User menu

Cinquant'anni con il dentifricio

18 Novembre 2010

Cinquant'anni con il dentifricio

Ci fa sorridere con più piacere da cinquant'anni, regalandoci denti bianchi, alito fresco e soprattutto la garanzia di una migliore igiene orale. Il dentifricio moderno ha appena compiuto cinquant'anni: la sua nascita è fissata infatti al 1960, quando alle paste utilizzate per la pulizia dei denti è stato aggiunto il fluoro, per realizzare un dentifricio del tutto simile a quelli in uso oggi.

L'utilizzo di sostanze diverse per migliorare l'igiene orale è molto più antica, anche se in passato le miscele utilizzate per questo scopo erano sicuramente meno gradevoli di quelle di cui disponiamo adesso. Proviamo a immaginare l'effetto di lavare i denti con una miscela di sale, pepe, foglie di menta e fiori d'iris, come facevano gli antichi egizi; oppure con una pasta di sale, aceto, miele e schegge di vetro, come usavano fare gli antichi romani. Possiamo allora dire grazie di cuore al dentista inglese Peabody, che nel 1824 ha inventato la prima pasta dentifricia, perfezionata e "ammorbidita" nel corso dei decenni successivi sino ad arrivare, appunto nel 1960, alla formulazione definitiva a base di fluoro.

La storia del dentifricio è molto antica e ci riporta addirittura al tempo degli ominidi del Quaternario. I nostri progenitori adoperavano probabilmente un composto di ossa e gusci d'uovo schiacciati. Pulire i denti non doveva essere piacevole, anche se il procedimento doveva avere una sua efficacia. Nel corso dei secoli, per nostra fortuna, sono stati compiuti notevoli progressi. Prima dell'intuizione del medico romano Scribonio Largo, inventore di una miscela detergente a base di aceto, miele e schegge di vetro che univa proprietà abrasive e antisettiche, si usava infatti l'urina umana, dalle note proprietà antinfiammatorie.

Ai primi dell'Ottocento, in Inghilterra all'igiene dei denti si provvedeva con un miscuglio di sale, calcio, carbone e perfino polvere di mattone. Nel 1824, finalmente, Peabody ha aggiunto a quell'amalgama un detergente e, qualche decennio dopo, John Harris ha inserito del gesso. Lo spazzolino da denti invece era appannaggio dei ricchi, mentre tutti gli altri si limitavano a utilizzare le dita. A partire dal 1873 però la pasta dentifricia veniva prodotta già su scala nazionale, in grossi barattoli di ceramica.

Un altro progresso si è verificato nel 1892: il farmacista Washington Sheffield ha cominciato a mettere la pasta un tubetto di metallo pieghevole (poi copiato per moltissimi altri prodotti), rimasto identico fino alla fine del Novecento quando sono arrivati sul mercato mondiale i tubetti in plastica. Il fluoro ha fatto invece la sua comparsa nel 1914, ma non ha incontrato il favore dell'American dental association (Ada), che ha bocciato il suo utilizzo. Gli esperti, soprattutto quelli della Procter & Gamble, non si sono però dati per vinti e hanno avviato nuovi programmi di ricerca che nel 1950 hanno cominciato a dare i primi buoni risultati, portando nel 1955 a immettere sul mercato il primo dentifricio al fluoruro clinicamente testato. Cinque anni dopo, il 1 agosto del 1960, l'Ada si deve ricredere, ammettendo che la pasta dentifricia con l'aggiuntadi fluoro "può essere di grande utilità per combattere l'insorgenza di carie".

Il dentifricio è divenuto un prodotto insostituibile praticamente in tutto il mondo. Oggi ne esistono moltissime varianti, da quello sbiancante a quello per proteggere le gengive sensibili, a quello, molto curioso, inventato da un farmacista di Aosta, pensato "per enogastronomi" capace di "rispettare il potere sensoriale delle papille gustative in previsione di una degustazione".

Fonte: Tgcom