IA in odontoiatria: la visione di Gerhard K. Seeberger
Presidente AIO Gerhard K. Seeberger
L'avvento dell'intelligenza artificiale nell'odontoiatria promette di rivoluzionare la professione, introducendo livelli di eccellenza e innovazione senza precedenti. Tuttavia, occorre non sottovalutare i rischi associati a questa trasformazione.

Da un lato, le nuove tecnologie consentono la produzione di materiali avanzati e dispositivi su misura, migliorando i risultati per i pazienti e facilitando il lavoro dei dentisti. Dall'altro lato, l'implementazione dell'intelligenza artificiale in ambito sanitario solleva importanti questioni etiche e pratiche. 

L'allarme lanciato da Gerhard K. Seeberger, presidente nazionale dell'Associazione Italiana Odontoiatri (AIO), a TrendSanità fa riferimento all’ampia diffusione di allineatori, protesi e dispositivi su misura, privi di un adeguato controllo medico. 

Questo fenomeno solleva importanti questioni riguardo alla sicurezza e all'efficacia di tali dispositivi, poiché la progettazione e la produzione spesso avvengono al di fuori del vaglio diretto dei professionisti odontoiatri. L'assenza di controlli adeguati può comportare rischi per la salute dei pazienti e compromettere la qualità dei trattamenti odontoiatrici.

Volendo fare un esempio pratico se un paziente attraverso imaging o altri dati auto rilevati, si affida a uno strumento basato sull’intelligenza artificiale per ottenere una terapia, come un allineatore ortodontico o elementi di sostituzione provvisoria di elementi mancanti, costruiti con una stampante 3D direttamente a casa del paziente, viene meno l’importante rapporto medico-paziente.

Solo un professionista esperto, capace di comprendere le esigenze del paziente, valutare la patologia e gestire lo stato psicologico del paziente, può fornire una terapia adeguata e personalizzata. L’IA può certamente essere utilizzata come strumento di supporto per il medico, ma non può sostituire completamente il suo ruolo. 

Il coinvolgimento del medico odontoiatra nella terapia garantisce una maggiore sicurezza e affidabilità del trattamento, oltre a fornire al paziente un punto di riferimento per eventuali subbi, preoccupazioni o problemi che possano insorgere durante il percorso di cura. 

L'Associazione Italiana Odontoiatri, tramite le parole di Seeberger, sottolinea la necessità di istituire tavoli di discussione e collaborazione a livello nazionale e sovranazionale, che coinvolgano tutti gli stakeholder del settore odontoiatrico, per gestire in modo responsabile l’evoluzione dell’interazione tra tecnologia e umanità. Questo dialogo dovrebbe includere esperti sia nel campo scientifico che normativo, al fine di affrontare le sfide tecniche, legali, etiche e sociali legate all’introduzione dell’intelligenza artificiale nell’odontoiatria. L'obiettivo è evitare che l'introduzione dell'IA nell'odontoiatria avvenga senza un adeguato quadro normativo e senza tener conto delle implicazioni etiche e sociali. È fondamentale che l'IA sia vista come un ausilio per il medico odontoiatra, piuttosto che come un sostituto, e che venga utilizzata per migliorare la qualità dell'assistenza sanitaria.

Creare tavoli di discussione e collaborazione tra tutte le parti interessate consentirebbe di sviluppare linee guida e normative adeguate, promuovere la ricerca e l'innovazione responsabile, e garantire che l'implementazione dell'IA nell'odontoiatria avvenga nel rispetto dei principi etici e professionali degli odontoiatri.

L’AIO ritiene, dunque, fondamentale che ogni manufatto odontoiatrico, sia esso ortodontico, protesico o di altro tipo, sia strettamente collegato all'atto odontoiatrico e rispetti i principi deontologici della professione. A tal proposito, il segretario sindacale AIO, Danilo Savini, ha sottolineato che, nonostante l'attuale avanzamento tecnologico consenta la realizzazione di manufatti personalizzati attraverso l'uso di sistemi di intelligenza artificiale e misurazioni a distanza, questi non possono essere considerati terapeutici se non vengono sottoposti alla valutazione di un professionista.

