Fatturazione medica: cosa sapere
paziente paga con la carta
La fatturazione medica, in particolare nel settore odontoiatrico, è un aspetto cruciale che coinvolge diverse sfere giuridiche, tra cui quelle fiscale e civilistica

È importante sottolineare che la fatturazione non è un'attività banale, ma richiede una comprensione approfondita delle sue numerose sfaccettature. Questo articolo esplora alcuni aspetti chiave della fatturazione ai pazienti, particolarmente rilevanti per i professionisti del settore.

Le norme generali sulla fatturazione sono delineate nell'art. 21 del DPR 26 ottobre 1972, n. 633, che regola l'IVA. È cruciale, però, non sottovalutare la complessità di queste normative, considerando la fatturazione come un processo semplice. Spesso, si raccomanda di frequentare corsi specifici sulla fatturazione odontoiatrica per garantire una corretta pratica.

Un aspetto distintivo nella fatturazione medica è l'uso continuato di fatture cartacee. Le fatture devono essere emesse in due esemplari identici (non copie), uno da consegnare al paziente e l'altro da conservare per un periodo di tempo legalmente definito. La legge impone la stampa fisica di entrambi gli esemplari, rendendo inadeguati i metodi alternativi come l'invio di file PDF o XML al commercialista. La fotocopia dell’unico esemplare consegnato al paziente non può legalmente sostituire l’esemplare da conservare.

La mancata conservazione dell'esemplare secondo le norme stabilite può comportare sanzioni significative, con multe che variano da 1.000 a 8.000 euro. Inoltre, esiste il rischio di contestazioni in caso di irregolarità documentale, prevista dal comma 2 dell’art. 55 del DPR 633 del 1972, soprattutto durante un'ispezione fiscale.


Imposta di bollo

Un altro punto importante riguarda la regolamentazione dell'imposta di bollo. Per fatture superiori a € 77,47, è richiesto il pagamento dell'imposta di bollo attraverso un contrassegno telematico sull'esemplare cartaceo. Quando si chiede il rimborso del bollo al cliente, è importante trattare questa spesa come parte integrante della prestazione fatturata, includendola nel corpo della fattura e non in calce.
Può capitare che l’importo del bollo sia escluso, nel sistema gestionale, dal calcolo dell’imponibile fiscale.

Se il gestionale opera in questo modo, è necessaria una sua correzione, in quanto l’importo del bollo, quando lo si vuole recuperare dal cliente, va trattato come una normale prestazione fatturata, essendo un suo diretto accessorio e integrazione del corrispettivo. Quindi non deve apparire nella parte bassa della fattura, bensì nel corpo: è sempre reddito imponibile e “eredita” dalla prestazione la stessa esenzione dall’Iva. Inoltre, occorre controllare se il gestionale inserisce nella fattura, in corrispondenza dell’importo del bollo addebitato al cliente, un riferimento alla legge sull’Iva diverso dal “canonico” art. 10 del DPR 633 del 1972: di solito si tratta dell’art. 15 dello stesso decreto, ma ciò è irregolare e va corretto.
 

Appuntamenti

In caso di mancato appuntamento, è legale richiedere un risarcimento per le spese sostenute, ma non è possibile addebitare un compenso per servizi non erogati. Le spese fatturabili devono essere chiaramente documentabili e direttamente associate all'appuntamento mancato. In situazioni dove il rapporto col paziente continua, queste spese possono essere addebitate in un appuntamento successivo.

In conclusione, la fatturazione nel settore odontoiatrico richiede una conoscenza approfondita delle normative vigenti e un'attenzione particolare a diversi aspetti tecnici e legali. È fondamentale per i professionisti del settore comprendere pienamente queste dinamiche per evitare errori che possono portare a sanzioni o complicazioni legali.
 

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