Domenica 21 giugno si sono conclusi gli Stati Generali convocati dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Villa Pamphilj. Proprio in questa calda giornata, il presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli, è intervenuto insieme ai rappresentanti delle altre professioni sanitarie e sociali proponendo un vero e proprio Piano Marshall di rilancio del nostro Sistema Sanitario Nazionale. «La crisi innescata dalla pandemia di Covid-19 può veramente diventare un’opportunità per cambiare le nostre strategie sulla sanità. Questo richiede un grande impegno in termini di investimento sui giovani, sui professionisti, sul capitale umano del nostro SSN, ma anche sulle strutture, sugli ospedali. Richiede, soprattutto e prima di ogni altro intervento, una nuova concezione, una nuova organizzazione dell’assistenza, che consenta di far fronte a una pandemia senza stravolgere gli ospedali e mettere a rischio le cure ordinarie» ha dichiarato Anelli.
Una delle possibili soluzioni riorganizzative proposte ha riguardato senz’altro il turn-over: è necessario sbloccarlo e incrementare il ricambio del personale ospedaliero proprio perché «Secondo l’ultimo rapporto State of Health in the EU, più della metà dei nostri medici in attività ha un’età superiore ai 55 anni, il che ci rende il Paese europeo con i medici più anziani. E mentre i sindacati medici annunciano una carenza pari a 50 mila tra specialisti e medici di medicina generale nei prossimi 5 anni, il numero dei laureati in Medicina ha superato le 20 mila unità, a fronte degli 11 mila accessi previsti alle scuole di specializzazione» ha continuato Anelli. Per favorire il ricambio generazionale, insomma, bisogna eliminare l’imbuto formativo che ha lasciato circa 20 mila laureati in medicina privi della possibilità di accedere al percorso formativo post-laurea. Tuttavia la FNOMCeO si dice pronta al ricorso contro l’aumento dei posti a Medicina per l’anno 2020/2021: il rischio è l’esplosione dell’imbuto formativo, il limbo di medici laureti, abilitati, che attendono anni per poter entrare nelle scuole di Specializzazione. Si parla di circa 10-15 mila laureati in queste condizioni.
Ma questo è solo uno degli otto punti del Piano Marshall proposto. Gli altri vertono sul potenziamento dell’assistenza territoriale, sugli investimenti per l’aumento delle dotazioni organiche del personale medico ospedaliero e del personale convenzionato sul territorio, sul rafforzamento di tutti i servizi territoriali (i servizi di prevenzione, i servizi vaccinali, la sicurezza sui luoghi di lavoro etc.), sull’incremento delle risorse per la ricerca scientifica, sull’attivazione di un piano di edilizia sanitaria ed infine su azioni a sostegno della libera professione.
Proprio su quest’ultimo punto Anelli si è soffermato successivamente dichiarando che «Sono necessarie azioni a sostegno della libera professione, particolarmente provata dalla situazione derivata dall’emergenza Covid-19, attraverso misure specifiche che sostengano il reddito, gli investimenti e gli incrementi dei costi di gestione anche attraverso la riduzione del carico fiscale. Un vero rilancio del Paese non può non passare attraverso la valorizzazione dei suoi professionisti, dei suoi medici, dei suoi odontoiatri. Per questo auspichiamo che sia presto sanata, nell’iter di conversione in legge del DL Rilancio, l’incomprensibile anomalia che ha visto i professionisti iscritti alle Casse di Previdenza esclusi dai contributi a fondo perduto a favore dei lavoratori autonomi che nel mese di aprile abbiano avuto un calo del fatturato rispetto al corrispondente periodo del 2019. Chiediamo quindi al Governo di modificare il parere negativo sugli emendamenti, in tal senso, al Decreto Rilancio, parere motivato da mere ragioni di risparmio economico».
Altra richiesta, a tutela dei professionisti, è l’esenzione dalla tassazione dei contributi versati dall’ente previdenziale Enpam per i medici e odontoiatri liberi professionisti: si tratterebbe di 200 € da versare in qualità di sostituto d’imposta per i 1000 € ricevuti dai libero professionisti per l’emergenza sanitaria. Il presidente FNOMCeO ha concluso sottolineando come i medici e gli odontoiatri liberi professionisti siano stati fortemente colpiti non soltanto a livello economico: hanno, infatti, dovuto adeguare tutta la loro pratica clinica per garantire il distanziamento sociale e l’accesso ponderato ai loro studi inizialmente limitato alle sole urgenze e che, oggi, non può certo più essere quello del periodo pre-covid. Le agende degli appuntamenti giornalieri si sono dovute dimezzare. «Chiediamo quindi al Governo che per i medici e gli odontoiatri liberi professionisti sia previsto un accesso ai bonus, magari con fondi dedicati, ad agevolazioni di natura fiscale e agli ammortizzatori sociali, in modo di non doversi trovare di fronte a scelte di tagli di risorse e soprattutto di personale, con notevoli ricadute sia sui livello di assistenza sin in termini di diritto al lavoro dei dipendenti» ha concluso Anelli.
Una questione sanitaria, lavorativa e sociale al tempo stesso.
Fonte: Managementodontoiatrico.it