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COS’È UNICCA®?

La superficie UnicCa® di BTI deriva da una modifica chimica con ioni di calcio della triplice rugosità dell’impianto stesso.

UnicCa® non è un tit

COS’È UNICCA®?

La superficie UnicCa® di BTI deriva da una modifica chimica con ioni di calcio della triplice rugosità dell’impianto stesso.

UnicCa® non è un titanato di calcio e neanche una copertura di tipo fosfato calcico oppure idrossiapatite.

 

A seconda della zona dell’impianto (collo, spire o valli) la rugosità cambia adeguandosi ai vari tessuti e alle diverse esigenze biomeccaniche, consentendo così una maggiore osteointegrazione.

COLLO: RUGOSITÀ ATTENUATA

Favorisce la conservazione dei tessuti marginali nella zona coronale e riduce la colonizzazione batterica.

CRESTE: RUGOSITÀ ELEVATA

Consente l’ancoraggio osseo all’esterno delle spire.

VALLI: RUGOSITÀ MEDIA

Guida la crescita ossea tra le spire conservando le proprietà meccaniche dell’impianto

 

 

QUALI SONO I RISULTATI DELLA SUPERFICIE UNICCA®?

Articoli recenti dimostrano che con gli impianti con superficie UnicCa si ottengono in modo significativo maggiori livelli di osteointegrazione in meno tempo [1]

 

1. UNICCA® E’ ELETTROPOSITIVA PULITA E SUPERIDROFILICA

-> benefit: inizia subito il processo rigenerativo [2-5].

2. UNICCA® MIGLIORA LA STABILITÀ OSSEA PERIMPLANTARE

-> benefit: riduce l’insuccesso degli impianti. (13)

3. UNICCA® MINIMIZZA L ́ADERENZA BATTERICA

-> benefit: la rugosità attenuata nella zona coronale e l’uso di Endoret PRGF consentono di ridurre significativamente la colonizzazione batterica (studio in vitro) [4, 6-9]

4. UNICCA® STIMOLA L ́ATTIVITÀ OSTEOGENICA

-> benefit: le cellule responsabili della formazione dell’osso sinterizzano in modo significativo più matrice extracellulare [4, 6-9]

5. UNICCA È OSTEOGENICA: INDUCE LA FORMAZIONE DEL TESSUTO OSSEO

-> benefit: Accelera e migliora l ́osteointegrazione in tutti i tipi d ́osso (studio in vivo). [4, 10, 11]

 

BTI UnicCa® è stato il primo sistema sul mercato a ricevere il sigillo della CleanImplant Foundation (2017), a garanzia dell’elevatissima qualità dei materiali e della superficie, sigillo che detiene ancora oggi.

La CleanImplant Foundation si distingue come voce indipendente che, concedendo il proprio sigillo, differenzia quelle aziende commerciali con elevati controlli di qualità che garantiscono prodotti sanitari sterili e liberi da impurità.

 

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Bibliografia

[1] Favero R, Botticelli D, Antunes A., Martinez Sanchez R, Caroprese M, Salata L. Clin Implant Dent Relat Res 2015. doi:10.1111/cid.12311.

[2] Tejero R, Rossbach P, Keller B, Anitua E, Reviakine I. Langmuir 2013;29:902–12.

[3] Sánchez-Ilárduya MB, Trouche E, Tejero R, Orive G, Reviakine I, Anitua E. J Biomed Mater Res A 2012:1–11.

[4] Anitua E, Piñas L, Murias A, Prado R, Tejero R. Colloids Surfaces B Biointerfaces 2015. doi:10.1016/j.colsurfb.2015.04.006.

[5] Ellingsen JE. Biomaterials 1991;12:593–6.

[6] Anitua E, Tejero R, Zalduendo MM, Orive G. J Periodontol 2013;84:1180–90.

[7] Adams CS, Manseld K, Perlot RL, Shapiro IM. J Biol Chem 2001;276:20316–22.

[8] Dvorak MM, Siddiqua A, Ward DT, Carter DH, Dallas SL, Nemeth EF, et al. Proc Natl Acad Sci U S A 2004;101:5140–5.

