Il Governo ha sottovalutato il reale peso del settore dentale sull’economia

Parla il Dr. Fausto Fiorile, Presidente AIO

AIO rappresenta un riferimento per il mondo odontoiatrico. Che tipo di attività sindacale svolge l’Associazione, in questo difficile contesto, per aiutare e tutelare i colleghi?

All’indomani del lock-down Associazione Italiana Odontoiatri con grande senso di responsabilità si è subito preoccupata di chiedere agli iscritti la sospensione dell’attività tenendo aperti gli studi solo per le emergenze, le patologie che, non trattate, avrebbero portato i pazienti in Pronto soccorso. Questo ha naturalmente provocato un grave problema all’economia degli Studi. A fronte dei mancati introiti dei Professionisti abbiamo chiesto al legislatore delle certezze. Sul decreto Cura Italia abbiamo da subito invocato correttivi per potenziare il bonus statale. Da Enpam si è ottenuta l’erogazione dell’indennità di 1000 euro per 3 mesi a chi ha perso il 33% del fatturato; noi però crediamo si debbano utilizzare le risorse del patrimonio Enpam in modo più esteso. Ad aprile, abbiamo scritto al Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (e non era la prima volta), per chiedere interventi importanti; tra le richieste: maggiore chiarezza sulle norme relative al credito d’imposta, chiarimenti sulle spese per sanificazione e acquisto di DPI, estensione del contributo a fondo perduto anche per i professionisti. Non possiamo accettare che, come sempre, i professionisti vengano discriminati. Stiamo lavorando per altri interventi tra cui un assegno di calamità per 7 mesi, oltre ad uno scudo legale esteso agli Odontoiatri per i rischi da contagio professionale nella fase dell’emergenza. L’impressione complessiva è che nel Governo non si sia capito il reale peso del settore dentale nell’economia del Paese oltre che nella salute degli italiani.

L'Associazione ha dato un prezioso contributo alla stesura delle “Indicazioni” operative sviluppate dal Tavolo Tecnico sull’odontoiatria istituito dal Ministro della Salute, di cui lei è stato chiamato a far parte. Quali riflessioni ha tratto in base alla sua personale esperienza?

Si è lavorato in pieno accordo grazie anche alla concretezza del coordinatore del Tavolo, il prof. Enrico Gherlone che ho avuto modo di apprezzare in passato come rappresentante degli odontoiatri al Ministero della Salute. Peraltro noi ci eravamo già mossi con la consueta autonomia e con l’autorevolezza che ci deriva dall’avere tra i dirigenti esperti e docenti in materia di sicurezza. Abbiamo dapprima setacciato la letteratura per trovare regole agili, facilmente comprensibili
e traducibili nella pratica quotidiana. Le abbiamo portate al tavolo. Da lì, con il contributo di tutti sono state sviluppate le Indicazioni operative che AIO vuole sicure e soprattutto applicabili quotidianamente. Come anticipato si tratta di un documento dinamico che nelle prossime settimane potrebbe arricchirsi di aggiornamenti, ci auguriamo meno stringenti! AIO aveva predisposto già ai primi di marzo le proprie Linee guida che nella fattispecie non si sono rivelate molto diverse rispetto a quelle validate nei giorni scorsi.

Com’è stato possibile tradurre le evidenze scientifiche in comportamenti facili da attuare?

Al tavolo ministeriale ci siamo ripartiti i compiti. Da una parte l’Università con il coordinatore Gherlone, dall’altra i sindacati AIO e Andi, infine la Commissione Albo Odontoiatri per garantire il rispetto delle regole deontologiche. A noi sinda
cati è stato chiesto, oltre ad un aiuto nella ricerca bibliografica curata principalmente dal mondo universitario, di fare lo stress test delle pratiche suggerite dalla letteratura e basate sulle evidenze scientifiche, per renderle fruibili nella quotidiana attività a tutela del cittadino, del team odontoiatrico e di tutte le altre componenti della filiera.

Le soluzioni del Tavolo tecnico si sono rivelate equilibrate nella pratica quotidiana?

In linea generale direi di sì! Certo le operatività quotidiane sono diventate più complesse ed impegnative oltre che aver determinato un enorme aumento nei costi di gestione. Gli adempimenti previsti per la sicurezza li possiamo schematicamente dividere in tre tipologie; riorganizzazione dell’attività clinica con un controllo degli accessi nello studio da parte dei pazienti riprogrammato e più rigoroso, sanificazione degli ambienti, delle superfici e dei circuiti idrici dei riuniti ancora più attenti che in passato, protezione individuale del team più performante rispetto alla normalità. L’aumento dei costi deve essere contrastato con le agevolazioni previste sulle quali stiamo facendo grande informazione tra i colleghi. Approfittiamo di questa crisi per dedicarci maggiormente agli aspetti gestionali ed economici del nostro studio. È molto importante aumentare l’efficienza e l’organizzazione della nostra attività. Nell’ambito della sanificazione come AIO abbiamo rivolto la nostra attenzione alle soluzioni migliori, dando consigli pratici ai nostri associati sulle tecnologie da utilizzare anche alla luce delle opportunità fiscali (vedi credito d’imposta). Sulle nuove procedure diventa fondamentale coinvolgere il personale ed i collaboratori, informandoli e formandoli adeguatamente sul Documento di valutazione del rischio (DVR) che deve essere costantemente aggiornato.

Quali crede siano oggi le maggiori criticità riscontrate nell’organizzazione operativa dello studio odontoiatrico?

