Lo sviluppo infantile nel Medioevo
Bambina mostra i denti
Un recente studio condotto il collaborazione tra Sapienza Università di Roma, l'Università di Bologna e l'Università di Modena e Reggio Emilia, ha rivelato nuove informazioni sullo sviluppo infantile dei bambini italiani del VII secolo d.C.

L'analisi delle microstrutture dello smalto dei denti da latte ha permesso di ricostruire i tempi di formazione delle corone dentali, offrendo uno sguardo unico sulle condizioni di vita durante l'infanzia nell'Alto Medioevo italiano.

L'indagine ha coinvolto 34 denti di bambini provenienti dalle necropoli di Casalmoro e Guidizzolo, in provincia di Mantova. Attraverso l'osservazione microscopica dello smalto dentale, i ricercatori hanno scoperto che i tempi di crescita dello smalto erano significativamente più lenti rispetto a quelli dei bambini europei moderni, senza differenze rilevanti tra maschi e femmine. Questo dato suggerisce che le condizioni di vita del tempo influenzavano la crescita in modo omogeneo.

 

Lo studio bioarcheologico: metodologia e scoperte

L'analisi dei denti da latte è un campo di ricerca bioarcheologica di grande interesse, poiché lo smalto dentale conserva tracce permanenti dello sviluppo dell'individuo fin dalle prime fasi di vita intrauterina. L'indagine si è focalizzata sui primi molari decidui, che iniziano a formarsi durante la gravidanza e completano la loro formazione nei primi mesi di vita postnatale.

I ricercatori hanno utilizzato tecniche di istomorfometria dello smalto per misurare i tassi di crescita giornaliera (Daily Secretion Rates, DSR) e i tempi di formazione delle corone dentali (Crown Formation Times, CFT). Hanno inoltre impiegato l'analisi proteomica per determinare il sesso degli individui analizzati, identificando specifiche proteine dello smalto, come l'amelogenina, che consente di distinguere tra maschi e femmine.

 

I risultati principali

Dallo studio è emerso che il tempo medio di formazione delle corone dei primi molari decidui nei bambini medievali era di circa 386 giorni. I dati hanno mostrato una notevole uniformità tra le due necropoli, con una crescita dello smalto dentale simile in entrambi i siti analizzati. I valori registrati erano inferiori rispetto a quelli delle popolazioni moderne, indicando un ritmo di crescita più lento nei bambini medievali.
 

I dati ottenuti evidenziano una forte omogeneità tra le due necropoli nei tassi di crescita infantili”, ha spiegato Stefano Magri, primo autore dello studio e dottorando presso l’Università di Bologna. Inoltre, i ricercatori non hanno riscontrato differenze significative tra maschi e femmine nei tempi di formazione delle corone, contrariamente a quanto osservato in alcune popolazioni moderne.

 

L'importanza delle linee incrementali e dei marcatori di stress

Lo studio ha analizzato le linee incrementali dello smalto, come le strie di Retzius e le Linee Accentuate (AL), che registrano eventi di stress fisiologico durante la formazione dello smalto. La presenza della Linea Neonatale (NNL) ha permesso di identificare con precisione l'inizio della crescita postnatale del dente, offrendo informazioni utili sul periodo immediatamente successivo alla nascita.

Le linee accentuate, che rappresentano episodi di stress, sono state osservate con maggiore frequenza nei denti medievali rispetto ai denti moderni. Questo suggerisce che i bambini medievali potevano essere soggetti a condizioni di vita più difficili, come malattie o carenze nutrizionali, che influivano sul loro sviluppo.

 

Implicazioni antropologiche e future prospettive di ricerca

Questa ricerca fornisce un importante contributo alla comprensione delle condizioni di vita nell'Alto Medioevo italiano, mostrando come lo studio dei denti da latte possa rivelare dettagli preziosi sulla crescita e lo sviluppo infantile. L'utilizzo dell'analisi proteomica per determinare il sesso degli individui ha aperto nuove prospettive per gli studi bioarcheologici, consentendo di indagare più approfonditamente le differenze di crescita tra maschi e femmine anche in popolazioni antiche.

Lo smalto dentale umano è un archivio biologico straordinario, che racconta la storia di un individuo fin dalle prime fasi dello sviluppo intrauterino”, afferma Stefano Benazzi, professore di Antropologia Fisica all’Università di Bologna. “L'osservazione dello smalto unita all'utilizzo delle analisi proteomiche permette di comprendere potenziali differenze tra maschi e femmine anche sui resti infantili, in cui i tratti scheletrici non sono distintivi”.

I risultati dello studio sottolineano l'importanza di continuare le indagini sulle dentizioni decidue di popolazioni archeologiche, al fine di creare nuovi standard di riferimento specifici per epoche e aree geografiche differenti. Questo permetterà di migliorare le ricostruzioni antropologiche e comprendere meglio le dinamiche di crescita e sviluppo delle popolazioni del passato.

 

Lo studio è stato condotto da: Stefano Magri, Owen Alexander Higgins, Federico Lugli, Sara Silvestrini, Antonino Vazzana, Luca Bondioli, Alessia Nava e Stefano Benazzi.

 

Leggi lo studio completo.

 

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