Intervista
La Full-arch nell'era digitale: mito o realtà?
Francesco Mangano intervista per DentalTech il Dr. Federico Tirone ed il suo odontotecnico Erik Rolando, sul tema della full-arch realizzata con ausilio di tecnologie digitali
Dr. Francesco Mangano

Professore Associato, Digital Dentistry, Sechenov University, Mosca, Russia. Editore della Digital Dentistry Section del Journal of Dentistry (Elsevier) rivista Q1 con impact factor 4.4 e citescore 7.0. Socio Fondatore, Socio Attivo e Presidente (2024-2025) della Digital Dentistry Society (DDS) International. Direttore della Mangano Digital Academy (MDA), accademia che ha lo scopo di promuovere l’educazione nell’Odontoiatria Digitale. Ideatore del Corso “#ZEROMICRONS: la Precisione in Digital Dentistry”. Autore di 145 pubblicazioni su riviste internazionali indicizzate Pubmed e ad elevato impact factor, con un h-index di 54 (Google Scholar) e 40 (Scopus). Esercita la libera professione a Gravedona (Como), dedicandosi esclusivamente all’Odontoiatria Digitale, ed allo sviluppo ed all’applicazione di tecnologie innovative in Odontoiatria, come l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata e la robotica. 

Francesco Mangano

 

 

  • Ciao Federico, ciao Erik, grazie per avere accettato di dare il vostro contributo in questo numero di DentalTech. La mia prima domanda, che rivolgo ad entrambi, è molto diretta : quale rapporto avete con le tecnologie digitali?

    Federico: Grazie Francesco. Devo dire che negli ultimi anni le tecnologie digitali sono entrate a gamba tesa nella nostra pratica clinica. È innegabile che per il clinico queste rivestano un miglioramento incredibile in termini di maggior comodità, minor stress e maggiore velocità operativa. Immaginiamo la differenza tra un’impronta analogica su impianti a cucchiaio aperto e una scansione intraorale e avremo immediatamente la misura di quanto le cose siano cambiate in meglio.
    Ovviamente tutto ciò richiede una certa curva di apprendimento che però devo dire è molto più breve per il clinico che per l’odontotecnico. Per noi medici si tratta di imparare ad usare uno strumento diverso per fare lo stesso lavoro, per gli odontotecnici si tratta di imparare un nuovo lavoro. Quindi onore a quelli di loro che si impegnano in questo ogni giorno e guidano la rivoluzione digitale.

    Erik: Ciao Francesco, il mio rapporto con le tecnologie in generale è sempre stato molto buono. Nel nostro settore le tecnologie hanno fatto il loro ingresso in modo graduale ormai da molto tempo, ma è evidente che in questi ultimi anni lo sviluppo delle loro applicazioni è diventato esponenziale. Inizialmente le tecnologie digitali in campo odontoiatrico non permettevano applicazioni su larga scala, per cui erano necessari investimenti non sempre compensati dalle possibilità che offrivano.
    Allo stato attuale, le tecnologie hanno completamente rivoluzionato i flussi di lavoro, per cui il loro impiego e la loro conoscenza sono diventati elemento indispensabile per il posizionamento sul mercato e soprattutto perché, grazie al loro impiego, si potrà approfittare delle enormi possibilità che questi strumenti ci offrono, adesso e ancor di più in futuro, sia in termini di standardizzazione di qualità che di tempo. Per gli odontotecnici, il digitale, da qui in avanti, presumo che determinerà un prima e un dopo, una nuova era. In sintesi, se prima il mio rapporto con le tecnologie era buono, allo stato attuale è pressoché totalizzante: sto investendo tutte le mie energie perché raggiunga i massimi livelli.

 

  • Dal punto di vista clinico, quali tecnologie digitali utilizzate nella realizzazione di un restauro completo full-arch su impianti? 

    Federico: Utilizziamo principalmente due tecnologie digitali in ambito clinico. Lo scanner intraorale che ci consente sia di acquisire le scansioni delle arcate del paziente prima dell’intervento così da progettare in anticipo i ponti provvisori, sia di acquisire la posizione inter-implantare e la relazione degli impianti con i tessuti molli, prima della realizzazione del definitivo. La precisione della posizione interimplantare, che è alla base della passività in avvitamento e quindi della riduzione di complicanze maggiori, viene comunque ancora registrata con una semplice e veloce fase analogica descritta nell’articolo.
    Lo scanner facciale che ci consente di dare al tecnico tutte le informazioni relative al viso del paziente, all’interno del quale si dovrà integrare il nuovo sorriso. La scansione facciale sostituisce anche l’arco facciale fornendo i reperti anatomici che servono all’odontotecnico per posizionare le arcate all’interno dell’articolatore virtuale.

 

  • E dal punto di vista tecnico?

