Il Decreto emanato nella notte dell’8 marzo impone una serie di restrizioni decisamente più rigide rispetto a ciò che si era osservato fino ai giorni precedenti. I contagi del COVID-19 aumentano in modo spropositato e per arginarli è necessario un’azione d'urto.

Se è esplicita la posizione di esercizi commerciali, ristoranti, cinema e palestre, appare meno definita la condizione e la libertà concessa alle attività sanitarie. Al momento non vi è alcun obbligo di sospensione: tanto nelle zone rosse quanto nelle regioni meno colpite.

Lo studio dentistico può svolgere i suoi consueti trattamenti, prestando attenzione a nuovi accorgimenti che possono fare la differenza: sottoporre ai pazienti un questionario telefonico con funzione di triage, fissare appuntamenti distanziati, pregare i pazienti di rispettare gli orari ed evitare ritardi che comporterebbero la presenza di più persone in sala d’aspetto, predisporre la struttura con gel igienizzanti e far cambiare spesso l’aria nelle varie stanze operative.

Per quanto riguarda i consulenti esterni, citando il Decreto stesso, sono possibili spostamenti ‘’solo se motivati da esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute attestate mediante autocertificazione’’. Ne deriva che questi hanno la facoltà di prestare servizio ma solo in seguito alla compilazione del modulo.

In linea di massima, nelle zone più a rischio è consigliato fornire assistenza alle emergenze e rimandare i controlli di routine.

A tal proposito AIO-ANDI- CAO hanno divulgato un comunicato chiarificatore che fa luce sulla posizione dello studio in questo momento di grande crisi. (Scarica il comunicato)

AIO ha anche messo a disposizione una serie di indicazioni specifiche per prevenire il COVID-19 ed il numero 1500 per informazioni e chiarimenti. (Leggi il documento)

L'osservanza delle direttive è fondamentale per contrastare il virus!