, sono stati rappresentati dal dr.Carlo Ghirlanda, attuale presidente dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani che ha affermato: “lo studio dentistico è un luogo sicuro” in quanto gli odontoiatri italiani hanno recepito subito il documento elaborato a maggio dal Comitato Tecnico Scientifico e validato dal Ministero della Salute, con le indicazioni necessarie per la prevenzione del rischio biologico da coronavirus in Fase 2.
In questo documento si elencano i protocolli per sanificare lo studio dalla sala d’attesa a quella chirurgica passando per quella amministrativa. Tra questi la detersione e sanificazione accurata di tutti gli strumenti e delle superfici, mentre, per ciò che riguarda la sanificazione ambientale di uno studio che produce cospicue quantità di aereosol potenzialmente infettivo, senza considerare il va e vieni dei pazienti, si accenna solo ad una buona aerazione degli ambienti tra una procedura e l’altra.
A far vacillare le già scarse certezze di questo periodo interviene un’ ANSA dello scorso 9 luglio che riporta un comunicato dell’OMS secondo cui “ ci sono stati focolai riportati di Covid-19 in alcuni luoghi chiusi come ristoranti, nightclubs, luoghi di culto, o luoghi di lavoro in cui le persone potevano urlare, parlare o cantare. In questi casi una trasmissione via aereosol, in particolare in luoghi chiusi affollati e inadeguatamente ventilati dove molte persone passano molto tempo con altre, non può essere esclusa. Servono più studi per investigare questa questione e capirne le implicazioni".
Quanto emerge da questo comunicato vede dunque nell’aereosol un possibile vettore di diffusione del virus: se la notizia fosse confermata da altri lavori scientifici attualmente in corso, gli studi dentistici potrebbero essere considerati luoghi tutt’altro che sicuri se non si adottassero misure concrete ed efficaci per la sanificazione dell’aria .
A venire in soccorso di questa ipotesi è la fotocatalisi, tecnologia riconosciuta efficace nell'eliminazione degli agenti patogeni presenti nell’ambiente. Questa azione, come si legge in un interessante e completo lavoro a firma dell’ing.G.Guerrini, “si basa sull’attivazione in superficie, in presenza di luce, di un composto detto appunto fotocatalizzatore, in grado di generare dei radicali e dei composti reattivi che vanno ad interagire con organismi o sostanze chimiche presenti nell’ambiente, che possono venire a contatto con la superficie fotocatalitica in modo diretto (per deposizione) o per vicinanza (nello strato laminare di aria vicino alla superficie, che possiamo definire come zona di interfaccia)” .
VEDISE Hospital Spa, azienda leader nell’importazione e commercializzazione di tecnologie di avanguardia, ha trovato nello strumento ST-Radical Solution la giusta risposta nell’applicazione della fotocatalisi . Tecnologia Coreana che vanta una lunga e dolorosa sperimentazione sul campo, ST-Radical Solution è uno strumento unico nel suo genere, BREVETTATO e con REPORT TESTING (Microbac Laboratories, US) su Betacoronavirus (come MERS, SARS, Covid-19).
A differenza degli altri sanificatori, ST-Radical Solution NON FILTRA L’ARIA ma effettua una VOLATILIZZAZIONE DEI RADICALI, principio chimico-fisico basato sulla reazione di FOTOCATALISI Di 5 METALLI in CONTEMPORANEA (TiO2, Ag, Cu, Ni e Th).
ST-Radical Solution è l’unico sistema che produce 30.000 RADICALI che attaccano e smaltiscono i batteri ed i virus in modo naturale presenti nel bioaereosol e su tutte le superfici.
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