Casi clinici sull'applicazione della tecnologia QFL per il trattamento delle lesioni dello smalto
Casi clinici sull'applicazione della tecnologia QFL per il trattamento delle lesioni dello smalto
Terza e ultima parte dell'articolo tratto dalla tesi della Dott.ssa Mantellassi per il Master Universsitario di I livello per Igienisti Dentali, tenutosi presso l'Istituto Stomatologico Toscano e seguito dai suoi tutor e relatori e dalla Prof.ssa Annamaria Genovesi che da oltre 10 anni porta avanti i corsi post-laurea per Igienisti Dentali.

Giada Mantellassi1, Young Min Park2, Annamaria Genovesi1, Giacomo Oldoini1, Saverio Cosola1

1: Istituto Stomatologico Toscano, Camaiore Italia.

2: Gangnamdental, Seoul - Sud Corea.


3a parte


Case Report 1

Si presenta all'osservazione paziente di 33 anni con buon mantenimento igienico domiciliare e DMFT 1 (un solo elemento otturato localizzato su 36). Non ha assunto fluoro. A livello degli elementi 11 e 21 sono presenti lesioni dello smalto presenti dall'eruzione, riconducibili a MIH visto l'interessamento del molare.
Il paziente vorrebbe risolvere il suo difetto estetico.
Viene effettuata un'analisi fotografica iniziale.

paziente con lesioni dello smalto a livello degli elementi 11 e 21
Analisi fotografica iniziale

Viene scansionato il difetto dello smalto con Qraypen C posizionando la telecamera sopra l'elemento 11 e 21 con luce normale e QLF.


scansione dello smalto con Qraypen C a luce normale e QLF
Scansione del difetto con Qraypen C con luce normale e QLF

Vengono analizzati i due difetti su entrambi gli elementi. Su 11 l'area demineralizzata è di 13.540 px2; ∆Q -122.118 % px, ∆F max -15,7%, ∆F average -9%.
Sul 21 l’area demineralizzata è di 140 px2; ∆Q -1.005 % px, ∆F max -11.4% e ∆F average -7,2%.


analisi dei difetti su entrambi gli elementi
Analisi dei difetti sull'elemento 11 e 21

L'area demineralizzata su 11 risulta essere più profonda e questo indicherà la necessità di effettuare più cicli di mordenzatura con Icon o utilizzare sabbiatura di alluminio per diminuire le applicazioni di mordenzante. Viene comunicato al paziente il tipo di trattamento che verrà eseguito. Sotto suo consenso viene iniziato il trattamento sotto diga di gomma isolando gli elementi da trattare (11 e 21), che vengono lucidati e decontaminati con polvere di glicina. Vengono trattati contemporaneamente entrambi gli elementi con Icon Resin secondo le procedure riportate dalla casa produttrice. Viene applicato il mordenzante con acido cloridico Ico-Etch per 2 minuti con l'applicatore dedicato. Viene successivamente sciacquato e asciugato il dente e dopo applicato Icon-Dry a base di etanolo per valutare se la lesione è scomparsa. 

Le lesioni sono state nuovamente mordenzate e asciugate. Questo passaggio è stato ripetuto per tre volte su 21 e quattro volte su 11. Dopo aver valutato la scomparsa della lesione è stata eseguita infiltrazione con Icon-infiltrant per 3 minuti, asciugatura con aria, passaggio di filo interdentale e quindi fotopolimerizzazione per 40 secondi. Viene quindi effettuata una seconda applicazione di infiltrante per 1 minuto e successiva fotopolimerizzazione per 40 secondi. Prima di rimuovere la diga viene fatto vedere al paziente il risultato ottenuto. Viene effettuata valutazione fotografica del risultato finale.


valutazione fotografica del risultato finale
Valutazione fotografica del risultato finale

Conclusioni

Valutare le lesioni dello smalto non è semplice e ad oggi in letteratura non è riportata una differenza statisticamente significativa sulla valutazione clinica da parte dell'operatore e l'utilizzo di strumenti come transilluminazione e laser fluorescenza. Questi strumenti possono essere utili nell'individuazione della profondità della lesione e della sua estensione ma non ci forniscono nessun elemento sul tipo di lesione in esame. I casi trattati con le resine infiltranti hanno avuto un notevole miglioramento estetico che è stato raggiunto grazie all'aiuto della QLF per garantire la fattibilità del trattamento ed evitare un fallimento terapeutico. Con la QLF è possibile valutare se il trattamento con resine infiltranti può essere risolutivo in base alla profondità della lesione dello smalto.

Questo tipo di strumentazione consente di effettuare protocolli operativi minimamente invasivi e di risolvere i disagi estetici con soluzioni terapeutiche semplici. Il vantaggio dell'utilizzo della QLF nella pratica clinica è quello di aiutare il professionista nella documentazione e pianificazione del proprio lavoro per valutare i risultati ottenuti e monitorarli nel tempo. Questo consente di migliorare la compliance con il paziente attraverso l'utilizzo delle immagini.

 


Bibliografia

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2 “Black and White” protocolli clinici multidisciplinari di cariologia, sbiancamento e trattamento delle discromie dentali, Edra s.p.a.
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19 “The clinical use of Quantitative Light Induced Fluorescence” by Catharina Joanna van Daelen, University of Liverpool, December 2013.
20 “Quantitative Light Induced Fluorescence Detection and assessments of dental caries” Baek II Kim (2020), Ch 16 Springer. 
 

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