    Erik
    : Lo strumento che per primo interviene in questo flusso di lavoro è assolutamente il software CAD e CAM. In laboratorio abbiamo quattro software di disegno ma quello che, a mio parere, ci permette di lavorare nel modo più fluido è Exocad. Allo stato attuale, questo strumento ci permette di realizzare i nuovi sorrisi dei pazienti che si rivolgono a noi in modo discretamente ottimizzato, anche se ritengo ci siano ancora molti sviluppi possibili per questo programma, tali da rendere ancor di più questo strumento finalizzato allo scopo.
    I fresatori sono il secondo strumento che interviene nel flusso di lavoro: questi ci permettono, sulla base del progetto realizzato nel CAD, di ottenerne la forma grezza, lasciando all’odontotecnico il ruolo nobile di rifinire i dettagli e rendere ogni singola riabilitazione un sorriso individualizzato con la personalità e il carattere che gli appartengono per definizione. Le stampanti 3D sono un altro strumento importante nella gestione delle riabilitazioni full arch: ci permettono di realizzare vari elementi necessari all’ottenimento del risultato finito. Personalmente non amo stampare gli elementi estetici con questo strumento, perché i materiali non sono al livello di quelli fresabili.

 

  • Erik, puoi parlarci un attimo della soluzione Easy Face Scan ? Quali sono i vantaggi di questo scanner facciale, rispetto a quanto già presente nel mercato?

    Erik: Easy Face Scan nasce dal desiderio di ottenere scansioni facciali di qualità in modo rapido e senza particolari difficoltà. La scansione facciale era l’anello mancante nel flusso di lavoro digitale e soprattutto nei lavori riabilitativi. Queste scansioni devono avere una qualità adeguata a far sì che tutti gli accoppiamenti successivi ci forniscano il paziente virtuale ma fedele alla realtà.
    La scansione facciale deve essere ottenuta con un flusso di lavoro snello e veloce, inseribile facilmente nella quotidianità clinica. Ormai da diversi anni, con Federico, lavoro con le scansioni facciali ma purtroppo, fino all’avvento di Easy Face Scan, non avevamo trovato queste caratteristiche in nessun altro strumento.

 

  • Cosa secondo voi ancora non funziona nel digitale, particolarmente nei casi complessi, e andrebbe migliorato?

    Federico: Il principale limite dei sistemi digitali di scansione ottica risiede, a mio parere, nella precisione. Una scansione intraorale, sufficientemente precisa sulle piccole distanze, sconta imprecisioni consistenti su impronte ad arco completo. Inoltre i sistemi di scansione intraorale hanno performance da migliorare soprattutto quando si tratta di acquisire l’anatomia dei tessuti molli, in particolar modo quelli mandibolari.

    Erik: Non potrei dire che c’è qualcosa in particolare che ancora non funziona, direi piuttosto che è una materia con talmente tante vie di sviluppo, che ne stiamo solo vedendo gli albori. Quello che va implementato maggiormente, nell’immediato, sono le competenze. Il nostro lavoro è sempre stato prettamente analogico e  ritengo che non sarà semplice creare un background digitale di pari livello in poco tempo. Con Federico stiamo riscrivendo tutti i protocolli, presupposto per ottenere risultati predicibili. Per cui ti rispondo in modo secco: andrebbe migliorata la conoscenza.

 

  • Quali gli sviluppi futuri?

    Federico: Devo dire che oggi, dopo anni di studio e sviluppo abbiamo un protocollo che funziona molto bene, è riproducibile e delegabile e ci permette di risparmiare tantissimo tempo e stress alla poltrona. Una fase di sviluppo di cui sentiamo l’esigenza starebbe alle aziende e attiene il miglioramento delle librerie dentali. Le forme e i setting sarebbero ancora molto da migliorare.

    Erik: TI voglio confessare che secondo me il più grande limite del digitale, adesso, è proprio il fatto che lo stiamo impiegando con degli strumenti limitanti. Credo che la prossima rivoluzione digitale arriverà grazie alla realtà aumentata, dove il digitale restituirà la vera potenzialità di lavorare in tre dimensioni.

 

  • Federico, tu hai avviato da anni un’attività corsistica di grande successo. Quali sono i prossimi eventi in programma, quali le date?

    Federico
    : A fine settembre, 22-23-24, si terrà il nostro corso di management dello studio odontoiatrico. 
    È un corso che sconvolge sempre le centinaia di partecipanti. Passiamo 3 giorni a raccontare, fino a sera inoltrata, tutti i nostri errori del passato e tutti i segreti che ci hanno portato al successo imprenditoriale ed economico che viviamo in ambito odontoiatrico.
    Per quanto riguarda invece le riabilitazioni full-arch i corsi di quest’anno sono tutti pieni, la prossima edizione disponibile del corso si terrà il 25-26-27 gennaio (primo incontro) e il 05-06-07 giugno (secondo incontro). In questo corso insegniamo tutto ciò che facciamo in studio per riabilitare con impianti le centinaia di pazienti di cui ci occupiamo ogni anno.
    Chi volesse informazioni può visitare www.formazioneodontoiatrica.it o scrivere a info@formazioneodontoiatrica.it


    Grazie mille per il vostro contributo e speriamo di avervi ancora ospiti qui in DentalTech.
     
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