Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato l'importanza di migliorare le condizioni di lavoro per i professionisti del settore sanitario, non solo attraverso una migliore retribuzione economica, ma anche garantendo condizioni organizzative che consentano a medici e infermieri di lavorare in serenità e sicurezza. Ha affrontato il tema della responsabilità medica in Italia, suggerendo che il paese dovrebbe allinearsi agli standard europei, adottando un approccio che, attraverso la depenalizzazione dell'atto medico, permetta di imparare e valorizzare l'esperienza umana e professionale; l’Italia, infatti, resta l’unico Paese in Europa, in compagnia solo della Polonia, a non avere ancora depenalizzato l’atto medico.
Questo approccio favorirebbe la crescita professionale dei singoli e delle organizzazioni sanitarie, utilizzando gli strumenti della gestione del rischio clinico. Queste dichiarazioni sono state rilasciate dal Ministro Schillaci in occasione di un evento sulla "Revisione della legge 24/2017", promosso dalla Fondazione Italia in Salute.
Il Ministro ha poi messo in evidenza alcuni dati significativi riguardanti il settore sanitario in Italia. Il 95% delle circa 35.000 denunce annuali contro i medici si conclude con l’assoluzione o l’archiviazione, sottolineando l'inefficienza di questo sistema. Ha inoltre rilevato che l'eccesso di prescrizioni inappropriate grava sul Servizio Sanitario Nazionale con un costo di 10-11 miliardi di euro all'anno. Schillaci ha proposto che queste risorse potrebbero essere meglio investite in nuove tecnologie o in prevenzione.
Schillaci ha osservato che questi dati sono indicativi di un profondo problema culturale: la falsa convinzione dell'infallibilità della medicina, alimentata dall'illusione che il progresso tecnologico e scientifico garantisca sempre la guarigione. Di fronte a questo scenario, Schillaci ha sostenuto la necessità di promuovere un cambiamento culturale, incoraggiando un maggiore coinvolgimento dei pazienti e dei loro familiari per rafforzare l'alleanza terapeutica e restaurare la fiducia dei cittadini nel Servizio Sanitario Nazionale.
Nonostante la sollecita richiesta di una riforma, la Commissione istituita presso il Ministero della Giustizia, con il compito di proporre modifiche alla legge 24/2017, non ha ancora reso note conclusioni concrete. Questa situazione si protrae mentre in Parlamento circola un disegno di legge che, anziché alleggerire la responsabilità penale dei medici, potrebbe addirittura intensificarla introducendo la pena detentiva in caso di dolo.
In questo contesto, si registrano preoccupanti statistiche: ogni giorno, sei medici sono denunciati in Italia, dando avvio a un lungo processo giudiziario che, sebbene porti alla piena assoluzione nel 97% dei casi, lascia segni indelebili sulla loro vita personale e professionale. Questa realtà pone l'Italia, insieme alla Polonia, come l'unico Paese a non avere ancora depenalizzato l'atto medico. I professionisti della salute sono sottoposti a un'enorme pressione psicologica, derivante non solo dal sistema giudiziario, ma anche da quello aziendale, ordinistico e mediatico.
In conclusione, il Ministro ha affermato che tutelare il personale sanitario non significa solo garantire migliori cure ai cittadini, ma anche assicurare che le prescrizioni di esami diagnostici siano motivate dal reale beneficio per la salute del paziente e non dalla paura di possibili contenziosi legali.