Caso Clinico
SCANSKE PROTOCOL
Rende 100% digitale la registrazione dell’occlusione in pazienti riabilitati con protesi full-arch a carico immediato, anche in edentulia totale.
Dr. Marco Serri

Consegue il titolo di Dottore in odontoiatria e protesi dentale nel 1991 presso l'università degli Studi di Cagliari. Dal 2000 si occupa esclusivamente di chirurgia implantare.

Dr. Marco Serri
INTRODUZIONE

Con la presentazione del caso clinico che andiamo a descrivere viene illustrato il protocollo ScanSke, che consente di riabilitare in percorso 100% digitale tutti i pazienti che devono ricevere una riabilitazione full-arch a carico immediato su impianti dentali. Uno dei maggiori problemi da affrontare quando si effettuano questo tipo di riabilitazioni con approccio digitale è quello di registrare in maniera precisa, semplice e predicibile l’occlusione del paziente. Se nei protocolli tradizionali eseguiti in flusso analogico, è il clinico che deve registrare in maniera piuttosto empirica l’occlusione del paziente mediante reperi cutanei e interposizione di un vallo in cera, con il protocollo ScanSke apportiamo un innovativo vantaggio: registrando digitalmente l’occlusione del paziente prima dell’atto chirurgico.

METODO

Il caso clinico preso in esame vede una paziente donna di anni 68, razza caucasica, ASA I, portatrice di due protesi mobili totali superiore e inferiore, di cui la prima incongrua per costruzione, e la seconda instabile.

La paziente chiede di poter masticare e sorridere senza imbarazzo e difficoltà (Fig.1 a, b). 


 

Dentatura Signora
Fig. 1. (a) Foto frontale extra-orale macro del sorriso con evidente sbilanciamento occlusale

 

extra-orale macro del sorriso
Fig. 1. (b) foto dei piani bipupillare e occlusale evidenziati. 

 

Analizzato il caso e le sue possibili soluzioni, la paziente ha scelto in primo step, una soluzione ibrida che vede la realizzazione di una nuova protesi totale mobile in arcata superiore e una protesi full-arch fissa su impianti a carico immediato in mandibola, realizzata con protocollo ScanSke (Fig. 2). 


 

Foto frontale extra-orale macro del sorriso a fine riabilitazione con protocollo ScanSke
Fig. 2. Foto frontale extra-orale macro del sorriso a fine riabilitazione con protocollo ScanSke.

 

Allo scopo viene realizzata una nuova protesi totale mobile superiore e viene riadattata al nuovo piano occlusale la protesi mobile totale inferiore. La nuova protesi, funzionalizzata per un mese e costruita secondo i principi e i canoni protocollati per la realizzazione delle protesi mobili totali, tiene conto dei corretti rapporti inter-arcata, dei piani di Camper e bipupillare e di un corretto equilibrio neuro muscolare dei temporali e masseteri dei due lati, valutati grazie all’elettromiografia di superficie (Fig. 3 a, b). 


 

Fig. 3. Foto laterale sinistra (a) e foto laterale destra (b) degli elettrodi posizionati sul viso della paziente in corrispondenza dei muscoli masseteri e mandibolari.
Fig. 3. Foto laterale sinistra (a) e foto laterale destra (b) degli elettrodi posizionati sul viso della paziente in corrispondenza dei muscoli masseteri e mandibolari.

 

Da questa fase in avanti si entra nel vivo del protocollo ScanSke. Prima della sessione chirurgica, in cui vengono posizionati gli impianti dentali che sosterranno la nuova protesi provvisoria a carico immediato, si posizionano nei settori posteriori dell’arcata da riabilitare due innovativi scanbody scheletrici, chiamati ScanSke (Fig. 4 a, b), sostenuti da due mini-impianti fissi nell’osso (Fig. 4 c). Si procede subito dopo con la rilevazione delle impronte digitali mediante uno scanner intraorale delle due arcate e dell’occlusione della paziente in massima intercuspidazione (Fig. 5). 


 

Foto intraorale pre-chirurgica
Fig. 4. (a) Foto intraorale pre-chirurgica della paziente con gli ScanSke posizionati nei settori posteriori dell’arcata inferiore.

 

rendering 3D degli ScanSke
Fig. 4. (b) rendering 3D degli ScanSke, dalla forma di parallelepipedi irregolari con 2 spigoli smussi e 3 sfaccettature posizionate a 45° con una mezza forma sferica disposta in maniera contrapposta sullo ScanSke DX e SX.

 

rendering 3D dei mini-impianti BTK
Fig. 4. (c) rendering 3D dei mini-impianti BTK che sostengono gli ScanSke.

 

Foto durante la scansione pre-chirurgica
Fig. 5. (a) Foto durante la scansione pre-chirurgica della paziente con gli ScanSke posizionati e protesi mobile riadattata.

 

rendering 3D della scansione rilevata in massima intercuspidazione
Fig. 5. (b) rendering 3D della scansione rilevata in massima intercuspidazione, in evidenza lo ScanSke sinistro.

 

file .stl dell’impronta inferiore
Fig. 5. (c) file .stl dell’impronta inferiore, in evidenza gli ScanSke.

