Caso Clinico
Scan|Transfer, tre protocolli di semplificazione, controllo e validazione delle scansioni intraorali
Non c'è mai una sola strada per arrivare nel medesimo luogo, la soddisfazione del paziente. Scegliere il percorso è una nostra libertà
Odt. Nicola Palladino

Diplomato Odontotecnico nel 1996. Socio presso il laboratorio odontotecnico Dent One s.n.c da 15 anni. Fondatore, amministratore e moderatore del gruppo Exofacile FB, Partner ufficiale Online Resources di exocad. Nel 2017 frequenta il corso di alta formazione per la specializzazione in odontotecnica digitale presso l’Università Marconi di Roma. Relatore di numerosi corsi di progettazione exocad e corsi di stampa 3D. Nel 2019 diventa Consulente tecnico di Nobil Metal entrando a far parte della Sinergia Training Academy e del gruppo Consulenti Sinergia.

 

Odt. Nicola Palladino

Non siamo mai stati tutti uguali, abbiamo sempre vissuto in una società variegata, multiraziale, multidisciplinare, ma inevitabilmente incasellata dentro regole e protocolli.
Recentemente ho assistito ad una conferenza di Gioacchino Cannizzaro, personalità esplosiva, idee fortemente divisorie, arte oratoria da abile affabulatore, ma ha tanta, tantissima ragione.
Non siamo mai stati tutti uguali eppure applichiamo, indifferentemente, protocolli unificati, standardizzati a tutti i pazienti e Cannizzaro questo lo contesta.
Non siamo mai stati tutti uguali eppure utilizziamo spesso prodotti e procedure identiche a prescindere dalla nostra esperienza o necessità. E questo oggi io lo contesto.
Noi usiamo, in laboratorio e in studio, i migliori scanbody che siano in commercio: IPD ProCam (IPD AbutmentCompatibili.com - IPD Dental Group) con un sistema di correzione delle aberrazioni luminose che è straordinariamente potente e innovativo (Fig. 1-2). 


 

scanbody IPD
scanbody IPD 2
Fig. 1-2. Esempio di scansione intraorale effettuata con ScanBody IPD ProCam dotati di librerie con correzione delle aberrazioni dimensionali

 

Ma noi, odontotecnici e dentisti, non siamo tutti uguali. 
Le nostre curve di apprendimento sono differenti, le nostre esperienze sono differenti, la quantità di scansioni e periodicità di scansioni sono differenti, eppure ci ostiniamo a comprare le medesime soluzioni tecnologiche.


Quando vidi per la prima volta Scan|Transfer compresi subito che non era il mio scanbody e magari non era neppure lo scanbody di Antonino o di Giacomo, ma sarebbe stato lo scanbody perfetto per Marco, Francesco, Carlo e per tantissimi altri medici che quotidianamente sono alle prese con scansioni intraorali stupendamente imperfette e drammaticamente imprecise (Fig. 3).


 

scanbody IDP 3
Fig. 3. Scan|Transfer IPD Dental Group - AbutmentCompatibili.com

 

Sappiamo ormai che la scansione intraorale è ancora fortemente operatore dipendente; che i settori posteriori e soprattutto quelli inferiori soffrono di distorsioni, errori e difficoltà di accesso (Fig 4).


 

scanbody IDP intraorale
Fig. 4. Esempio di scansione intraorale complessa, arcata inferiore e distanza tra gli impianti. Immagine su concessione Dr Antonino Cacioppo

 

Un buon operatore riesce a contenere l’errore, difficilmente ad eliminarlo completamente, ma la sua riduzione porta l’imprecisione in un range di accettabilità.
L'operatore meno abituato a scansionare arcate intere o con una curva d’apprendimento ancora incompleta ha necessità di avere strumenti dedicati.

D’altronde una macchina a trazione posteriore senza controlli di trazione può essere maggiormente divertente e performante, ma serve sapere bene come condurla altrimenti conviene avere ABS e controllo di trazione inseriti.

Le tre procedure associate a Scan|Transfer, derivate in parte dalle pubblicazioni di Francesco Mangano, Mario Imburgia e John Kois sulla tecnica di scansione denominata CSS|Strategy, offrono al clinico la possibilità di avere un percorso di acquisizione guidato, ripetibile, anche senza il paziente in poltrona e validabile dal laboratorio. 

Partiamo dalla prima procedura guidata: la CSS|Strategy. Solitamente preleviamo una prima posizione degli impianti dalla progettazione chirurgica guidata che sempre più spesso viene eseguita dai clinici, da questa progettiamo una “ferula”, una struttura rigida, dimensionalmente appropriata che sarà stampata o fresata al momento della scansione intraorale (Fig. 5).


 

ferula scansione intraorale
Fig. 5. Esempio di progettazione ferula di bloccaggio importando i dati di posizione da progetto chirurgia guidata

 

CSS|Strategy permette allo scanner intraorale di riconoscere facilmente questa struttura avvicinando i piani di scansione delle teste degli scanbody al piano della ferula, riducendo così il salto di messa a fuoco e impedendo allo scanner di perdere la posizione e frammentare la scansione in più pezzi da incollare tra loro.
Il concetto del Kintsugi Effect (ricostruire un insieme frammentato) crea linee di saldatura e, come descritto nelle pubblicazioni citate precedentemente, offre la possibilita’ di distorcere, deformare, alterare la forma dell’arco che stiamo scansionando (Fig 6-7).


