Gli italiani tornano con fiducia dal dentista per riprendere le cure sospese: studi sicuri per 8 pazienti su 10

Presentati in occasione del convegno digitale “Gengive inForma in tempo di Covid-19” della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) i risultati di un sondaggio di  Datanalysische fotografa la ripresa delle cure dentali a distanza di un mese dalla riapertura degli studi odontoiatriciper le attività ordinarie.

La paura del contagio non frena il ritorno degli italiani dal dentista dopo il lockdown per la necessità di riprendere le cure interrotte. Dentisti e igienisti dentali, seppure tra le categorie più a rischio, sono in realtà promossi a pieni voti in materia di sicurezza. Moltissime le misure anti-Covid adottate dagli odontoiatri: dai dispositivi di protezione personale alla diga di gomma, fino all’aspirazione ad alta velocità e alla taratura degli strumenti rotanti, come ad esempio il trapano, responsabili principali della formazione di aerosol.  Misure anti-contagio e precauzioni anche nelle procedure mediche riducono drasticamente il rischio di contagio.

Almeno 10 milioni di italiani hanno avuto problemi a denti e gengive nel corso del lockdown e solo il 10% ha potuto o voluto andare dal dentista per paura del contagio o perché gli studi odontoiatrici erano chiusi per le attività ordinarie. Inoltre 3 milioni di italiani hanno visto peggiorare le patologie parodontali anche per la scarsa attenzione dedicata all’igiene orale durante la quarantena. Ma le misure anti-contagio messe in campo dai dentisti convincono i pazienti, così 8 su 10, a un mese dalla riapertura degli studi odontoiatrici per le cure ordinarie, tornano dal dentista con fiducia e lo “promuovono” a pieni voti in materia di sicurezza anti-Covid-19. Moltissime le misure di protezione e le precauzioni adottate anche nelle procedure mediche, ancorapiù elevate dei già alti standard. Flusso di pazienti scaglionati, tempi e incontri minimi in sala d’attesa, camici impermeabili, mascherine, cuffie, visiere, occhiali e calzari monouso, procedure di sanificazione accuratissime fra un appuntamento e l’altro e ancora, l’uso della diga di gomma, l’aspirazione ad alta velocità e un’adeguata taratura degli strumenti, rendono gli studi dentistici sicuri e a prova di contagio per il 76% del campione intervistato.

L’indagine mostra che gli italiani si fidano dei protocolli  anticontagio adottati dagli studi odontoiatrici e tornano con fiducia dal loro dentista per riprendere le cure interrotte -osserva Luca Landi, presidente SIdPSi tratta comunque di misure chei dentisti conoscono bene perché applicate anche prima del Covid-19. L’odontoiatria è sempre stata sicura e abbiamo solo aumentato le precauzioni oggi ancora più numerose e validate dal Ministero della Salute: dal triage telefonico per l’appuntamento, alla valutazione del paziente prima dell’accesso in studio, ai dispositivi di protezione in dotazione ai pazienti stessi e al personale sanitario. Purtroppo dentisti e igienisti dentali sono tra le categorie più a rischio, oltre che per la vicinanza fisica tra paziente e specialista, anche per l’uso di strumenti rotanti come ad esempio il trapano, che producono inevitabilmente aerosol contenente minuscole goccioline di saliva che potrebbero veicolare il virus. Tuttavia -precisa Landi -gli accorgimenti intrapresi dagli odontoiatri anche per le procedure mediche riescono a ridurre drasticamente ogni possibilità di trasmissione delle goccioline infette. L’uso della diga di gomma, per esempio, riduce la probabilità di generare un aerosol contaminato dalla saliva del paziente che si diffonde nell’ambiente circostante. L’aspirazione ad alta velocità diminuisce anch’essa la possibile emissione di aerosol, un’accurata taratura degli strumenti, come trapani e strumenti ultrasonici, minimizza ulteriormente la dispersione delle goccioline. Tutte queste precauzioni riducono al minimo la probabilità di contaminazione delle superfici dello studio dentistico, che poi viene sanificato regolarmente. Andare dal dentista è quindi sicuro ed è importante che gli italiani continuinoa sottoporsi con fiducia ai controlli e alle procedure necessarie per la loro salute orale”.

I dati raccolti dalla SIdP mostrano inoltre che durante la quarantena purtroppo tre milioni di italiani hanno peggiorato le patologie parodontali anche perché non si sono presi abbastanza cura della propria igiene orale. Succede perché molti ignorano le conseguenze di una  scarsa pulizia dei denti e, due italiani su tre, non sanno che una buona igiene orale aiuta anche nella prevenzione e controllo del diabete e del rischio di malattie cardiovascolari, poiché gengivite e parodontite sono patologie con una forte componente sistemica, correlata alla salute generale.

“C’è bisogno di migliorare le conoscenze in materia di prevenzione, ma la fiducia riposta dagli italiani negli studi dentistici è importante, perché il 40% degli intervistati soffre di problemi alle gengive e deve tornare a sottoporsi ai controlli –sottolinea Nicola Marco Sforza, presidente elettoSIdP–Dal sondaggio emerge che il 26% ha prestato minore attenzione all’igiene orale durante il periodo della quarantena e così le condizioni di salute della bocca sono peggiorate, tanto che due terzi hanno fatto ricorso all’automedicazione per problemi dentali e uno su tre ha dovuto contattare il dentista per problemi urgenti”.

 

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