Studi monoprofessionali in declino: l'analisi di ANDI
Presentazione analisi congiunturale ANDI ad Expodental Meeting 2024
L'analisi congiunturale ANDI presentata ad Expodental Meeting riflette il declino degli studi monoprofessionali.

Il panorama economico e geopolitico, la capacità di spesa, le decisioni politiche e le scelte dei giovani dentisti, sono ancora una volta al centro dell'analisi congiunturale presentata da ANDI durante Expodental Meeting.

Secondo quanto riportato, il PIL italiano ha raggiunto nuovamente i livelli del 2007, ma il potere d'acquisto dei cittadini è diminuito, con un calo del reddito dell'11%, compensato solo in parte dall'ingresso di un secondo salario in famiglia. Questa situazione si riflette direttamente sulla capacità dei cittadini di accedere alle cure dentali.

Il Coordinatore del Centro Studi ANDI, Roberto Calandriello, durante l’evento ha sottolineato che la popolazione sta invecchiando e, con l'invecchiamento, si sta verificando anche un impoverimento. Tuttavia, la principale preoccupazione rimane la rinuncia alle cure dentali e la costante erosione della capacità di spesa dei pazienti cittadini.

Nonostante le sfide evidenziate, nel 2023, secondo i dati raccolti dal Centro Studi ANDI tramite il sondaggio annuale condotto online tra i suoi membri, il fatturato dei dentisti italiani è aumentato. Questo aumento è attribuibile in parte all'incremento delle tariffe, con una media dell'1,9%, e in parte all'aumento del numero di pazienti trattati. Tuttavia, l'incremento delle tariffe non ha compensato completamente gli aumenti dei costi, sia per quanto riguarda i materiali sia per i costi di gestione, anche a causa degli adempimenti burocratici sempre più onerosi.

Il Presidente Nazionale CAO, Raffaele Iandolo, ha evidenziato l'importanza di ridurre tali aumenti per sostenere le nuove generazioni di dentisti che intendono subentrare acquisendo gli studi di quelli che andranno in pensione. Per facilitare l'accesso alle cure dentali ai pazienti è necessario un approccio diverso rispetto al modello attuale dei fondi sanitari integrativi, che continuano a non coinvolgere i dentisti ANDI.

In Italia, sono attivi 46.953 studi odontoiatrici, di cui il 53% sono gestiti da titolari puri, il 21% da titolari in collaborazione con altri professionisti, mentre il 25,4% pratica la professione esclusivamente come collaboratore. Il 51% dei dentisti lavora in studi monoprofessionali, l'8,2% in studi associati, il 5,9% in forma di Srl, l'1,6% in forma di StP, mentre il restante 34%, principalmente i collaboratori, lavora in diverse realtà.

Roberto Calandriello ha, inoltre, sottolineato il declino dello studio monoprofessionale, una tendenza che si è accentuata negli ultimi anni raggiungendo una soglia critica di resistenza. 

Per ANDI, dunque, il futuro della professione risiede nella riorganizzazione del lavoro in prospettiva aggregativa. Un approccio che mira a preservare il modello di assistenza basato sul dentista libero professionista, il cui impegno è garantito dall'etica professionale anziché da logiche di profitto. 

ANDI intende sostenere questo modello anche attraverso un progetto volto a facilitare il passaggio generazionale e l'aggregazione con un manuale pratico, che mira a fornire una guida concreta in questo processo. Inoltre, l'Associazione si proporrà come consulente per valutare gli studi dentali e per favorire l'aggregazione e l'acquisizione da parte dei giovani attraverso finanziamenti e agevolazioni.

 

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