Implantologia: il mercato cresce, ma rischio falsi

Oltre 300 impianti in commercio, ma non sempre garantita la qualità e la sicurezza per i consumatori. Si apre a Roma, alla presenza del Ministro della Salute Fazio, il Congresso internazionale di Implantologia Osteointegrata

Si apre oggi il Congresso Internazionale della Società Italiana di Implantologia Osteointegrata (SIO) che vedrà riuniti i massimi esperti nel campo dell’implantologia, la branca dell'odontoiatria che si occupa della sostituzione dei denti naturali mancanti con impianti sui quali vengono inseriti i nuovi denti artificiali. L’Italia è uno dei primi mercati al mondo dopo Stati Uniti e Germania con circa 1 milione gli impianti dentali applicati ogni anno e circa il 65% degli odontoiatri italiani ad esercitare questo tipo di intervento. In forte crescita anche la domanda di impianti dentali degli Italiani: secondo una ricerca commissionata dalla SIO su un campione di oltre 600 persone, il 68% dei cittadini richiede l’utilizzo degli impianti considerati più pratici, duraturi ed efficaci rispetto alle dentiere.

Di fronte alla crescita del settore, nascono però rischi e problematiche legate alla salvaguardia della qualità e della salute dei pazienti. Cresce il mercato della contraffazione, con copie provenienti da Paesi emergenti quali Brasile e Cina. “Nel mercato italiano circolano circa 300 sistemi implantari diversi, non tutti in possesso di una documentazione scientifica basata su studi condotti da istituzioni di ricerca indipendenti che ne attesti l’affidabilità nel lungo periodo” dichiara il dott. Giuseppe Luongo, Presidente della Società di Implantologia Osteointegrata. “E’ opportuno che la giusta necessità di ottenere un contenimento dei costi non vada a scapito della tutela della salute dei cittadini. Per questo la SIO si sta impegnando insieme al Ministero della Salute, ai rappresentanti del mondo della ricerca, della professione e delle aziende a codificare i livelli minimi che garantiscano la qualità delle prestazioni”.

Altro elemento fondamentale è la formazione dei professionisti, finora non sempre adeguata. “E’ necessario che le molteplici figure professionali che intervengono durante le varie fasi del trattamento abbiano avuto un curriculum formativo adeguato ai compiti da svolgere e siano aggiornate sulle più recenti acquisizioni scientifiche” continua il dott. Luongo “Da quest’anno il corso di laurea in odontoiatria passerà da 5 a 6 anni, dedicando maggiore spazio alla didattica per l’implantologia.”

Resta il nodo dell’ informazione al paziente. Secondo la SIO una prestazione implantologica dovrebbe concludersi con il rilascio di un “passaporto”, rilasciato dal professionista al paziente, che descriva il tipo di trattamento effettuato, i componenti usati e, soprattutto, le anagrafiche e la tracciabilità dei prodotti.

"E’ necessario che il pubblico sia maggiormente consapevole e informato dell’intervento al quale si sta sottoponendo” aggiunge il dott. Luongo “Il professionista dovrebbe avere un colloquio preliminare col paziente cui spiegare bene le possibili soluzioni e valutare le sue aspettative, illustrare i vantaggi, gli svantaggi e le possibili complicanze e le possibili alternative terapeutiche”.
Per questo la SIO ha elaborato delle prime regole base per i pazienti: affidarsi ad un professionista laureato ed iscritto all’albo che, possibilmente, abbia svolto corsi di specializzazione specifici nel campo dell'implantologia; esigere dal dentista notizie sul tipo di impianto da inserire; diffidare dei costi troppo bassi; farsi rilasciare dal dentista un certificato sul tipo di sistema implantare utilizzato.

"Come SIO abbiamo da tempo avviato un confronto sul tema della qualità in implantologia insieme a ricercatori, docenti universitari, clinici, professionisti, esperti della qualità in Sanità ed esponenti delle aziende implantologiche" spiega il prof. Leonardo Trombelli, Professore Associato, Direttore del Centro di Ricerca per le malattie parodontali dell’Università di Ferrara “con questo lavoro abbiamo posto le basi per definire i requisiti di qualità che dovrebbe possedere la ricerca, la buona pratica clinica e i prodotti e i servizi implantologici offerti".

Con l’obiettivo di garantire massima tutela ai professionisti e ai pazienti, il Ministero della Salute ha promosso l’elaborazione di ‘Raccomandazioni cliniche in ambito odontoiatrico’ che forniscano atti di indirizzo di natura clinica e relativi all’appropriato utilizzo di attrezzature e materiali in ambito odontoiatrico. “Il processo prevede il coinvolgimento dell’ordine professionale, delle Associazioni di categoria professionale più rappresentative e delle Società scientifiche più significative per ogni materia, fra le quali anche l’implantologia” conclude il prof. Enrico Gherlone, Ordinario di Malattie Odontostomatologiche e referente del Ministero della Salute per l’area odontoiatrica “Si tratta quindi di un vero e proprio ‘progetto qualità del Ministero per l’odontoiatria’ in cui tutti gli attori del dentale sono rappresentati e contribuiscono, ognuno per le proprie competenze, fornendo consigli e raccomandazioni sulla standardizzazione delle procedure".

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