 

A questo punto inizia la sessione chirurgica vera e propria in cui, rimossa la protesi mobile inferiore, si posizionano 4 impianti dentali (in questo caso in chirurgia orientata) sui quali vengono avvitati i MUA. Durante l’intero atto chirurgico, gli ScanSke rimangono nei settori posteriori della bocca e saranno proprio questi a fornire l’informazione necessaria per poter costruire la nuova protesi fissa su impianti nel corretto spazio inter-arcata della paziente (Fig.6). Eseguita la sutura, si posizionano gli scanbody implantari e si esegue una scansione post-chirurgica che rileva sia gli ScanSke che gli scanbody implantari appena inseriti. Per migliorare l’accuratezza della scansione e facilitare il flusso di scansione in una cresta edentula sanguinante, gli scanbody implantari vengono solidarizzati mediante una dima di scansione (Fig. 7 a, b). Per fornire al laboratorio ulteriori informazioni, viene anche eseguita una successiva scansione della mucosa su cui poggerà la nuova protesi (Fig. 7c). Grazie alle scansioni rilevate, sia quella pre-chirurgica che quelle post chirurgiche, con gli ScanSke sempre fissi e immutati nella loro posizione, il tecnico di laboratorio riceve in remoto i files .stl delle tre scansioni intraorali, ed esegue la sovrapposizione delle stesse, ritrovandosi nell’articolatore digitale le arcate dentali nel corretto rapporto spaziale (Fig. 8), ottenuto grazie alla posizione immutata degli ScanSke e nello spazio protesico così ottenuto, progetta e realizza (in flusso 100% CAD/CAM) la protesi fissa nel rispetto dell’occlusione abituale della paziente (Fig. 9, 10, 11).


 

Foto successiva all’inserimento degli impianti
Fig. 6. Foto successiva all’inserimento degli impianti e al posizionamento degli scanbody implantari, nei settori posteriori gli ScanSke posizionati prima dell’atto chirurgico. 

 

Foto della dima universale di scansione
Fig. 7. (a) Foto della dima universale di scansione (di colore grigio chiaro) posizionata e fissata sugli scanbody implantari prima della scansione.

 

file .stl dell’impronta inferiore
Fig. 7. (b) File .stl dell’impronta inferiore rilevata con dima di scansione universale e scanbody implantari, in evidenza gli ScanSke.

 

file .stl dell’impronta inferiore delle mucose
Fig. 7. (c) File .stl dell’impronta inferiore delle mucose, in evidenza gli ScanSke.

 

file .stl della sovrapposizione delle tre scansioni
Fig. 8. (a) file .stl della sovrapposizione delle tre scansioni, in evidenza gli ScanSke

 

Arcate scansionate all’interno dell’articolatore digitale
Fig. 8. (b) Arcate scansionate all’interno dell’articolatore digitale, in evidenza gli ScanSke.

 

Prospettiva frontale della protesi progettata
Fig. 9. (a) Prospettiva frontale della protesi progettata in base all’occlusione abituale della paziente

 

Prospettiva dall’alto della protesi inferiore
Fig. 9. (b) Prospettiva dall’alto della protesi inferiore, in evidenza gli Scan Ske.

 

Prospettiva laterale sinistra della protesi in occlusione
Fig. 9. (c) Prospettiva laterale sinistra della protesi in occlusione, in evidenza gli ScanSke.

 

Foto frontale della protesi provvisoria inferiore
Fig. 10. (a) Foto frontale della protesi provvisoria inferiore; (b) Foto dall’alto della protesi provvisoria inferiore. 

 

Foto frontale intraorale della protesi provvisoria in rapporto occlusale
Fig. 11. (a) Foto frontale intraorale della protesi provvisoria in rapporto occlusale con la protesi mobile superiore; (b) Foto dei segni della carta d’articolazione sulla protesi provvisoria, espressione del perfetto bilanciamento dell’occlusione della protesi appena consegnata.

 

Un altro importante vantaggio di questo protocollo 100% digitale, è che la protesi realizzata in flusso CAD/CAM risulta sempre passiva sui MUA implantari, grazie alla accuratezza delle scansioni pre e intra operatorie. La protesi, inoltre, è dotata di una rigida sottostruttura in titanio monoblocco che garantisce il necessario splintaggio ortopedico, che numerosi studi di letteratura indicano come necessario per poter raggiungere con maggiore predicibilità l’osteo integrazione degli impianti (Fig.12).


 

Opt al tempo 0
Fig. 12. (a) Opt al tempo 0, che evidenzia la sottostruttura in titanio con connessioni implantari parti integranti della stessa; (b) Particolari ingranditi delle connessioni implantari che si presentano passive con la sottostruttura della protesi.

 
CONCLUSIONI

Il protocollo ScanSke, oltre che nei pazienti totalmente edentuli, può essere eseguito anche nei pazienti in dentizione terminale, da rendere edentuli intra-operatoriamente. Permette il posizionamento degli impianti in chirurgia a mano libera, in chirurgia guidata statica e in chirurgia guidata dinamica. In sintesi, il protocollo ScanSke consente di registrare in flusso 100% CAD/CAM l’occlusione abituale del paziente e la posizione degli impianti dentali in un unico step operativo, grazie agli scanbody scheletrici; di realizzare una protesi che non richiede di essere passivata in bocca a fine intervento e risulta più resistente (a differenza di altri metodi in cui la protesi viene prefabbricata prima dell’atto chirurgico e che necessariamente viene passivata con la resina, intercalata nelle torrette implantari); un altro vantaggio è quello di liberare il paziente dal disagio di dover ricevere impronte con gesso o altri materiali da impronta a fine seduta.

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