Una commissione permanente per lo studio dell’AI

L'Associazione Italiana Odontoiatri ha istituito una commissione permanente di studio volta al monitoraggio delle applicazioni dell'intelligenza artificiale nell'ambito dell'odontoiatria. Questo passo riflette il riconoscimento che l'IA rappresenta non solo una nuova tecnologia, ma un'evoluzione inevitabile di tutte le attività odontoiatriche.

Il presidente Seeberger evidenzia l'importanza di confrontarsi con altre professioni e di internazionalizzare il dialogo sull'intelligenza artificiale, riconoscendo che “l'informatica sanitaria, ci propone, insieme a nuove soluzioni, anche nuovi processi di pensiero”.

La commissione istituita dall'Associazione Italiana Odontoiatri, guidata da esperti sia nell'ambito scientifico che normativo e sindacale, ha delineato tre obiettivi chiave per il proprio lavoro. Guidata dal segretario culturale nazionale AIO, Vincenzo Musella, e dal segretario sindacale Savini, la commissione si propone di:

  1. Mantenere un continuo aggiornamento sui temi dell'intelligenza artificiale, sia dal punto di vista scientifico che legale, con particolare attenzione alle implicazioni nel settore dell'odontoiatria. 
  2. Favorire il confronto e la collaborazione con altre commissioni paritetiche, sia di natura scientifica che istituzionale, al fine di elaborare linee guida e buone pratiche per l'applicazione dell'IA nell'odontoiatria.
  3. Creare una banca dati scientifica e legale specifica sull'intelligenza artificiale nel settore odontoiatrico, accessibile agli associati attraverso corsi o altri canali appropriati. 

Il presidente dell'AIO sottolinea l'importanza dell'aggiornamento professionale continuo per gli odontoiatri, poiché la realtà dell'intelligenza artificiale è sempre più presente e influente nell'ambiente sanitario e odontoiatrico e restare al passo con i tempi è fondamentale per garantire la qualità.

La collaborazione con entità come la Società Italiana di Telemedicina indica un impegno attivo nel comprendere le sfide e le opportunità offerte dall'IA nell'ambito sanitario.  La Società Italiana di Telemedicina (Sit) sta adottando un approccio proattivo nell'innovazione tecnologica nel settore sanitario attraverso una serie di iniziative significative. Recentemente ha istituito una nuova commissione nazionale dedicata all'introduzione delle tecnologie abilitanti e immersive nella sanità, sia pubblica che privata. Questa commissione si concentra sull'ampliamento della digitalizzazione nel settore sanitario e sull'implementazione di tecnologie avanzate, tra cui l'intelligenza artificiale, la realtà virtuale e aumentata, la mixed reality e l'assistenza virtuale o da remoto.

IA e rapporto medico – paziente

Il presidente dell'AIO, Seeberger, ribadisce la mancanza di pregiudizi nei confronti dell'intelligenza artificiale nel settore odontoiatrico, evidenziando piuttosto i benefici che può portare, e sta portando, nell'ottimizzazione della pratica clinica e del rapporto medico-paziente. L'intelligenza artificiale offre infatti opportunità come la simulazione, la precisione, il brainstorming, il controllo a distanza e il machine learning adattivo, tutti elementi che possono facilitare e migliorare la qualità delle cure dentali.

Tuttavia, è importante sottolineare che l'adozione dell'IA richiede alcune condizioni imprescindibili da rispettare. Innanzitutto, il paziente deve essere dotato di un'adeguata alfabetizzazione sanitaria (health literacy), in modo da poter comprendere appieno le informazioni relative alle terapie proposte attraverso l'AI e partecipare attivamente al processo decisionale. Inoltre, se da un lato l'utilizzo dell'IA può ridurre la necessità di spostamenti fisici per ottenere cure, contribuendo così a un impatto positivo sull'ambiente, dall'altro è fondamentale stabilire dei limiti e dei confini chiari nell'applicazione di questa tecnologia.

In conclusione, il presidente dell'AIO mette in luce una questione cruciale: l'incremento della deriva consumistica in sanità, inclusa l'odontoiatria, che potrebbe essere amplificata dall'introduzione dell'intelligenza artificiale. Tra i possibili rischi vi sono la sovradiagnosi e i sovratrattamenti, con un conseguente aumento dei costi e della medicalizzazione e possibili danni alla salute dei pazienti. 

 

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