Le regole ed il buonsenso

Appresa la notizia della introduzione, da parte di  ANDI, di una nuova figura professionale che sarà abilitata a svolgere mansioni analoghe a quelle dell’ASO, ho colto affermazioni nettamente contrastanti .

 Da un lato i sostenitori della formazione, con regole ferree e in alcuni casi poco applicabili, colleghi che si scagliano contro  questa scelta ritenuta una mossa strategica per ostacolare il riconoscimento di una figura professionale che necessita sicuramente di una formazione  e di una qualifica per poter operare nel settore sanitario, e dall’altro gli ASO disperati che hanno accolto sfavorevolmente  la notizia di doversi adeguare a delle normative che paradossalmente le porrebbero in una condizione di inadeguatezza , nonostante gli anni di servizio, per non avere ricevuto un inquadramento corretto o per non essere in possesso dei requisiti minimi per accedere alla formazione. Parliamo di lavoratori che, in questo momento storico in cui un impiego è difficile trovarlo, rischiano di perdere il posto di lavoro.

Sembra facile districarsi un questo groviglio di normative e di scadenze ma, come spesso accade, si tende a generalizzare senza pensare ad una soluzione che possa giovare ad un numero più ampio di persone. Abbiamo sempre sostenuto che la formazione sia fondamentale non  soltanto per  crescere professionalmente ma anche per essere più autonomi nelle decisioni e capaci di tutelare i propri interessi. Nessuno può curare i nostri interessi come noi stessi, e anche se a volte abbiamo bisogno di un sostegno da parte di una figura competente è importante ragionare con cognizione di causa. Tendenzialmente si guarda quello che è più vicino ma il ruolo di una associazione degna di rappresentare una categoria di persone, a livello nazionale, non può  accettare una soluzione se questa penalizza una parte di lavoratori che rappresenta un numero importante. Non può pensare che debba essere necessariamente  bianco o nero ma pensa e agisce nell’interesse comune interpellando chi di competenza affinché agisca in tal senso.

I tavoli tecnici sono ancora al lavoro e le Regioni possono fare molto se vi è relamente la volontà di cooperare per una fase transitoria che non generi troppi attriti.

Occorre tenere presente che le posizioni rigide precludono ogni possibilità di miglioramento e a farne le spese, alla fine, siamo tutti noi, nessuno escluso. IDEA è promotrice di valori, di intese e di volontà ad operare per il bene comune  e questo farà.

 

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