Prima dell'avvento di fotografia e cinema, l'unico modo per visualizzare scene dentistiche era attraverso le arti grafiche. Miniature, pitture, disegni e incisioni che rappresentano scene relative alla cura dentale sono fonti preziose di informazioni su come potesse essere il lavoro di un dentista in epoche passate, specialmente riguardo all'ambiente in cui operavano.
Tuttavia, è importante considerare una certa cautela nell'interpretazione di queste opere. Bisogna tenere in mente che queste rappresentazioni possono essere influenzate dall'interpretazione artistica e dal desiderio del pittore di comunicare messaggi simbolici, che possono essere complessi da decifrare. Questo aspetto è particolarmente rilevante nel caso dei pittori fiamminghi e olandesi del XVII secolo, noti per aver dipinto numerose scene di questo tipo, includendo anche rappresentazioni scientifiche, mediche e dentistiche.
In una miniatura del IX-X secolo (Fig. 1.), parte del Codex Nicetas conservato presso la Biblioteca Medicea Laurentiana di Firenze, è raffigurata una scena medica in cui, oltre al clinico principale, figura anche un assistente. Quest'ultimo ha un ruolo attivo nella procedura medica: aiuta a ridurre una lussazione temporo-mandibolare, sostenendo la testa del paziente.
Questa rappresentazione offre un'interessante visione delle pratiche mediche dell'epoca, mostrando non solo le tecniche utilizzate, ma anche l'importanza del ruolo degli assistenti nel processo di cura.
Verso il XII secolo (1100-1200), una miniatura di Ruggero da Fruggardo (Fig. 2.), illustrante la sua opera "Chirurgia" (manoscritto O. 1. 20) conservata presso la Trinity College Library di Cambridge, ci offre un'ulteriore testimonianza delle pratiche mediche di quel periodo. In questa immagine, l'aiutante, rappresentato come un monaco robusto, è impegnato nell'attizzare il fuoco con un mantice per riscaldare i cauteri.
Durante questo periodo, la cauterizzazione era un metodo comune per trattare alcune patologie dentarie. Nella miniatura si può osservare a sinistra il medico pratico seduto, che tiene in mano dei cauteri, pronti per l'uso. Questa rappresentazione evidenzia non solo le tecniche terapeutiche dell'epoca, ma anche l'importanza degli assistenti e il loro ruolo attivo nella preparazione degli strumenti chirurgici.
Nel XV secolo, un disegno illustra l'opera "Châh-Namé" (Il Libro dei Re) (Fig. 3.) di Abu’l Qasim Firdusi (930-1020). Questo manoscritto persiano, identificato come Ms suppl. persan 443, è custodito alla Bibliothèque Nationale de France (BNF). Il disegno, situato al foglio 363 verso, raffigura una scena di estrazione dentale. Il praticante, seduto, opera su un paziente disteso, una posizione raccomandata dai medici arabi e utilizzata fino all'inizio del XX secolo. Il praticante è assistito da due aiutanti: uno a sinistra, che attizza il fuoco con un mantice, e l'altro a destra, che tiene vicino al praticante una pinza con del fuoco.
Questa illustrazione non solo mostra le tecniche dentistiche del tempo, ma rivela anche la complessità e l'organizzazione delle procedure mediche in quel periodo, includendo l'uso di strumenti specifici e la collaborazione di più assistenti.
Gerrit van Honthorst, un pittore olandese vissuto tra il 1590 e il 1659, influenzato da Caravaggio e altri artisti olandesi, è noto per le sue numerose scene di genere. Tra queste, un quadro del 1622 raffigura una scena di estrazione dentale (Fig. 4.). In questo dipinto, un assistente tiene una candela per illuminare l'area di lavoro, mentre il "dentista" si posiziona dietro al paziente. La scena include anche alcuni spettatori molto interessati, situati in primo piano.
Honthorst ha anche dipinto un'altra scena dentale (Fig. 5.), oggi conservata al Museo del Louvre a Parigi. Questa opera presenta quattro spettatori, tra cui un ladro. La presenza di figure come il ladro e la scimmia in queste rappresentazioni è piuttosto frequente e sembra avere un significato simbolico. Entrambe le figure sono associate ad astuzia e inganno, suggerendo un avvertimento alla folla di stare in guardia dai ciarlatani, anch'essi considerati ingannevoli e disonesti. Un ulteriore simbolo in questo contesto è il falso diploma con i suoi sigilli, che serve come monito a non lasciarsi ingannare dalle apparenze.
Joos van Craesbeck, un pittore fiammingo attivo tra il 1608 e circa il 1654/1662, ha creato un'opera che raffigura l'interno di una bottega di barbiere-chirurgo (Fig. 6.). In questa scena, il barbiere-chirurgo, che svolge anche funzioni odontoiatriche, si posiziona dietro una paziente seduta a terra. Il pratico è impegnato nell'esecuzione di un'estrazione dentale. Un aspetto peculiare e suggestivo del dipinto è la presenza di un aiutante che sostiene la mano della paziente, concentrandosi intensamente sulla sua bocca. Questa rappresentazione offre uno spaccato della vita quotidiana e delle pratiche mediche di quel periodo, mostrando l'ambiente di lavoro e l'interazione tra il pratico, il suo aiutante e il paziente.
Jan Miense Molenaer, un artista olandese vissuto tra il 1610 e il 1668, ha dipinto una scena che ritrae un presunto dentista (Fig. 7.). Tuttavia, l'opera rivela piuttosto l'immagine di un ciarlatano che finge di eseguire un trattamento dentale. L'accolito del ciarlatano, raffigurato con un'espressione astuta e beffarda, appare più come un complice che un vero assistente, sottolineando l'intenzione dell'artista di esporre la disonestà dei ciarlatani.
Tra gli spettatori della scena vi è una dama, le cui mani giunte esprimono compassione per il dolore del paziente ingannato dal ciarlatano. In un dettaglio significativo, questa dama è contemporaneamente vittima di un furto: un ladro, forse un altro accolito del ciarlatano, le sta sottraendo dei volatili dal suo paniere. Elemento che aggiunge un ulteriore strato di significato al dipinto, evidenziando la connessione tra il ciarlatano e il ladro, entrambi impegnati nell'ingannare e sfruttare gli astanti.