L'importanza del biotipo e del fenotipo parodontale nei trattamenti parodontali e restaurativi
intervento parodontale
Le caratteristiche del biotipo possono influenzare la buona riuscita di interventi di chirurgia parodontale e restauri conservativi.
Il biotipo parodontale

Il biotipo parodontale si caratterizza per due fattori chiave: l'estensione della gengiva cheratinizzata dal margine gengivale libero verso la linea muco-gengivale e lo spessore della gengiva stessa. Tuttavia, quando si parla di fenotipo parodontale, si amplia il quadro includendo anche la morfologia dell'osso alveolare sottostante, così da considerare non solo la quantità e la qualità della gengiva, ma anche la struttura dell'osso che supporta i denti. 

L'insieme di questi fattori definisce il fenotipo parodontale di un individuo e influisce direttamente sulla salute e sulla stabilità dei tessuti parodontali. Ad esempio, un biotipo parodontale sottile con poco tessuto osseo può essere associato a una maggiore predisposizione a malattie gengivali e perdita ossea, mentre un biotipo più spesso può offrire una migliore protezione contro tali condizioni.

Durante il workshop mondiale sulla Classificazione dei difetti parodontali e peri-implantari del 2017, sono stati analizzati i concetti di biotipo parodontale sottile e spesso come fattori critici che influenzano il successo degli interventi parodontali e restaurativi. Questi termini si riferiscono alla naturale variazione nella morfologia dei tessuti gengivali e ossei che possono avere un impatto significativo sulla risposta dei tessuti agli interventi clinici.

Il biotipo parodontale sottile, caratterizzato da una minore quantità di gengiva cheratinizzata e uno spessore ridotto dell'osso alveolare, è notoriamente più predisposto a risultati poco soddisfacenti in seguito a terapia chirurgica parodontale e più incline a subire processi di recessione gengivale in risposta a processi infiammatori che coinvolgono il parodonto marginale. 

Queste considerazioni sottolineano l'importanza di valutare attentamente il biotipo parodontale di ciascun paziente e lo spessore dell’osso alveolare, che può essere valutato tramite cone beam computed tomography, prima di procedere con interventi chirurgici o trattamenti parodontali, al fine di prevenire insuccessi e massimizzare i risultati clinici ed estetici.

 

Una revisione sistematica sul fenotipo

Una recente revisione sistematica condotta seguendo il metodo PRISMA (Preferred Reporting Items for Systematic Review and Meta-Analysis) e utilizzando il framework PICO per formulare le domande di ricerca ha analizzato nello specifico i fenotipi parodontali (sia quello sottile che quello spesso) al fine di valutare il modo in cui influenzano l’esito delle terapie parodontali e restaurative. 
Gli studi inclusi nella revisione comprendevano studi clinici controllati e randomizzati, oltre ad articoli originali.

Dalla revisione sono emersi dati che correlano lo spessore gengivale, la presenza di tessuto cheratinizzato e la morfologia dell'osso alveolare come outcome importanti da considerare in parodontologia e restaurativa estetica. Questi dati forniscono una base solida per l'adozione di approcci clinici personalizzati e mirati a ottenere risultati ottimali sia dal punto di vista estetico che funzionale.

In conclusione, valutare il biotipo e il fenotipo parodontale costituisce un aspetto cruciale, dal momento che il biotipo parodontale sottile, associato a un osso alveolare di ridotto spessore aumenta il rischio di insuccesso di interventi di chirurgia parodontale e restauri conservativi nelle zone estetiche del sorriso. 

 

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