[9] McKee MD, Nanci A. Microsc Res Tech 1996;33:141–64.

[10] Favero, Lang NP, Favero R, Carneiro Martins Neto E, Salata LA, Botticelli D. Clin Oral Implants Res. 2016 Jun 14. doi: 10.1111/clr.12906.

[11] Anitua E, Prado R, Orive G, Tejero R. J Biomed Mater Res A 2014;20072018:1–12.

[12] Tejero R, Anitua E, Orive G. Prog Polym Sci 2014;39:1406–47.

[13] Eduardo Anitua , Laura Piñas and Mohammad Hamdan Alkhraisat International Journal of Implant Dentistry (2017) 3:49 DOI 10.1186/s40729-017-0111-5

[14] Eduardo Anitua, Ricardo Tejero,Miguel Angel Pacha-Olivenza, Marıa Coronada Fernandez-Calderon, Marıa Delgado-Rastrollo, Mari Mar Zalduendo; Wiley Online Library 2017 Jan. DOI: 10.1002/jbm.b.33860

 

Dalle aziende

Dottor Massimo Cianci

Laureato con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Milano nel 1988, perfezionato in Implanto-protesi presso l’Ospedale San Raffael

Dottor Massimo Cianci

Laureato con lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Milano nel 1988, perfezionato in Implanto-protesi presso l’Ospedale San Raffaele di Milano.

 

Oggi parleremo di impianti stretti con il Dottor Massimo Cianci, Key Opinion Leader BTI e 3Shape e direttore scientifico dell’International Implant Training School di Sondrio, si occupa prevalentemente di implantologia con carico immediato associata a flusso digitale.

 

Dottor Cianci, come definirebbe un impianto “STRETTO“?

Non c’è un consenso unanime in letteratura anche se la classificazione più utilizzata è quella di Klein et al. 2018 che definisce stretto un impianto con diametro < a 3.5 mm. Nella mia pratica clinica quotidiana considero un impianto stretto quello che ha un diametro < a 3.0 mm in accordo con la classificazione proposta dal Dr. Eduardo Anitua sull’Eur. J.of Oral Implantology nel 2010 (*).

 

Da quanti anni utilizza gli impianti stretti e quali sono le principali indicazioni cliniche?

Ho iniziato ad utilizzare questi impianti oltre 15 anni fa in genere con diametri 3.5 mm nei settori anteriori dei mascellari spesso associati a carico immediato con  documentati  follow up decennali di sopravvivenza implantare e protesica estremamente soddisfacenti. Studi clinici multicentrici pubblicati in letteratura consigliano l’utilizzo di questi impianti esclusivamente nei settori anteriori dei mascellari inferiori e superiori o in zona premolare su elementi singoli con buona copertura occlusale meglio ancora se legati ad altri impianti.

 

Quali sono i motivi che devono spingere un clinico ad utilizzarli ?

Il primo vantaggio nell’utilizzo  di un impianto stretto è la semplificazione  e la riduzione dei tempi di una riabilitazione implantare su mascellari atrofici evitando aumenti di tessuto osseo orizzontale che comportano tempi di riabilitazione, costi e complicanze post-chirurgiche decisamente superiori, si tratta poi di una chirurgia che può essere eseguita con massima sicurezza anche da colleghi che si sono da poco approcciati all’implantologia e in ultimo sono riabilitazioni predicibili che ottengono grande soddisfazione anche da parte dei pazienti.

 

Dott. Cianci, ci può dare qualche chiarimento circa le proprietà meccaniche e chimico-fisiche che a suo avviso questi impianti dovrebbero avere per ottenere prognosi e follow up così positivi?

BTI Biotechnology Institute è una delle poche aziende nel panorama internazionale con oltre 20 anni di ricerca clinica sull’uso di impianti stretti (*) : il protocollo di fresatura biologico BTI a basso numero di giri, la superficie unicCa®, la microrugosità e il disegno delle spire dell’impianto BTI Narrow 3.0 permettono di ottenere stabilità primaria e completa integrazione anche in situazioni critiche complesse meglio se associato all’utilizzo del plasma ricco in fattori di crescita sotto forma di concentrati piastrinici (PRGF®  Plasma Ricco in Fattori di Crescita). Non meno importante infine la caratteristica connessione esalobulata che tollera carichi di lavoro immediato fino a 70 Ncm evitando punti di affaticamento con una buona distribuzione dei carichi assiali, laterali e di torsione associata all’utilizzo di abutment transepiteliali che garantiscono una chiusura ermetica e biologica tra impianto ed elemento protesico (Bioblock® Concept sviluppato da BTI Biotechnology Institute) (*).