Sono per lo più di adattamento alle procedure. Oggi più che mai serve oltre che precisione nell’attività clinica, rigore negli aspetti che riguardano la sicurezza dei pazienti, dei collaboratori e nostra. Rigore che negli studi dei professionisti seri
c’è sempre stato e che oggi deve essere ulteriormente incrementato. Nel vissuto quotidiano quelle relative alla gestione della sala d’attesa e del paziente in entrata sono forse le novità più evidenti. Tra le misure che razionalizzano e mettono in sicurezza il processo di accoglienza dei pazienti c’è, all’allegato 4, il  triage. Il nostro paziente sarà sottoposto a due questionari quasi identici; al momento dell’appuntamento al telefono e quando si presenta in Studio, dove si indaga sullo stato di salute e sui contatti a rischio. Con il secondo colloquio ci si accerta che nel periodo tra la telefonata e l’arrivo in studio non siano intercorsi cambiamenti nello stato di salute e nei contatti. Procedure che vogliono ridurre la probabilità che i pazienti potenzialmente infetti accedano allo studio dentistico, ma che devono essere integrate in ogni caso da regole ferree nel controllo della diffusione del covid 19 e non dimentichiamolo mai, di molte altre patologie potenzialmente pericolose.

Le direttive ministeriali hanno valore di linee guida a tutela legale del dentista e del suo staff?

Ha detto bene direttive, o meglio indicazioni. Non si parla di linee guida, benché già adesso i giuristi inizino a concordare sul fatto che norme formali, ministeriali, istituzionali siano conformi a quanto richiesto dalla legge Gelli per mettere al riparo il professionista da rischi penali e contenere denunce in sede civile. Rispetto però alle linee guida della legge 24 c’è differenza. Queste ultime sono formulate al termine di valutazioni di lavori prospettici, randomizzati, in doppio cieco. Nel nostro caso abbiamo messo insieme pratiche consolidate in letteratura, con ampio materiale di supporto scientifico. Non è la stessa cosa nella forma, ma per un magistrato mi sono personalmente fatto l’idea che tra linea guida ed indicazione istituzionale poco cambi.

Le indicazioni approvate sono definitive?

No. Come vede, siamo in una situazione dove le informazioni sulla diffusione del contagio cambiano di giorno in giorno. I test sierologici sulla popolazione che si stanno effettuando in molte realtà regionali potrebbero aiutarci – forse a breve – a capire realmente quale sia stata la portata del contagio e quindi quale sia ad oggi il rischio reale. Dall’altra parte un rinfocolarsi della pandemia potrebbe provocare – personalmente ritengo di no! – un nuovo lock-down. Noi ci auguriamo che a breve alcune procedure potranno essere “alleggerite” attraverso una parziale revisione del Lavoro da parte del Tavolo ministeriale, che ha dimostrato di operare in modo veloce ed efficace, così come necessario.

Stima che un progressivo alleggerimento delle disposizioni possa ristabilire una graduale  normalità nelle attività dello studio?

Ove si renderanno praticabili senza compromettere la sicurezza, gli “alleggerimenti” nelle procedure saranno applicati. Credo però sarebbe più utile da parte delle Istituzioni, delle Regioni, dei Ministeri, dare all’Odontoiatra la fiducia che merita per come già si auto-disciplina. Per il tipo di lavoro che svolgiamo, noi medici odontoiatri siamo sempre stati e sempre dovremo essere rigorosi nelle procedure adottate per contenere i rischi clinici ed infettivi. Da sempre trattiamo ogni
paziente come potenzialmente infetto, utilizzando protezioni all’avanguardia. Fare tesoro di quanto accaduto per alzare sempre di più l’asticella della qualità nei nostri Studi; questa è la filosofia che AIO intende promuovere. Il consiglio che stiamo dando ai colleghi è quello di sfruttare al massimo le agevolazioni fiscali previste per tutti gli investimenti nell’ambito del controllo dell’infezio ne da covid, in modo particolare per gli interventi che riguardano il trattamento dell’aria degli ambienti e dei circuiti idrici dei riuniti.

Ritiene che il Tavolo tecnico avrà un ruolo anche in un prossimo futuro legato alle problematiche dell’odontoiatria italiana?

Il Tavolo istituito per volontà del Viceministro Sileri ha avuto il pregio di svolgere un lavoro importante in modo efficace e veloce. E questo, in un contesto dove quasi sempre la burocrazia e l’incapacità di assumersi responsabilità regna sovrana, ha un grandissimo valore. Spiace parallelamente evidenziare che in realtà un Tavolo sull’odontoiatria, mi riferisco al GTO (Gruppo Tecnico per l’Odontoiatria), esisteva già. Peccato che per ragioni che sinceramente non ho ancora ben compreso, sia stato volutamente depotenziato o addirittura delegittimato, vi sto che nell’ultimo anno è stato convocato una sola volta per discutere di aspetti poco rilevanti. La crisi legata alla Pandemia avrebbe certamente indicato una sua convocazione, ma così non è stato. Personalmente sono per la concretezza e lavoro per risolvere i problemi. Penso che il Tavolo recentemente costituito snello nella composizione, ma parimenti rappresentativo della professione, abbia dimostrato di avere le caratteristiche che servono oggi all’Odontoiatria. Una Professione unita sui temi importanti, anche se distinta nelle proposte di più voci associative, è determinante per il rilancio di sè stessa e del Paese, e al tempo stesso è essenziale per decisioni veloci su temi che per AIO sono estremamente importanti: la ripresa, la sicurezza sanitaria, la qualità clinica, l’accesso alle cure, il rapporto con il cittadino, la formazione, la prevenzione.

Per altre interviste leggi lo speciale INFODENT dedicato alla ripresa post COVID-19

 

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