 

Ferula fresata
Fig. 6. Ferula fresata e posizionata con Scan|Transfer

 

css strategy
Fig. 7. Differenza tra scansione “classica” e scansione con tecnica di CSS|Strategy

 

L’errore quindi non sarà più micro localizzato all’attorno dello scanbody come analizzato e corretto con le librerie a correzioni progressive, ma sarà un errore macro localizzato che verrà generato nel complessivo volume e forma dell’arco mandibolare o mascellare. L’assenza in arcata inferiore del palato, la spesso ridotta ampiezza di gengiva cheratinizzata e la difficoltà di contenere l’esuberanza del pavimento della lingua e delle guance, rendono la mandibola un arco fortemente critico per le scansioni intraorali (Fig. 8).


 

scansione completa
Fig. 8. Esempio di scansione complessa in arcata inferiore priva di riferimenti stabili

 

L’utilizzo della tecnica di ferulizzazione degli scanbody permette un’importante riduzione del Kintsugi Effect, permettendoci di allontanarci dai limiti e complicanze elencate sopra.
In appoggio a questa sono state protocollate due ulteriori procedure.
Re|Scan permette all’operatore di prendere una scansione parziale nel cavo orale del paziente per completare la stessa successivamente.
Il settore posteriore è meno accessibile, e spesso lingua e guancia interferiscono impedendo una corretta acquisizione dei volumi. Ripassando poi su aree già acquisite si inserirebbero errori nella nuvola di punti, errori che andranno a sommarsi ai primi.
La scansione parziale del gruppo frontale, decisamente più semplice da rilevare correttamente, permette di ripetere la scansione del solo arco/ferula fuori dal cavo orale, in assenza del paziente in vitro con l’assenza di tutte le complicanze precedentemente descritte e in assenza di ansia da tempistica o da ripetizione della procedura.
La seconda scansione in vitro verrà semplicemente riposizionata sulla prima, parziale, fatta in vivo assicurando una rilevazione delle posizioni implantari al meglio della tecnologia a disposizione (Fig 9-10-11).


 

tecnica Re|Scan
Fig. 9. Esempio di tecnica Re|Scan dove si vanno a sommare i dati parziali intraorali e i dati completi prelevati 

 

sovrapposizione mesh
sovrapposizione mesh 2
Fig. 10-11. Esempio di sovrapposizione delle mesh, eliminazione di quelle incomplete e salvataggio del nuovo 

 

L’ultima procedura in aiuto dei flussi digitali è De|Bug.

Questa permette all’odontotecnico di creare una chiave in gesso con gli analoghi in posizione. 
La procedura di De|Bug non vuole essere un modello di lavoro completo, ma solo la chiave di verifica delle connessioni implantari sulla quale poter ripetere una scansione o tastatura meccanica per validare la scansione intraorale o, più semplicemente, per validare il fresato e l’incollaggio (Fig  12-13-14-15).


 

tecnica De|Bug 1tecnica De|Bug 2tecnica De|Bug 3
tecnica De|Bug 4
Fig. 12-13-14-15. Esempio di tecnica di De|Bug, creazione della chiave master in gesso dove effettuare riscansioni, tastature meccaniche o validazioni dei fresati e incollaggio su TiBase

 

Incollare su una chiave in gesso ti permette di controllare meglio gli offset. Lo spazio cemento, inserito in fase di fresatura della zirconia, ti permette di controllare le contrazioni della zirconia e ti permette di validare il fresato su una connessione diretta (Fig 16-17-18).

Avere una chiave in gesso restituisce al laboratorio una sicurezza che si era persa nei meandri dei flussi digitali.


 

chiave in gesso Re|Scan
chiave in gesso Re|Scan 2
Fig. 16-17. Esempio di lavorazioni validate su chiave in gesso generata da procedura di Re|Scan

 

validazione radiografica
Fig. 18. Esempio di validazione radiografica su case-report di procedura CSS|Strategy, Re|Scan e De|Bug con abutment Scan|Transfer IPD Dental Group

 

Conclusione:

Io e tutto il mio team riteniamo che le tre procedure descritte permettano di chiudere un cerchio lasciato aperto dalla corsa al digitale che si sta vedendo negli studi dentistici. La scansione intraorale ci aveva resi orfani del nostro modello master, impedendoci di validare le fasi di laboratorio, portando la prova ultima in vivo sul paziente. Questo crea stress lato laboratorio e lato clinico, che in casi di imprecisioni, deve ripetere tutto o parte delle procedure rimandando la consegna delle protesi e cercando di giustificare l’insuccesso con il paziente; cosa che non sarebbe accaduta con un modello master o una chiave in gesso.
Scan|Transfer permette finalmente di semplificare, ripetere, validare le nostre scansioni restituendoci la serenità e sicurezza che abbiamo sempre avuto in passato.

Video correlati
Non ci sono video associati a questo articolo.