 

Sulla base della sua pluriennale esperienza clinica con impianti stretti e il suo coinvolgimento in diversi protocolli di ricerca, è possibile che le indicazioni cliniche nell’utilizzo degli impianti stretti vengano ampliate?

Con il mio gruppo di lavoro in queste settimane stiamo completando uno studio prospettico con l’utilizzo di 40 impianti BTI 3.0 Narrow con carico immediato e ritardato utilizzando questi impianti  nei settori posteriori dei mascellari inferiori e superiori associati a gravi atrofie orizzontali e verticali e posso anticipare percentuali di sopravvivenza pari al 100% degli impianti inseriti associate ad un ottimo mantenimento del tessuto osseo marginale con assenza di problematiche sulla componentistica protesica. La mia risposta pertanto è SI !

 

(*) letteratura a richiesta scrivendo a info@stomatologicolariano.com

 

Kit bti
Dalle aziende

Il kit di microviti di osteosintesi è progettato per il fissaggio di innesti in blocco in caso di mascella atrofica

molto riassorbita o in caso di importanti anomalie ossee nell'ambito di

Il kit di microviti di osteosintesi è progettato per il fissaggio di innesti in blocco in caso di mascella atrofica

molto riassorbita o in caso di importanti anomalie ossee nell'ambito di procedure di chirurgia orale e maxillofacciale.

Il diametro ridotto delle viti consente una minore invasività nonché il fissaggio di innesti di piccole dimensioni e di spessore minimo.

Il Kit è composto da 8 tipologie di viti di 2 diametri e 4 lunghezze differenti, con relativi componenti accessori: un avvitatore per il trasporto e l'avvitamento, una fresa filettatrice, 2 frese di due diametri e una scatola sterilizzabile.

4 viti di osteosintesi con Ø 1 mm, lunghezze: 4, 6, 8 e 10 mm.

Fabbricate in titanio.

Testa di connessione quadrata, autoportante con l'avvitatore specifico.

Resistenti alle prove di rottura: Ø 1mm e lunghezza 10 mm = 13 Ncm.

 

4 viti di osteosintesi con Ø 1,2 mm, lunghezze: 4, 6, 8 e 10 mm.

Fabbricate in titanio.

Testa di connessione quadrata, autoportante con l'avvitatore specifico.

Resistenti alle prove di rottura: Ø 1,2 mm e lunghezza 10 mm = 24 Ncm.

 

Avvitatore / trasportatore punta quadrata

Avvitatore a punta quadrata, autoportante per le viti.

Fabbricato in acciaio inossidabile.

Uso manuale, impugnatura semplice e antiscivolo.

 

Fresa filettatrice

Fabbricata in acciaio inossidabile.

Agevola l'insediamento della testa della vite.

Il segno nero indica la profondità massima.

 

Fresa 0,8 mm

Fabbricata in acciaio inossidabile.

0,8 mm di diametro sull'intera lunghezza.

Viene utilizzata per perforare in toto il blocco quando si utilizzano le viti da 1 mm.

Velocità di fresatura: 500 rpm con irrigazione.

 

Fresa 0,7/1 mm

Fabbricata in acciaio inossidabile.

All'apice ha un diametro di 0,7 mm e nel resto della struttura di 1 mm.

Utile per la perforazione del blocco in toto quando si utilizzano le viti di Ø 1,2 mm.

Velocità di fresatura: 500 rpm con irrigazione.

 

Le viti vengono fornite in blister termosigillati e sterili da quattro unità ciascuno. Presentano un apice autofilettante, sono fabbricate in lega di titanio e sono monouso al fine di garantirne l'efficacia ed evitare contaminazioni incrociate.

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